Il denaro "intrappolato" nell'euro: un confronto tra Italia e Olanda

133978
Il denaro "intrappolato" nell'euro: un confronto tra Italia e Olanda



di Alexandre Afonso, (traduzione di Gilberto Trombetta)

 



Dal 1995 l'Italia non ha mai avuto un bilancio in pareggio. Anche i Paesi Bassi hanno registrato deficit per la maggior parte degli anni, ma in generale un po' più bassi e con sporadici surplus (Eurostat).

 

 

Una grande differenza tra Italia e Paesi Bassi è che la situazione italiana è stata aggravata da un debito costruito principalmente negli anni 80 (dopo cioè il divorzio Banca d’Italia/Tesoro, NdT). Negli anni 90, il paese è riuscito a ridurlo in modo massiccio. Questo grafico mostra la spesa pubblica con e senza gli interessi passivi sul debito. Una differenza enorme in Italia, piccola in Olanda.

 

 

Se si eliminano i pagamenti di interessi e si considera solo la spesa pubblica destinata alla popolazione (sanità, strade, pensioni, ecc.), cioè il saldo primario, dal 1990 l'Italia ha registrato un deficit solo in 3 anni, mentre i Paesi Bassi per 11.

 

 

Questo interessante paper (di un accademico olandese) mostra come il problema dell'Italia non sia stato chiaramente la dissolutezza, ma il contrario.

 

https://www.ineteconomics.org/uploads/papers/WP_94-Storm-Italy.pdf

 

«Dopo il 1992, l'Italia ha fatto più della maggior parte degli altri membri dell'Eurozona per soddisfare le condizioni dell'Eurozona in termini di consolidamento fiscale autoimposto, riforme strutturali e contenimento dei salari reali. Ma la sua stretta osservanza dei vincoli europei ha ammazzato la domanda interna e le esportazioni italiane».

 

Quindi, a tutti coloro che pensano che l'Italia debba semplicemente spendere meno e tassare di più per ridurre il suo debito: è esattamente quello che ha fatto e, molto semplicemente, non funziona!

 

 

Ciò che è notevole del costante saldo primario dell'Italia a partire dagli anni 90 è che sia stato fatto durante un periodo di lunghissima stagnazione, quando i ricavi sono bassi e le spese elevate. Questo grafico mostra la crescita del PIL in Italia e nei Paesi Bassi (base 1990 = 100).

 

 

Questo è lo stesso grafico per il periodo successivo al 2000, prendendo il 2000 come base. Dal 2000 l'economia olandese è cresciuta del 30%, mentre quella  italiana è cresciuta del 3%. A ben guardare, il PIL è persino minore a quello di 10 anni fa.

 

 

L’Olanda si può finanziare a tassi molto più convenienti dell'Italia. Questa è la spesa per interessi in rapporto al PIL che Italia e Olanda pagano ogni anno per coprire il proprio debito. Dal 2010 l'IT ha pagato in media il 4% del suo PIL l’anno di interessi, l’Olanda meno dell'1%.

 

 

Raggiungere il bilancio in pareggio in quste condizioni è come pretendere di nuotare avendo un masso legato.

Italia

 

Questo è un buon esempio delle origini del debito italiano:

 

https://www.forbes.com/sites/annalisagirardi/2018/12/17/understanding-the-huge-italian-public-debt-as-a-legacy-of-the-oil-crisis/#49855c421284

 

Qualcuno potrebbe credere che non sia colpa dell’Olanda se l'Italia deve pagare tassi di interesse così elevati. In realtà, all'interno di un'unione monetaria, i soldi flusicono dai Paesi considerati più a rischio (come l’Italia), spingendo i loro tassi di interesse verso l’alto, verso quelli "sicuri" (come l’Olanda), abbassando di contro i loro.

 

https://www.ceps.eu/wp-content/uploads/2011/05/WD%20346%20De%20Grauwe%20on%20Eurozone%20Governance.pdf

 

Che poi è proprio quello che è successo da quando la pandemia ha colpito l'Italia.

 

https://www.wsj.com/articles/investors-drop-italian-bonds-seeking-safety-in-german-and-french-debt-11582825743

 

In teoria i rendimenti obbligazionari dovrebbero riflettere il rischio effettivo di un default del Paese. Ma lo studio di De Grauwe et al. mostra che sono guidati principalmente da "sentimenti di mercato" (erratici) piuttosto che dai fondamentali economici.

