Afghanistan: azzerata la produzione dell'oppio
di Francesco Corrado
La notizia, confermata ufficialmente, è che in Afghanistan i talebani hanno azzerato la produzione di oppio. Per la seconda volta. La cosa si era verificata già nel 2001. Per la precisione la produzione era scesa del 94% rimanendo la produzione residua solo nel territorio del nord sottratto al controllo dei talebani; l'avvenimento aveva ottenuto grande pubblicità ed il lavoro fatto era stato riconosciuto dalle Nazioni Unite. Venne definito da esperti del settore come l'evento più drammatico nella storia del contrabbando di narcotici. Nel 2001 i talebani, una volta ottenuta la vittoria nella guerra civile contro i mujaheddin, guadagnato il controllo su quasi tutto il territorio dell'Afghanistan, hanno messo fuori legge la produzione di oppio che in quel paese era stata rampante dagli anni '80, quando CIA e servizi britannici ne introdussero la coltivazione in larga scala per aiutare i mujaheddin che combattevano contro i russi. Infatti l'uso del commercio di stupefacenti per sostenere conflitti non dichiarati né finanziati regolarmente, è una costante della politica dei paesi occidentali USA in testa, tanto che la geopolitica del narcotraffico segue pedissequamente quella dei conflitti.
Per chi non si fosse mai addentrato nella materia, ricordiamo che furono certamente i francesi ad inaugurare questa modalità operativa durante la guerra di Indocina (cioè la guerra del Vietnam francese) degli anni '50. Per conquistare la fiducia di alcune popolazioni locali e al fine di poterle usare nella guerra, i francesi proposero agli alleati locai di coltivare oppio il cui raccolto sarebbe stato comprato in blocco, al fine di migliorare le condizioni economiche delle tribù coinvolte. Il terminale delle spedizioni di oppio era la Francia dove si raffinava per poi vendere l'eroina nel resto dell'occidente. L'organizzazione criminale che aveva il quasi monopolio del commercio dell'eroina era la famosa mafia marsigliese o corsa, cui di fatto venne garantita impunità, e che in quegli anni divenne celebre in tutto il mondo. I sui elementi di spicco, di fatto, erano quasi tutti corsi ma di stanza a Marsiglia.
All'inizio degli anni '60, dopo la resa dei francesi e con l'arrivo degli americani in Vietnam, il commercio continuò ed aumentò di volume. A cambiare, inoltre, fu il terminale occidentale dell'oppio prodotto in Indocina: non più i marsigliesi ma la mafia siciliana. Così, mentre la criminalità francese veniva sbaragliata in quanto non più utile al progetto geopolitico, a diventare protagonista della scena fu la Sicilia. Nelle raffinerie siciliane, alcune delle quali erano enormi, grazie anche al lavoro di "tecnici" che avevano lavorato per i marsigliesi, si lavorava l'oppio per ottenere l'eroina che finiva sul mercato europeo ma soprattutto americano.
Questa era la dinamica del sistema della droga, che portò alla nascita di un commercio poi scoperto negli anni '80 dalla mega azione giudiziaria condotta da FBI, magistratura italiana (giudici Falcone, Sciacchitano) ed elvetica, nota come Pizza Connection, che in Italia confluì nel Maxiprocesso a Cosa Nostra. In quegli anni, siamo nei '60, la produzione di oppio in Afghanistan era risibile: qualche tonnellata. Era l'Indocina a farla da padrona. Tutto cambia quando, a causa dell'intervento sovietico in Afghanistan, gli USA si inseriscono nella vicenda finanziando i mujaheddin. Anche in quel caso il parlamento statunitense non finanziò la guerra occulta degli USA che, per sostenere i mujaheddin, incentivarono alla coltivazione di oppio fornendo anche assistenza di carattere agronomico. Così l'Afghanistan divenne il principale produttore mondiale di oppio e poi, una volta dotatosi delle raffinerie, di eroina.
Alla luce delle loro idee religiose e politiche i talebani hanno sempre avversato la produzione ed il consumo di droghe, che peraltro nel paese erano diventati un problema serio. Infatti, dopo la guerra contro l'Unione Sovietica, i vari gruppi di mujaheddin, dediti al narcotraffico, sono rimasti nel paese comportandosi come dei gangster. Questi guerriglieri che mantenevano la propria milizia col narcotraffico sono stati proprio l'obiettivo dei talebani che, per quanto possano sembrare deliranti, certamente hanno cercato di sottrarre l'Afghanistan all'arbitrio delle bande armate. Così, come detto sopra, una volta preso il possesso di quasi tutto il paese eliminarono la coltivazione del papavero che rimase concentrata solo nel nord, nelle mani della cosiddetta Alleanza del Nord: signori della guerra che campavano di narcotraffico.
