A chi giova l'overtourism?
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di Antonio Di Siena
L’articolo di Lucia Tozzi sull’overtourism sottolinea uno dei temi centrali di Turisti a casa nostra: il turismo non è una semplice “industria” ma un modello di welfare surrogato.

Si poggia infatti su crisi economica, austerità e impoverimento generalizzato; promuove il drenaggio costante di risorse dal basso verso l’alto e - contemporaneamente - assorbe disoccupazione nella filiera trasformandola in manodopera precaria e a basso costo. Esentando così Stati ed enti locali dal promuovere diritti e occupazione stabile. Il risultato è la gestione del conflitto sociale e la nascita di un nuovo ordine economico: un vero e proprio sistema di governo delle città del Sud Europa.
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"TURISTI A CASA NOSTRA" -

Un tempo la crisi greca bruciava in eurovisione, oggi ne restano solo le macerie. Eppure è ancora lì, solo più silenziosa. Da emergenza transitoria si è fatta dispositivo permanente, lo stesso che svuota e trasforma Napoli, Siviglia, Palermo, Porto, Salonicco.Turisti a casa nostra racconta questa transizione: la crisi non finisce, si fa sistema e metodo di governo. Atene è lo specchio, ma nel riflesso si riconosce il destino di tutte le città del Sud Europa: lo sfratto come riqualificazione, il turismo come politica economica e ammortizzatore sociale. Un viaggio nel nuovo ordine urbano, dove la ripresa non supera la crisi, ma la monetizza. La casa diventa asset, il quartiere piattaforma, la città – e i suoi abitanti – un contenuto da social network: una destinazione da narrare, instagrammare, condividere, consumare.
Tra inchiesta, saggio e narrazione, il libro intreccia esperienza diretta e analisi politica in un atlante del dopo-crisi, una mappa del potere che colonizza lo spazio urbano e l’immaginario di chi lo abita. Un libro che nasce in Grecia, ma parla di tutte le città che abbiamo già perso. E di quelle che, forse, possiamo ancora difendere.
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Si poggia infatti su crisi economica, austerità e impoverimento generalizzato; promuove il drenaggio costante di risorse dal basso verso l’alto e - contemporaneamente - assorbe disoccupazione nella filiera trasformandola in manodopera precaria e a basso costo. Esentando così Stati ed enti locali dal promuovere diritti e occupazione stabile. Il risultato è la gestione del conflitto sociale e la nascita di un nuovo ordine economico: un vero e proprio sistema di governo delle città del Sud Europa.
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Un tempo la crisi greca bruciava in eurovisione, oggi ne restano solo le macerie. Eppure è ancora lì, solo più silenziosa. Da emergenza transitoria si è fatta dispositivo permanente, lo stesso che svuota e trasforma Napoli, Siviglia, Palermo, Porto, Salonicco.Turisti a casa nostra racconta questa transizione: la crisi non finisce, si fa sistema e metodo di governo. Atene è lo specchio, ma nel riflesso si riconosce il destino di tutte le città del Sud Europa: lo sfratto come riqualificazione, il turismo come politica economica e ammortizzatore sociale. Un viaggio nel nuovo ordine urbano, dove la ripresa non supera la crisi, ma la monetizza. La casa diventa asset, il quartiere piattaforma, la città – e i suoi abitanti – un contenuto da social network: una destinazione da narrare, instagrammare, condividere, consumare.
Tra inchiesta, saggio e narrazione, il libro intreccia esperienza diretta e analisi politica in un atlante del dopo-crisi, una mappa del potere che colonizza lo spazio urbano e l’immaginario di chi lo abita. Un libro che nasce in Grecia, ma parla di tutte le città che abbiamo già perso. E di quelle che, forse, possiamo ancora difendere.
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