Il caso tragicomico di Frecciabianca in Sicilia: il PNRR sarà la condanna definitiva del Mezzogiorno

Il caso tragicomico di Frecciabianca in Sicilia: il PNRR sarà la condanna definitiva del Mezzogiorno

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"Distratti", (dolosamente?) dal bombardamento mediatico dei provvedimenti di sospensione della libertà di espressione (ma solo se si tratta di rivendicare diritti costituzionali e socioeconomici), dal terrorismo sulla quarta ondata e la terza dose, dalla salivare santificazione di Draghi, sfugge ai più quello che effettivamente sta succedendo a livello di PNRR e di manovre draghiane, dal reddito di cittadinanza al ddl concorrenza, dall'abolizione della quota cento e il ritorno della Fornero, dallo sblocco dei licenziamenti alla cancellazione delle norme di controllo degli appalti....

Un esempio che ha suscitato molta ilarità e alimentato la satira, ma che invece è emblematico del processo del Draghistan, riguarda il treno ad "alta velocità" Frecciabianca.

Da siciliana orgogliosa della mia isola, ho sempre subito la totale assenza di infrastrutture.

Andavo ad Urbino all'università e partivo alle 15 da Lentini col treno, prima di Catania pur di trovare posto.

Dormivo a terra, lo zaino come cuscino, fino alla stazione Tiburtina, dove scendevo alle 5 di mattina, in tempo per prendere il bus da piazza della Repubblica per altre 6 ore di pullman che mi portassero alla sede.

Sono poi tornata in Sicilia, in aereo fino a Catania, quindi più di due ore in pullman o in auto a 50 all'ora per tornare a casa, perché la Catania Ragusa è pericolosissima ma l'unico provvedimento che è stato preso, da anni, è imporre un limite di velocità per due ore di macchina.

Nel frattempo abbiamo assistito ai traghetti d'oro, allo sperpero di finanziamenti per i vari progetti il ponte sullo stretto senza strade, alla continua devastazione del territorio, mai attenzionato per l'abusivismo selvaggio e i continui incendi boschivi dolosi.

E adesso la Frecciabianca...

Domenica 14 novembre, il primo viaggio del Frecciabianca, in partenza da Palermo alle 7.08, ha effettuato  fermate a Caltanissetta (8.35), Enna (8.59), Catania (10.15) ed è arrivato a Messina alle 11.23.

Al ritorno, il Frecciabianca è partito da Messina alle 15.10, con fermate a Catania (16.13), Enna (17.23), Caltanissetta Xirbi (17.46) e arrivo a Palermo alle 19.30.

Da Messina a Palermo quasi 4 ore e mezza.

“Non sarà una rivoluzione, ma è comunque un passo avanti per migliorare la mobilità dell’Isola”, hanno messo le mani avanti l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone e Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del Movimento 5 Stelle per la Sicilia, votatissimo come "deputato regionale" (in Sicilia si chiamano così e guadagnano anche più di quelli nazionali), quindi nominato sottosegretario alle infrastrutture (mollando il mandato in contravvenzione alle regole del suo partito), sempiterno sottosegretario o vive ministro sotto qualsiasi governo, da Conte a Draghi, ha dichiarato:

"Oggi per andare da Catania a Roma con l'Intercity ci vogliono 10 ore e 30 minuti. Da giorno 14 con il Frecciabianca si scenderà a 7 ore e 10 minuti. E' un cambio di passo importante, una conquista che certamente dobbiamo valutare positivamente. Non è una rivoluzione. Oggi portiamo questo. E' un primo step. Entro la fine del 2024 porteremo i Frecciarossa, quelli a composizione ridotta, che potranno finalmente traghettare".

Due minuti in meno del Frecciabianca nel coprire la tratta Palermo Catania (percorribile in 3 ore e 7 minuti con solo due fermate), mentre il treno successivo, con 2 fermate in più sulla stessa tratta, impiega 3 ore e 9 minuti.

Però si potrà arrivare a Roma in "sole 7 ore e dieci minuti, in attesa, naturalmente, del famigerato ponte e del 2024...

La verità è che il Frecciabianca che Trenitalia ha destinato alle tratte ferroviarie siciliane è un treno-scarto. 

Locomotore e carrozze hanno circa 30 anni, ma sono stati ammodernati alla meno peggio per poter meglio presentare il grande bluff.

Eppure il governo aveva annunciato una pioggia di milioni per il miglioramento, il potenziamento, il completamento delle reti ferroviarie nel Sud e, in particolare in Sicilia.

Ecco cosa scriveva qualche mese fa sul suo blog Roberto Di Maria, ingegnere civile trasportista.

“La domanda sorge spontanea: perché diffondere notizie così lontane dalla realtà, approfittando della legittima incompetenza di chi fa informazione su stampa e siti web?”.

Di Maria riportava i seguenti tempi: “Per andare da Palermo a Messina con i veloci (altrove) Frecciabianca: 4 ore e 15 minuti per percorrere 335 km!! Tempi che superano di ben 1 ora e 30’ il tempo di percorrenza di un normalissimo regionale veloce attualmente in servizio tra le due città. Percorrendo, però, la linea tirrenica, ovvero quella che collega direttamente le due città senza addentrarsi lungo il tortuoso (e lentissimo) percorso interno. Più lungo di 115 km rispetto a quello costiero, ma passante per Caltanissetta ed Enna. Il nuovo servizio, quindi, pur lontano dalle caratteristiche AV, potrà avere un minimo di attrattività solo per chi abita in queste città o nelle immediate vicinanze. Ma apparirà come una beffa per chi vive nel capoluogo siciliano”.

È infine doveroso ricordare che un autobus per collegare le stesse città dell’isola interessate dal nuovo servizio Frecciabianca impiega meno tempo e a un costo minore.

Quello che è certo, in conclusione, è che l’ormai famigerato Pnrr sancirà una volta per tutte il gap inarrivabile tra Nord e Sud del Paese.

E’ la condanna definitiva del Mezzogiorno. Da Napoli e Bari in giù farà una terra abbandonata. E’ previsto che il 40% dei fondi debba essere speso al Sud, ma l’Italia ha avuto concessi questi 220 miliardi proprio per le condizioni sfavorevoli del Sud. Ci saremmo allora aspettati molti più fondi, per quel salto di qualità che invece sembra non stia accadendo. Il divario crescerà.

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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