Guerra dei 12 giorni: gli scenari attuali
di Francesco Corrado
A pochi giorni dal cessate il fuoco tra Iran da un lato e Israele, USA, Giordania, Francia ed Inghilterra dall'altro, la situazione geopolitica si sta chiarendo.
Innanzitutto va rilevato che venerdì 13 giugno Israele ha attaccato l'Iran, a sorpresa e proditoriamente, grazie agli inganni degli americani i quali dicevano agli iraniani di stare tranquilli in previsione dell'incontro di domenica 15. Ecco a cosa servivano le famose trattative, giustamente definite inutili da Khamenei. Israele ha attaccato con due finalità dichiarate: distruggere il programma nucleare iraniano e effettuare un regime change, basterebbe vedere gli appelli di Natanyahu al popolo iraniano a liberarsi del "regime".
Questi obiettivi sono l'essenza stessa della dottrina politico-militare israeliano-americana nei confronti dell'Iran da quando si è instaurata la repubblica islamica. Prima Israele aveva ottimi rapporti con l'Iran dello scià con cui collaborava a livello militare e di intelligence, aiutando quella feroce dittatura (come aiutava il Sudafrica dell'apartheid) a reprimere il dissenso.
Quindi il conflitto cosiddetto dei 12 giorni è stato solo un nuovo stadio di avanzamento del conflitto contro l'Iran che va avanti in varie forme (sanzioni, omicidi mirati, cyberattacchi) da decenni. Anzi quello che è successo nella guerra dei 12 giorni è la pedissequa attuazione del piano di attacco all'Iran messo a punto dai falchi dell'amministrazione americana (ed Israele) nel 2019: il progetto prevedeva di impegnare l'Iran in trattative capziose ed inconcludenti da parte degli USA, che Israele avrebbe potuto attaccare in quanto non coinvolta (tanto ad Israele non si applica il diritto internazionale) e che a seguito della reazione iraniana gli USA sarebbero finalmente intervenuti in modo massiccio: anche con le forze di terra.
Ovviamente questa fase del piano di attacco all'Iran è stata resa possibile dall'indebolimento di Hezbollah ma soprattutto dalla caduta della Siria di Assad e la sostituzione, attraverso un golpe, del legittimo sovrano con un capo dell'ISIS, organizzazione terroristica che lavora a fianco degli USA e di Israele. Il problema squisitamente militare posto dalla Siria consisteva nella sua antiaerea a nella sua aviazione che rendevano impossibile attacchi militari diretti di Israele all'Iran in quanto le forze armate siriane non avrebbero mai permesso il sorvolo del proprio territorio. Invece da quando i terroristi sono alla guida della Siria quel paese è diventato un paradiso per gli israeliani. Caduta la Siria Israele ha iniziato ad attaccare l'Iran. Ricordiamo gli omicidi Narsallah, ma soprattutto di Haniyeh avvenuto a Teheran.
Ma le cose non sono andate secondo i piani: gli USA non si sono degnati di intervenire e quando sono stati "costretti" a farlo hanno effettuato un bombardamento concordato con le autorità di Teheran in modo che tutti e tre gli attori coinvolti potessero dichiarare chiuse le ostilità e cantare vittoria.
E' stato Israele a implorare gli USA di intervenire, dato che i bombardamenti iraniani, precisi e ben ponderati, stavano distruggendo lo stato ebraico: ripetiamo, uno stato privo di profondità strategica. Anche se non è questa la sede per approfondire la situazione delicatissima di Israele, ciò che va compreso è che di fatto stava crollando come entità sociopolitica. La guerra dei 12 giorni è finita con una vittoria temporanea per l'Iran.
Trump quindi ha cacciato le castagne dal fuoco a Netanyahu ma non ha dato seguito al piano di attacco reale all'Iran. Perché? Non lo sappiamo, ma di certo la base elettorale di Trump dal proprio presidente vuole tutto tranne che guerre. Così Trump dopo aver fatto un'azione quasi dimostrativa l'ha "buttata in caciara" con dichiarazioni insensate su presunte distruzioni totali mai avvenute, ma sufficienti a far dire ad Israele (che era al collasso) di aver vinto la guerra.
Cosa succederà? Come detto nel nostro precedente articolo (qua e qua) succederà che Israele verrà inondata di soldi dai contribuenti USA ed UE, si riarmerà e tornerà alla carica. Le minacce di omicidio inviate dalle autorità israeliane a ufficiali dell'esercito e dirigenti di alto profilo della repubblica islamica sono solo una delle prove che Israele ha intenzione di continuare la guerra: quando riavrà mai una situazione così vantaggiosa? L'Iran oramai è quasi priva dei suoi alleati storici nella regione. Rimangono solo gli yemeniti. Hezbollah è stato indebolito, mentre la Siria è in mano ai tagliagole armati dall'occidente.
Se il cambio di regime a Teheran è una priorità per l'occidente da sempre a questo va aggiunta la rinnovata importanza che l'Iran ha assunto come parte del progetto BRICS: terminale della direttrice nord-sud Russia-Oceano Indiano e snodo della direttrice est-ovest Cina-Europa. Se smantellare la repubblica islamica è uno dei capisaldi della politica estera inglese, statunitense e israeliana a maggior ragione questo interesse è cresciuto negli ultimi anni.
Certo ci sono i nuovi alleati come Russia, Cina e potenzialmente il Pakistan ma l'Iran di fatto li ha tenuti lontano. La presidenza Pezeshkian da questo punto di vista è stata fallimentare. Ora sono in corso nuovi contatti tra le parti per stringere i rapporti anche dal punto di vista militare e l'Iran pare più deciso, scosso com'è non solo dagli attacchi subiti in sé, ma soprattutto dalla loro vigliaccheria e dagli inganni di cui è stato fatto oggetto.
Quindi Israele cercherà a tutti costi un casus belli per far si che gli USA entrino in guerra con l'Iran. Lo stato ebraico da solo non può attaccare l'Iran pena il suicidio dell'entità sionista. Questo è ciò che bolle in pentola. Gli USA di Trump si defilerebbero volentieri ma probabilmente gli rimarrà impossibile. Se si fanno i conti di quanti deputati e senatori statunitensi ha a disposizione Trump e quanti ne ha Netanyahu attraverso l'AIPAC, si vede che i rapporti di forza sono a favore del macellaio israeliano.
L'Iran dopo aver dormito in piedi ed essersi fatto fregare in tutti i modi si è svegliato. Verrà tenuto sotto costante pressione e quasi certamente attaccato. Una cosa andrebbe ricordata a chi vive di propaganda: l'Iran ha dimostrato di poter devastare Israele. Se fosse vera l'accusa che gli israeliani muovono all'Iran cioè: "l'Iran ci vuole distruggere" perché fin ora la Repubblica islamica non ha mai attaccato Israele anzi ha sempre risposto con moderazione, come nei casi di True Promise 1 e 2?