Diritti sociali e scioperi. La diversa percezione tra Francia e Italia

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Diritti sociali e scioperi. La diversa percezione tra Francia e Italia

Proseguono in Francia le contestazioni alla riforma delle pensioni voluta da Macron.

Si segnalano numerosi blocchi nei porti e nelle vie di comunicazione inferne. Questa volta i sindacati sembrano orientati a non mollare. Cedere adesso significherebbe infatti lasciare campo libero ad altre riforme contro i lavoratori e i pensionati.

Quello che colpisce di queste giornate di sciopero è l’alta conflittualità. Sino ai primi anni Ottanta era la Francia che guardava all’Italia per la poderosa organizzazione del movimento operativo. Oggi il nostro paese ha abolito qualsiasi forma di conflittualità.

Chi sciopera è un fannullone, un furbo, uno che non si impegna, uno che non crede nel merito e nelle magnifiche sorti progressive del capitalismo. E guardate, queste idee aberranti e ottocentesche non sono solo appannaggio dell’estrema destra, ma sono largamente diffuse anche tra i partiti che abusivamente occupano il centro e la sinistra dell’arco costituzionale.

Sul tema del conflitto sociale Pd e terzo polo hanno idee simili a quelle di Lega, FdI, FI.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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