Caracas conferma che Washington ha autorizzato le compagnie USA ed europee a "negoziare e riavviare le operazioni" in Venezuela

Caracas conferma che Washington ha autorizzato le compagnie USA ed europee a "negoziare e riavviare le operazioni" in Venezuela

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Novità da Caracas sul fronte sanzioni. La vicepresidente del Venezuela, Delcy Rodríguez, ha confermato che il governo statunitense ha autorizzato le compagnie petrolifere statunitensi ed europee a "negoziare e riavviare le operazioni" con il Paese sudamericano, questo nel bel mezzo di un complesso pacchetto di sanzioni che Washington ha imposto contro Caracas per almeno un decennio. Evidentemente sanzioni ed embarghi contro la Russia fanno male e provocano danno, quindi Washington corre ai ripari. 

"Il governo bolivariano del Venezuela ha verificato e confermato la notizia circolata secondo cui gli Stati Uniti d'America hanno autorizzato le compagnie petrolifere statunitensi ed europee a negoziare e riavviare le operazioni in Venezuela", ha affermato Rodríguez tramite Twitter.

L'alta dirigente bolivariana ha sottolineato che il suo Paese "aspira" che questo tipo di decisione statunitense "avvii la strada per l'assoluta revoca delle sanzioni illegali" che colpiscono la popolazione venezuelana.

Rodríguez ha aggiunto che la comunità internazionale è consapevole che il Venezuela ha ottenuto una "ripresa economica con i propri sforzi" nonostante le "sanzioni illegittime" e "il blocco disumano" imposto contro il Paese da Stati Uniti, Unione Europea e altri governi vassalli di Washington.

"Il nostro popolo è orgoglioso del lavoro e dei risultati raggiunti negli ultimi tempi", ha affermato la vicepresidente, che ha sottolineato come il governo venezuelano, “in stretta osservanza dei suoi profondi valori democratici, continuerà a promuovere instancabilmente un dialogo fruttuoso in formati nazionali e internazionali".

Cosa avevano detto i media?

Prima della conferma di Caracas, l'agenzia di stampa AP aveva riferito, secondo le dichiarazioni anonime di alti funzionari del governo statunitense, i cambiamenti che Washington applicherà rispetto alle sanzioni e annunciato che l'amministrazione di Joe Biden consentirà alla Chevron Corp. di negoziare la sua licenza con la Petróleos de Venezuela (PDVSA) società pubblica venezuelana, ma non per perforare o esportare petrolio di origine venezuelana.

Altre agenzie, tra cui EFE, citando un alto funzionario dell'amministrazione Biden, sottolineavano la revoca del divieto alla compagnia petrolifera statunitense Chevron di negoziare con PDVSA e che l'esenzione dalle sanzioni ha l’obiettivo di provare a riattivare il dialogo tra l'opposizione e il governo venezuelano.

"Voglio chiarire che il governo sta facendo questo in risposta ai colloqui in corso tra il regime e il governo ad interim (di Juan Guaidó)", il commento del funzionario. La parziale revoca delle sanzioni includerebbe anche la rimozione di alcuni venezuelani vicini al governo dall'elenco delle persone sanzionate dagli Stati Uniti.

Da parte sua, il Wall Street Journal, in un articolo del suo comitato di redazione intitolato "Biden's dance with a Latino dictator", pubblicato lunedì, fa riferimento ai movimenti che il governo degli Stati Uniti e i Democratici starebbero portando avanti, con l'obiettivo di ristabilire le sue relazioni con il Venezuela e il presidente Nicolás Maduro.

Nel testo citano il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, che la scorsa settimana, in una delle sue conferenze stampa mattutine, ha affermato che "c'era già un accordo con il Venezuela per una compagnia statunitense per estrarre un milione di barili al giorno".

"Questo è un bene per il Venezuela, è un bene per gli Stati Uniti, è un bene per il mondo", aggiungeva il presidente.

Condizioni

Dallo scorso marzo è iniziato un riavvicinamento tra Stati Uniti e Venezuela. In quel mese, una delegazione nordamericana è stata ricevuta a Caracas dal presidente Maduro, che descriveva l'incontro come "rispettoso, cordiale" e "molto diplomatico".

Successivamente, il Venezuela ha rilasciato due prigionieri statunitensi che erano stati incarcerati: Gustavo Cárdenas, condannato per appropriazione indebita fraudolenta e corruzione, nonché per il reato di cospirazione per commettere un crimine; e Jorge Fernández, accusato di terrorismo.

Negli stessi giorni, dopo l'incontro, il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Ned Price, dichiarava che Washington avrebbe "riesaminato" alcune politiche sanzionatorie, ma a determinate condizioni.

"Riconsidereremo alcune politiche sanzionatorie se, e solo se, le parti compiranno progressi significativi nei negoziati guidati dal Venezuela in Messico, per realizzare le aspirazioni del popolo venezuelano per una democrazia vera e autentica".

Da parte sua, l'allora ministro degli Esteri venezuelano, Félix Plasencia, affermava che Caracas era disposta a collaborare con gli Stati Uniti per quanto riguarda il commercio di petrolio, purché fossero rispettate "la sovranità e la legittimità" del governo venezuelano.

"Spero che rispettino la sovranità e la legittimità del mio governo. Il presidente Maduro è l'unico e legittimo capo del governo del Venezuela. Possiamo fare molto insieme nel commercio del petrolio convincendoli a rispettarlo".

Nuovo ministro degli Esteri

Proprio oggi il presidente Maduro ha annunciato alcuni cambi nella squadra di governo bolivariana. C’è stato anche un cambiamento agli Esteri, Felix Plasencia viene sostituito da Carlos Faría, già viceministro dell’Industria nel 2011 con Chavez e poi ministro dell’Industria con Maduro nel 2016. 

Ma sopratutto Faría è stato Ambasciatore del Venezuela in Russia per 5 anni. Potrebbe trattarsi di un segnale molto eloquente rispetto a chi potrebbe paventare un allontanamento di Caracas da Mosca dietro alle aperture statunitensi. 

"Conosce tutte le lotte dei cambiamenti geopolitici e tutti gli sviluppi delle lotte per l'egemonia nel mondo”, dice di lui l’ormai ex ministro degli Esteri Plasencia. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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