Francesco Erspamer - Turismo di massa, colonialismo e la miseria della sedicente sinistra

Francesco Erspamer - Turismo di massa, colonialismo e la miseria della sedicente sinistra

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di Francesco Erspamer*


Per capire la miseria politica e culturale della sedicente sinistra basta notare il loro totale disinteresse per il problema del colonialismo. Ovvio: sono trent'anni che patrocinano qualsiasi invasione economica e sociale, a cominciare dalla forzata occidentalizzazione del pianeta in nome del bene assoluto rappresentato dalla tecnologia e dal «diritto» individuale (che loro infatti chiamano «umano» e «universale») di sentirsi e diventare quello che si vuole pur di esprimere sé stessi (nessun dovere pubblico, nessun sacrificio, nessun senso di appartenenza a una comunità territoriale), per finire con il culto della mobilità fine a sé stessa, di migranti (non solo dai paesi poveri verso quelli consumisti tipo l’Italia, anche da questi ultimi verso paesi ancor più consumisti tipo gli Stati Uniti o gli Emirati Arabi o il Nord Europa) e soprattutto di turisti.

Decine di milioni di turisti, in un prossimo futuro saranno centinaia di milioni; ai quali non importa assolutamente nulla del luogo (pardon, della «location») che visitano (fare il turista significa esentarsi dalla «cura») e di cui infatti cancellano peculiarità e diversità imponendo le proprie idiosincrasie, ossia quelle spacciate dai media. Per cui in Trentino ci vanno non per passeggiare ma per passare la giornata nel centro benessere, possibilmente fornito di grandi schermi per guardare intanto le Olimpiadi; e a Firenze il cappuccino te lo danno direttamente in un bicchiere di plastica o di carta (fa «green») perché per l’americano medio il fermarsi un momento a condividere uno spazio con sconosciuti e senza averlo programmato è angosciante: tutto deve essere «to go», che orribile concetto, imposto da giornalisti e pubblicitari anche in Italia appunto per insinuarne l’implicita mobilità e asocialità.

Per salvare la civiltà e il pianeta occorre tornare all'anticolonialismo e, per l’Italia, al Risorgimento. Gli stranieri vengano pure ma da ospiti, desiderosi di adeguarsi e di non farsi notare, non da padroni, ricchi o poveri che siano. La loro correttezza politica, le loro paranoie, le loro abitudini, se le gestiscano e godano a casa loro.

Lo stesso vale per gli italiani; che la smettano di scappare per qualche settimana o per anni da problemi ancora rimediabili con un po' di impegno e da istituzioni che necessitano di riforme ma che sono molto meglio del libero mercato che si sta insinuando ovunque con la scusa che lo Stato non funziona: non si salva l'Italia colonizzando altri paesi, solo impedendo ad altri paesi di colonizzarci.

(Significa questo che non si debba cambiare? Al contrario: significa che ogni popolo, ogni paese, deve continuare a cambiare a suo modo, come in ogni caso avviene perché la vita è inevitabile cambiamento; è invece l’omologazione globalista, la dittatura del neoliberismo anglosassone, che va fermata e possibilmente annientata, prima che sia troppo tardi).

*Post Facebook dell'11 agosto 2024

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

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