Angelo D'Orsi, 10 febbraio. Le narrazioni tossiche sulle foibe non possono essere "verità di Stato"
E siamo di nuovo alla ricorrenza del "Giorno della Memoria": 10 febbraio.
Di anno in anno la narrazione tossica, che prescinde si può dire quasi completamente dalla verità storica, fa passi avanti. Ormai siamo davanti a una "verità di Stato", indiscutibile quanto obbligatoria.
I miei colleghi storici non hanno fatto molto per opporsi a questo processo che ha pochi esempi non solo in Italia ma a livello internazionale, di come la politica, i media e il mercato possano suggerire, inventare, e poi cavalcare degli avvvenimenti per farne armi contro gli avversari ideologici. L'incessante campagna sulle "foibe" non è che una riproposizione dell'anticomunismo nella sua forma più virulenta. Purtroppo le massime autorità dello Stato, a cominciare dalla Presidenza della Repubblica si sono prestate, nello scorso ventennio, a questo incredibile uso politico della storia spinto fino alla falsificazione: la menzogna in storiografia non è solo cambiare le cose, ma è anche nascondere da un lato, ingigantire da un altro, dire mezze verità, che finiscono per essere interamente bugie, in quanto cambiano se non i fatti la percezione e l'impiego di quei fatti nel discorso pubblico.
Oggi, 10 febbraio 2021, giunge notizia che in un centro non lontano da Torino, Alpignano, è stata inaugurata la "Panchina del Giorno del Ricordo", alla presenza addirittura del presidente della Giunta Regionale: la panchina è stata collocata, con tanto di deliranti discorsi, di fronte a un'altra panchina disposta precedentemente dedicata alla Shoah.
E così il gioco è fatto. Nazifascisti e comunisti messi sullo stesso piano: Auschwitz uguale Basovizza (e la sua foiba inventata). Ma nessun ebreo leva una voce contro questa infamia? E gli storici? Tacciono o parlano poco e con cautela.
La cosa più scandalosa che il vero fatto tragico a cui si riferiva la legge istitutiva del Giorno del ricordo (2004), ossia l'esodo, è stato poi completamente obliterato, e stiamo da allora soltanto raccontando le foibe, con un accanimento pari alla mancanza di documenti. E anche quando si parla dell'esodo viene tranquilament addossato ai "comunisti titini", prescidendo dal contesto che erano gli accordi di pace, in cui l'Italia era un Paese sconfitto che, nell'occupazione della Jugoslavia si era peraltrato macchiata di orrendi e innumerevoli crimini non solo contro i partigiani jugoslavi (accanto ai quali numerosi erano gli italiani), ma contro la popolazione civile.
Sicchè coloro che seriamente hanno lavorato sul tema (Alessandra Kersevan, Sandi Volk, Claudia Cernigoi e pochissimi altri) sono finiti sul banco degli imputati di "negazionismo"; di nuovo la subdola, disonesta e vigliacca confusione tra foibe e lager!).
Siamo a un passo dalla follia. Occorre reagire. Chiamare a raccolta storici e politici seri, commentatori onesti (ce ne sono ancora...), e realizzare in ogni situazione e con ogni mezzo non "un'altra verità", ma "LA VERITA'".
Nel mio Canale You Tube inauguriamo oggi una terza Sezione, dopo "Lectio Brevis" e dopo "Due o tre cose che so di Gramsci": "I magazzini della storia" dedicata a Conferenze e seminari. La durata può essere più lunga della "Lectio brevis".
Naturalmente non si è obbligati a seguire tutto. Non si è obbligati ad ascoltare, o a leggere. Ma se si vuole capire come si è arrivati a questa follia, forse qualche spunto lo si trova in questa conferenza (che risale al 2019). Aggiungo che trattandosi di una conferenza, peripiù in una sede popolare, in un contesto di amici e compagni, non di una lezione, ci possono essere battute di spirito, frasi provocatorie, canzonature, e quant'altro: chiedo venia. Si badi alla sostanza. Grazie!