I messaggi di Von Der Leyen a Bourla (Pfizer) vengono ufficialmente secretati
Lo scorso settembre avevamo parlato dell'iniziativa intrapresa da Emily O'Reilly, l'ombudsman (difensore civico o mediatore ) U.E., che si era impegnata a indagare sulla questione inerente il rifiuto di concedere l'accesso ai testi relativi agli scambi di messaggistica cellulare tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il ceo della Pfizer, Albert Boula che sarebbero avvenuti nell'ambito di una missione diplomatica per garantire le dosi di vaccino contro il coronavirus in ambito U.E., vicenda illustrata ampiamente a suo tempo dal New York Times.
Di fatti,nel momento in cui era stata presentata una formale richiesta di accesso ai messaggi, la Commissione aveva affermato di non averne traccia. I messaggi di testo, aveva sostenuto la stessa Commissione Europea, sono generalmente "di breve durata" e in linea di principio esclusi dalla sua registrazione.
"Se i messaggi di testo riguardano le politiche e le decisioni dell'UE, dovrebbero essere trattati come documenti dell'UE", aveva messo nero su bianco la O'Reilly, emettendo una determinazione di "cattiva amministrazione" da parte della Commissione.
A seguito dell'azione formale del difensore civico, il 29 giugno è arrivata la risposta della Commissione recante la firma della vice-presidente Vera Jourova': “Quando un documento redatto o ricevuto dalla Commissione non contiene informazioni importanti e/o è breve non rientra nella sfera di competenza dell'istituzione, non soddisfa i criteri di registrazione e quindi non viene registrato. Questi documenti effimeri e di breve durata non vengono conservati e, di conseguenza, non sono in possesso dell'istituzione, ai sensi dell'articolo 2(3) del regolamento. Di conseguenza, la Commissione europea ritiene di non aver trattato la richiesta in modo "ristretto" e di non averla trattata in modo limitato e che la ricerca e il trattamento dei documenti ai fini delle richieste di accesso ai documenti da parte del pubblico ai sensi del Regolamento (CE) n. 1049/2001 è giustificata e segue la prassi consolidata. Alla luce di quanto sopra, la Commissione può confermare che la ricerca intrapresa dal Gabinetto del Presidente per i messaggi di testo pertinenti alla richiesta di accesso ai documenti non ha prodotto alcun risultato.”
In definitiva, la Commissione si trincera dietro la sua risposta iniziale, ribadendo formalmente che “a causa della loro natura effimera e di breve durata, i messaggi di testo e i messaggi istantanei in generale non contengono importanti informazioni relative alle politiche, alle attività e alle decisioni della Commissione, né sono in possesso dell'istituzione.” “La risposta della Commissione è problematica su diversi punti", è stata la replica della O'Reilly affidata a un suo portavoce.