Quando si trattò di invadere l'Afghanistan, prima che arrivassero gli eserciti, esponenti della CIA e della Delta Force, ma non solo, presero immediatamente contatto coi signori della guerra dell'Alleanza del Nord.
Quindi ricapitoliamo: nell'estate 2001 l'operazione di estirpamento dell'oppio ad opera dei talebani venne considerata compiuta, però 5 mesi dopo, gli USA invasero il paese e subito la produzione di oppio riprese. E riprese a ritmi vertiginosi tanto che nel 2005 l'Afghanistan era tornato ad essere il più grande produttore al mondo di oppio/eroina e nel 2010 produceva il 90% dell'oppio mondiale (wikipedia) quindi da solo produceva nove volte più oppio del resto del mondo messo insieme. Negli anni successivi si è arrivati ad un parossismo senza precedenti nella storia del narcotraffico: ricordando che il rapporto tra oppio ed eroina è di 10 a 1, cioè ci vogliono 10 kg di oppio per fare 1 kg di eroina, l'Afghanistan è arrivato a produrre oltre 1.000 tonnellate di eroina, non oppio, ma eroina, con il Messico secondo produttore con appena 50 tonnellate, la Colombia terza con 20 e la Birmania quarta con meno di 2 tonnellate annue. Addirittura si è stimato che la produzione afghana fosse il doppio del fabbisogno mondiale.
Una volta che gli USA hanno creato il nuovo stato afgano, il presidente Karzai, marionetta nelle mani degli USA, come uno dei primi atti di governo, ha legalizzato la coltivazione di oppio. Tutto questo mentre sui media mainstream si ripetevano menzogne a proposito del lavoro fatto dalle forze armate occidentali per debellare la coltivazione di oppio. Nel 2018 lo Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction, cioè l'autorità preposta dal governo USA per la ricostruzione dell'Afghanistan, ha pubblicato un rapporto sulla storia recente del narcotraffico in Afghanistan in cui ha dichiarato che non è mai esistita una sola prova che i talebani abbiano trafficato in narcotici né che ne abbiano approfittato in modo indiretto in forma di tassazione o simili.
Il giornalista Seth Harp, dopo un approfondito lavoro di indagine, che ha portato alla pubblicazione di un libro in materia, afferma: "Il governo afghano sostenuto dagli USA era, a tutti i livelli ed in tutte le regioni del paese, o direttamente implicato nella produzione dell'oppio o ne traeva profitto in termini di tassazione o di estorsione. Tutti i signori della guerra locali che hanno appoggiato il governo di Karzai prima e quello di Afghani poi, erano noti trafficanti." E il buon Harp, nel suo libro, di nomi e cognomi ne fa a bizzeffe a partire dai parenti di Karzai per continuare coi ministri del suo governo e di quello successivo e continuando coi vari signori della guerra che hanno appoggiato gli USA nella campagna militare di Afghanistan.
I dati economici ci dicono che l'oppio durante l'occupazione americana era, come fatturato, la prima attività economica del paese. Ed infatti lo US Institute of Peace, che è un ente finanziato dal Congresso USA, ha criticato la scelta dei talebani di eliminare (per la seconda volta) l'oppio, perché questa scelta precipiterà il paese in una crisi economica durissima. A dire cose simili sono stati anche accademici afghani.
Che dire? La storia della guerra in Afghanistan verrà scritta dagli storici come è giusto che sia. Dipaneranno le molteplici menzogne su cui si è basata, non ultima quella che dipingeva i talebani come narcos accaniti. Chiunque abbia seguito le vicende storiche degli ultimi 80 anni sa che molti governi occidentali hanno collaborato attivamente con le organizzazioni criminali coinvolte nel narcotraffico, dando loro protezione; ne sappiamo qualcosa in Italia. La cosa ha riguardato non solo l'Asia e la geopolitica dell'eroina ma anche il Sudamerica e la geopolitica della cocaina: vale per tutti l'esempio dell'epidemia di crack negli USA, causata dalla protezione garantita ai narcotrafficanti di coca che finanziavano i contras.