Il Crosetto infuriato e l'Italietta serva

Il Crosetto infuriato e l'Italietta serva

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di Agata Iacono


Il Crosetto infuriato e l'Italietta serva, "di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello..."

Eppure hanno fatto di tutto, salamelecchi ridicoli, baci e abbracci con Biden e Zelensky, si sono messi l'elmetto e hanno esposto in vetrina l'Italia, svendendola, umiliandola, offrendo Varese come centrale operativa NATO, hanno inutilmente chiesto qualcosina in cambio...E invece niente.

Il segretario generale della Nato, infatti , Jens Stoltenberg ha deciso di affidare allo spagnolo Javier Colomina il nuovo ruolo di inviato per il Fronte Sud.

L'ira del ministro della difesa, (o, meglio, della guerra), Guido Crosetto, si esprime attraverso un'intervista a La Stampa, con toni che mi sembra doveroso riportare. “Quasi un affronto personale“, afferma, “Gli ho scritto un messaggio durissimo”

Paradossale esempio di governo che afferma  di avere a cuore il suo binomio littorio "patria e famiglia", (dopo aver ceduto i nostri dati, le nostre infrastrutture, il controllo di ogni nostro asset alle multinazionali), Crosetto senza freni svela molto più di quello che sarebbe diplomaticamente d'uopo.

Vale la pena riportare i punti salienti.

(Stoltenberg) "Mi ha fatto infuriare e ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali. Il suo è stato il tradimento di un principio: era l'Italia a essersi battuta per introdurre il ruolo di inviato per il Fronte Sud. Stoltenberg non voleva. Ha dovuto metterlo nella risoluzione perché lo voleva l'Italia e così si è vendicato".
E continua:
"L'Italia non ha un problema con la Nato, ha un problema con Stoltenberg. È lui l'unico responsabile, forse perché guidato da logiche di appartenenza politica, venendo meno alla prima delle sue responsabilità: essere super partes".

E come se non bastasse, il ministro rincara la dose, parlando della possibilità per l'Italia di raggiungere il 2% di spese militari: "...Dovremo fare una battaglia per scorporare le spese della Difesa dal patto di Stabilità. L'importante in questo momento è partire e chi giudica sbagliati gli investimenti nella Difesa, vuol dire che pensa che l'Italia non debba difendersi, ma mettersi nelle mani di altri".

"Per quanto riguarda i possibili risvolti dell'elezione di Donald Trump alla presidenza Usa",  Crosetto si dichiara preoccupato della possibilità "che Trump cambierà la linea, cercherà di ottenere la pace riprendendo un dialogo personale con Putin per chiudere in fretta e questo può essere un problema".

Per Crosetto sarebbe un problema la Pace.

"Sono importanti le regole con cui gli Stati devono confrontarsi.", afferma.
"Se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte. Vale per l'Ucraina come per Israele. Di fronte a dei territori occupati con i carri armati non si può chiudere la guerra cristallizzando i confini per archiviare rapidamente il problema. Sarebbe una via facile per trovare la pace, ma la giustizia è un'altra cosa. E con Trump non cambierebbe solo questo...Ci dirà 'difendetevi da soli', come iniziò a dire già Obama nel 2009. Lui lo farà con più forza".

Sintesi: armiamoci, di più, spendiamo in tecnologia militare, prepariamoci ad una sempiterna guerra mondiale.

Ma di quale diritto internazionale parla il ministro della guerra italiano, mettendo sullo stesso piano di valutazione geopolitica Ucraina e Israele?

Per l'Ucraina non si può congelare la situazione, dice, perché non è giusto, la Russia si deve ritirare, Crimea, Donbass e Lugansk devono essere di nuovo massacrati e l'Ucraina deve vincere fino all'ultimo europeo: questa la traduzione terra terra che mi viene in mente.

Per Israele sinceramente non capisco: da chi sarebbe occupata Israele con i carri armati?

Forse l'ira funesta, dopo tanta inutile saliva, lo ha tradito.

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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