Donna nuda iraniana al campus: la strumentalizzazione politica di un dramma personale?

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Donna nuda iraniana al campus: la strumentalizzazione politica di un dramma personale?


Sulla vicenda della donna iraniana nuda nel campus, le cui immagini sono diventate virali, monta la strumentalizzazione politica.

Al di là dei proclami “social”, cosa si sa realmente? Cosa emerge dalle notizie che provengono dal paese ?

Ricostruiamo i fatti iniziando con l’ausilio della BBC: sabato sui social media compare un video che mostra una donna in mutande seduta su alcuni gradini e che poi cammina tranquillamente sul marciapiede della Sezione di scienza e ricerca dell'Università islamica di Azad a Teheran.


In un secondo video, la donna sembra togliersi la biancheria intima. Poco dopo spuntano degli agenti in borghese che la trattengono e la spingono dentro un'auto.

Per ciò che concerne le dichiarazioni formali: l'Università Azad ha affermato che la donna soffriva di un "disturbo mentale" ed era stata portata in un "ospedale psichiatrico".

Il canale Telegram Amirkabir Newsletter, che si descrive come "media del movimento studentesco iraniano", il primo a pubblicare la storia, riferisce invece che la donna ha avuto un alterco con gli agenti di sicurezza perché non indossava il velo, cosa che l'ha portata a spogliarsi durante la colluttazione: di ciò’ non si ha nessun video, ma la notizia è stata comunque prontamente rimbalzata e diffusa da social e giornali e organizzazioni per i diritti umani.

Dal canto suo la BBC Persian ha intervistato un testimone che afferma che la donna è entrata nella sua classe all'Università di Amai e ha iniziato a filmare gli studenti. Quando il professore ha obiettato che non poteva farlo, se n'è andata urlando.

Secondo i testimoni sentiti, la donna avrebbe detto agli studenti: "Sono venuta per salvarvi".

I media iraniani hanno dal canto loro diffuso il video del marito della donna (di cui i nostri media non hanno parlato): stando alle sue dichiarazioni emergerebbe nella vicenda una storia profondamente personale.

La donna, madre di due figli e recentemente divorziata, stava lottando con un notevole disagio emotivo.

l suo ex marito, devastato e preoccupato, ha implorato i media e gli utenti dei social media di rispettare la sua privacy, temendo l'impatto dell'esposizione pubblica sulla sua già fragile salute mentale. “Tuttavia, le sue suppliche sono state evidentemente ignorate, poiché alcuni individui hanno condiviso il filmato e i gruppi di opposizione afferma il Tehran Times - hanno rapidamente riformulato la storia, etichettandola come un simbolo di sfida contro il governo iraniano".

Terminata la parte di cronaca senza pretese di avere verità assolute in tasca, andiamo alle riflessioni:

che in Iran esista la polizia morale e redarguisca e sanzioni le donne per il fatto di non indossare il velo é il segreto di pulcinella. Ovviamente vi sono regioni in cui la presenza della polizia morale e’ più forte e altre dove vi è maggiore tolleranza. In Iran le donne indossano il velo e l’hijab, non troverete burka e nikaq contrariamente ad altri paesi islamici.

In Iran (ma questo non ve lo dicono) è ammesso il divorzio(la donna può richiederlo), la fecondazione assistita, le donne guidano liberamente auto o motocicli, studiano, lavorano, vanno all’università e possono assumere cariche politiche e ruoli di dirigenza aziendale. Contraddizioni enormi convivono sicuramente con limitazioni al ruolo delle donne se guardate con gli occhi e le norme europee.

Ma la lettura di alcuni eventi in determinati fasi politiche e in un momento in cui la geopolitica contrappone l’Iran a Israele e al blocco occidentale facilita la strumentalizzazione delle notizie, finendo per nascondere l’indagine giornalistica dei fatti e privando l’opinione pubblica di elementi utili per capire l’andamento degli eventi. Del perché si parli sempre di repressione in Iran, ignorando quanto accade in paesi dove la condizione della donna è assai peggiore, perché schierati politicamente al blocco occidentale, e’ un interrogativo che in pochi si pongono.

La lotta per la libertà dei diritti delle donne deve essere ovunque una costante, ma che spesso dietro a presunte rivendicazioni di gruppi politicizzati nei social si nascondano strumentalizzazioni di notizie e fatti di cronaca quando se non vere e proprie manipolazioni il dubbio salta all’occhio. Tutti ci auspichiamo che se gli iraniani vorranno voltare pagina questa resti una loro libera scelta, ma non sia il pretesto per l’ennesima interferenza dall’estero della democrazia esportata, come guerre e false rivoluzioni colorate ci hanno già mostrato saper fare in passato.

Per approfondire:
https://www.bbc.com/news/articles/c9vngeezwvno.amp

https://www.tehrantimes.com/news/505875/What-was-the-story-behind-the-Iranian-girl-that-walked-the-campus

Francesco Fustaneo

Francesco Fustaneo

Laureato in Scienze Economiche e Finanziarie presso l'Università degli Studi di Palermo.
Giornalista pubblicista dal 2014, ha scritto su diverse testate giornalistiche e riviste tra cui l'AntiDiplomatico, Contropiano, Marx21, Quotidiano online del Giornale di Sicilia. 
Si interessa di geopolitica, politica italiana, economia e mondo sindacale

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