 

 

E comunque, al giorno di oggi, i default non capitano praticamente mai: i Paesi pagano sempre i loro creditori. Nel suo ottimo libro, Jerome Roos ha dimostrato come la quota totale del debito pubblico mondiale in uno stato di default fosse dello 0,2%. Il restante 99,8% è stato normalmente rimborsato.

 

https://press.princeton.edu/books/ebook/9780691184937/why-not-default

 

Persino il Wall Street Journal - non esattamente una testata marxista-leninista - riconosce come la supposta dissolutezza fiscale degli ultimi anni non sia stata la causa del problema del debito italiano, ma piuttosto esso sia stato causato da un insieme di pessime scelte politiche legate a UE ed euro rinziate una quarantina di anni fa.

 

 

Questo è un altro esempio per comptendere come gli interessi che i diversi Paesi debbano pagare per finanziarsi non siano un riflesso dei fondamentali economici: i rendimenti obbligazionari olandesi e italiani sono stati fortemente convergenti tra il 2000 e lo scoppio della crisi cosiddetta dei debiti sovrani, prima di tornare a divergere...

 

 

...mentre le differenze nel rapporto debito/PIL sono rimaste pressoché invariate. Quello  che "i mercati credono" e determina l’andamento dei tassi di interesse è guidato da altre cose, spesso irrazionali.

 

 

Per capire megio come i costi olandesi siano diminuiti proprio perché i costi italiani sono aumentati: ecco un grafico dei rendimenti obbligazionari tra l'inizio della crisi finanziaria nel 2008 e il "whatever it takes" di Mario Draghi a metà 2012: sono praticamente speculari.

 

 

Ciò è dovuto al modello individuato da De Grauwe: poiché il denaro è "intrappolato" nell’euro, il capitale è fuggito da Sud (spingendo gli interessi verso l'alto) a Nord (spingendo gli interessi verso il basso) all'interno dell'Eurozona.

 

Non so davvero cosa dire. Ho vissuto in italia. Le infrastrutture si stanno sgretolando. Basti vedere le ferovie e le autostrade.

 


https://twitter.com/TH_says/status/1248656516267335681

 

4 giorni fa è crollato un ponte. In quale altro paese dell'Europa occidentale accadono questo genere di cose?

 

https://www.bbc.com/news/world-europe-52213898

 

L'anno scorso è crollato un altro ponte, uccidendo 43 persone.

 

https://www.theguardian.com/cities/2019/feb/26/what-caused-the-genoa-morandi-bridge-collapse-and-the-end-of-an-italian-national-myth

 

E se pensate che l'Italia dovrebbe semplicemente tassare la sua economia informale (l'insieme di transazioni di beni e servizi non inclusi nella contabilità nazionale, NdT): le persone che hanno un lavoro informale a basso salario potrebbero non pagare l'imposta sul reddito, ma non ricevono neache benefici sociali. Di conseguenza la percentuale di disoccupati in Italia che riceve effettivamente sussidi di disoccupazione è davvero bassa.

 

 

Di solito le persone all'estremità inferiore del mercato del lavoro ricevono più benefici di quante tasse paghino. E l'occupazione informale è prevalentemente a basso reddito. I dati sopra riportati provengono dai prospetti occupazionali dell'OCSE.

 

https://www.oecd-ilibrary.org/employment/oecd-employment-outlook-2018/unemployment-benefit-coverage-recent-trends-and-their-drivers_empl_outlook-2018-9-en

 

Quindi è tutto tranne che certo che comprendere il settore informale a basso salario migliorerebbe la situazione fiscale se si considerano sia le entrate che le uscite.

 

E guardando ancora pià indietro nel tempo, le finanze pubbliche olandesi non sembrano esattamente strabilianti...

 

http://www.rijksbegroting.nl/2019/voorbereiding/miljoenennota,kst248657_5.html

 

L'Italia ha uno dei livelli più bassi di investimenti pubblici (in strade, scuole, ecc.) della UE. Negli ultimi anni non ha investito abbastanza neanche per compensare il deterioramento della sue infrastrutture.

 

https://www.bruegel.org/2018/06/understanding-the-lack-of-german-public-investment/


 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti