Il darwinismo economico è la vera natura politica di Draghi

1981
Il darwinismo economico è la vera natura politica di Draghi

Simpatica questa storia che bisogna sovvenzionare soltanto le aziende produttive e promettenti, lasciando fallire tutte le altre, quelle che non hanno “futuro”.
 
 
 
 
Mi ricorda tanto la legge del più forte, la sopravvivenza dei più sani nello stato di natura. Darwinismo applicato all’economia.
 
Eppure se questo stesso, identico, principio si provasse ad applicarlo alla pandemia ti darebbero immediatamente del mostro.
 
E allora uno si chiede: perché salvare un anziano dal covid - a costo di devastare un’intera economia - è considerato un grande atto d’amore universale e invece aiutare una piccola impresa non lo è? Cos’è, le aziende non hanno alle spalle famiglie, dipendenti, figli da sfamare? O siccome erano già in difficoltà prima della pandemia (o magari non al passo coi tempi) allora è giusto lasciarle indietro come animali feriti e sacrificabili al mercato?
 
 
 
 
 
Eppure io me li ricordo gli imprenditori disperati impiccati o lanciati giù dai cavalcavia.
 
O siamo davvero arrivati al punto di considerare degno di aiuto solo un anziano malato e non anche un lavoratore fallito e indebitato (e che per questo rischia la povertà e la depressione) solo perché, in fin dei conti, è soltanto un Jeff Bezos mancato colpevole di non aver innovato abbastanza, di non essere stato sufficientemente al passo coi tempi, in altre parole di non avercela fatta?
 
Se così fosse, come società, avremmo definitivamente introiettato il peggio della filosofia della modernità. Che impone un po’ di pietas verso i più deboli, ma solo per giustificare alla propria coscienza l’idea di un mondo che attraverso la spersonalizzazione abbandona indietro tutti gli altri. Dai figli degli ultimi che non saranno mai degni della “meritocrazia” alle piccole imprese che, pur avendoci provato, non sono riuscite perché non all’altezza.
 
E allora che si dica apertamente che devono crepare pure i vecchi. E magari anche i disabili. Sarebbe molto cinico lo so.
 
Ma anche dannatamente più coerente con la visione del mondo propugnata dai nostri governati. E di cui, ancora in troppi, faticano a cogliere la vera natura.

Antonio Di Siena

Antonio Di Siena

Direttore editoriale della LAD edizioni. Avvocato, blogger e autore di "Memorandum. Una moderna tragedia greca" 

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