Corridoio Nord-Sud e il futuro dell'Afghanistan: dalla devastazione Usa ad un hub regionale?

1536
Corridoio Nord-Sud e il futuro dell'Afghanistan: dalla devastazione Usa ad un hub regionale?


di Leonardo Sinigaglia


Dopo due decenni di occupazione militare, di violenze contro la popolazione civile e di grano tagliato per fare posto alle coltivazioni di oppio guardate a vista dai signori della guerra filo-occidentali, nell’agosto del 2021 il popolo afgano riusciva a scacciare l’occupante e a liquidare l’amministrazione coloniale di Kabul. L'Afghanistan, da cinquant’anni in un costante stato di guerra, poteva finalmente ritrovare unità e stabilità attorno a un governo, quello del neonato Emirato Islamico, dotato di grande sostegno popolare, specialmente nelle zone rurali. Per vendicarsi dell’affronto subito con l’ignominiosa fuga dalla capitale, speculare a quella già avvenuta da Saigon nel 1975, gli Stati Uniti promossero l’isolamento diplomatico ed economico del paese, requisendo le sue riserve aurifere e imponendo il solito regime sanzionatorio, contribuendo così a una catastrofe umanitaria responsabile della morte di migliaia di cittadini afgani innocenti.

Nonostante l’assedio occidentale, l’Afghanistan ha saputo restare in piedi. Il nuovo potere, a discapito di ogni previsione, non solo è rimasto al suo posto, ma ha anche avviato importanti progetti capaci di gettare le basi per lo sviluppo economico e l’industrializzazione del paese. Ciò è stato possibile perché, mentre l’Occidente, dopo aver distrutto e condannato all’instabilità l'Afghanistan, contava di lasciar morire di fame un intero popolo, tutti i paesi della regione, ispirati dai principi di uno sviluppo condiviso e cooperativo, si sono da subito mostrati interessati a sviluppare il dialogo e stabilire partenariati. In prima fila, ovviamente, la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, che a più riprese hanno ospitato tavoli di trattative con i rappresentanti del governo talebano, e a cui Kabul guarda con particolare interesse. Nel settembre 2023 la RPC è stata il primo paese a nominare un ambasciatore ufficiale in Afghanistan dopo la cacciata degli americani, e il governo dell’Emirato ha esplicitato la sua volontà di aderire formalmente alla Via della Seta e ad ospitare grandi investimenti cinesi nel settore minerario[1].

Se adeguatamente potenziato a livello infrastrutturale (e risolti i problemi di sicurezza), l’Afghanistan potrebbe giocare un ruolo importante nei collegamenti tra Asia Centrale e subcontinente indiano oltre che tra Cina e Iran. Da ciò le casse dello Stato afgano e la popolazione del paese non potrebbero che trarne giovamento. Per l'Afghanistan, paese tra i più poveri e arretrati al mondo dal punto di vista produttivo, l’attrazione di investimenti stranieri, per quando ancora in settori come quelli estrattivo e manifatturiero, rappresenta un concreto passo in avanti. Se la sicurezza alimentare può essere garantita unendo alla riconversione dei vasti terreni destinati alla produzione di oppio sotto l’occupazione americana l’introduzione di macchinari e derrate stranieri, l’avvio della modernizzazione produttiva, in questa fase, non può che essere realizzata attraverso un’integrazione nell’economia regionale che veda l’Afghanistan sfruttare i vantaggi comparativi di un’economia ancora fondata sul settore primario, con una popolazione per la maggior parte ancora residente nelle zone rurali, occupando quelle nicchie produttive a minor valore aggiunto lasciate scoperte dai paesi in via di sviluppo più avanzati.

Il governo dell’Emirato sembra assolutamente consapevole di ciò, e intento a moltiplicare gli accordi e i partenariati con i suoi vicini. A seguito di un incontro con i rappresentanti di Kazakistan e Turkmenistan, il ministro del commercio afgano, Nooruddin Azizi, ha annunciato il raggiungimento di un accordo per creare nel paese un polo logistico per l’export regionale[2]. Questo polo, il cui progetto sarà realizzato entro due mesi dai tecnici predisposti, si troverà nel distretto di Herat, nella parte occidentale del paese, e, secondo il ministro Azizi, porterà al potenziamento del trasporto sia ferroviario che su gomma, proponendosi come parte del Corridoio Nord-Sud costruito da Russia e Iran per promuovere l’interazione economica verticale dell’Eurasia. In particolare il governo afgano si aspetta di accogliere il transito dei volumi crescenti di petrolio russo inviati verso il Pakistan e altri paesi della regione. Secondo il Ministero del Commercio, la capienza petrolifera iniziale del polo si assesterà su un milione di tonnellate.

Seguendo l’esempio dei paesi eurasiatici, l’Occidente dovrebbe rendersi conto che solo lo sviluppo socio-economico dell’Afghanistan potrà portare a una modernizzazione culturale e civile del paese. Lo sviluppo del settore manifatturiero e la necessità di includere le donne nella forza lavoro farà compiere passi avanti per l’emancipazione femminile nel paese semplicemente impensabili sotto il precedente regime, quando il paese era condannato ad essere un’immensa piantagione di papaveri da oppio e un poligono di tiro per i droni statunitensi. Il governo dei Talebani, per quanto sicuramente deprecabile per certe sue politiche, si mostra concretamente interessato allo sviluppo del paese, e così facendo all’emancipazione storica dei quaranta milioni di abitanti dell’Afghanistan. La vittoria dei talebani in questo senso assume un duplice valore progressivo: l’aver indebolito le forze dell’imperialismo; l’aver dischiuso la via per un percorso capace di superare l’attuale configurazione socio-economica nazionale. Nella sua contraddittoria concretezza, l’attuale realtà permette comunque molta più speranza di quanta mai possano averne dato i miraggi “occidentalizzanti” del precedente regime d’occupazione.

 

[1] https://www.reuters.com/world/asia-pacific/taliban-says-plans-formally-join-chinas-belt-road-initiative

[2] https://www.reuters.com/markets/commodities/taliban-plan-regional-energy-trade-hub-with-russian-oil-mind-2024-05-02/

Leonardo Sinigaglia

Leonardo Sinigaglia

Nato a Genova il 24 maggio 1999, si è laureato in Storia all'università della stessa città nel 2022. Militante politico, ha partecipato e collaborato a numerose iniziative sia a livello cittadino che nazionale.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa di Giuseppe Masala Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo   Una finestra aperta Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo

Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande di Francesco Santoianni Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente di Marinella Mondaini Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

La rivolta sociale che non c'è di Giuseppe Giannini La rivolta sociale che non c'è

La rivolta sociale che non c'è

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia? di Michelangelo Severgnini Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia?

Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Le guerre e i conflitti stanno aumentando di Michele Blanco Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti