500 miliardi di buoni motivi per rompere il vincolo esterno

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500 miliardi di buoni motivi per rompere il vincolo esterno

 

L’Italia dovrà rinnovare 500 miliardi di debito entro la fine del 2024. Con la BCE che ha chiuso i rubinetti e in piena recessione inflazionistica (largamente autoindotta). Cosa potrebbe mai andare storto?



Vale la pena ricordare che in condizioni normali, cioè in uno Stato sovrano, quel debito non sarebbe un problema,

Ma noi non ci troviamo in condizioni normali.

Innanzitutto perché ci finanziamo solo a debito.

Poi perché lo facciamo addirittura in un una valuta che non emettiamo né controlliamo (l'euro).

Uno Stato sovrano con la propria Banca Centrale infatti può finanziarsi in vari modi. Anche senza emettere nuovo debito.

Può finanziarsi facendo emettere moneta direttamente dal Tesoro.

O, ancora, la Banca Centrale può finanziare direttamente le spese del Tesoro senza che questo emetta il corrispettivo in Titoli di Stato, per esempio come accadeva in Italia prima del divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro.

Oppure uno Stato potrebbe finanziarsi facendo acquistare alla propria BC una perpetuità (un Titolo di Stato senza scadenza e a tasso zero).

Senza tenere conto che una Banca Centrale può affrontare senza problemi qualsiasi passività denominata nella moneta che emette. Potrebbe insomma semplicemente cancellare con un tratto di penna dal proprio bilancio i Titoli di Stato in suo possesso.

Quei 500 miliardi di debito da rinnovare potrebbero essere un’occasione anziché un problema.

Se venissero rinnovati per esempio attraverso l’emissione di una perpetuità (un TdS senza scadenza e a tasso zero da 500 miliardi) acquistata dalla propria BC, vorrebbe di fatto dire sterilizzare 500 miliardi di debito pubblico. Circa il 20% del totale.

Ovviamente si tratta di una soluzione (come le altre prospettate) che dentro la gabbia dell’Unione Europea e dell'euro è semplicemente impossibile. O improponibile.

Gilberto Trombetta

Gilberto Trombetta

43 anni, giornalista politico economico e candidato Sindaco di Roma con la lista Riconquistare l'Italia del Fronte Sovranista Italiano

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