1 giugno. "I bambini morti del Donbass ci guardano dal cielo"

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1 giugno. "I bambini morti del Donbass ci guardano dal cielo"

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di Marinella Mondaini

Come ogni anno il 1 Giugno ricorre la Giornata Internazionale per la Difesa dei Bambini, ma col passar degli anni questa ricorrenza si copre sempre più d’infamia. Infamia per la cecità e l’incapacità dei dirigenti politici di fermare le guerre e quindi proteggere i bambini dal coinvolgimento nei combattimenti, dalle violenze, abusi e sfruttamento, le cui statistiche sono sconvolgenti. Eppure l’ONU era nata anche con lo scopo di “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” (preambolo allo Statuto delle Nazioni Unite, 1945)

Nel dicembre scorso, il rapporto di Save the Children per il 2022 stimava 468 milioni di minori viventi nelle aree di conflitto, in pratica un bambino su sei, e prevedeva per il 2023 un peggioramento della situazione. Il direttore dell’organizzazione Inger Ashing, scriveva che “le leggi globali che erano state istituite per proteggere i bambini dalle violenze peggiori che potevano essere commesse contro di loro si stanno sgretolando.

Il dramma e le sofferenze dei bambini dunque non accenna a diminuire, anzi sono in crescita.

Una testimonianza di questo ce la offre la giovane scrittrice di Lugansk, nel Donbass, Faina Savenkova. Ecco la mia traduzione del suo messaggio.

 

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di Faina Savenkova

 

I bambini morti ci guardano dal cielo.

 

Sono già tre anni che io, bambina della guerra, racconto al mondo come vivono i bambini del Donbass.

Ogni mio messaggio in occasione della “Giornata della Difesa dei Bambini”, si conclude con parole di speranza: la guerra deve finire e i bambini della guerra, che diventano sempre di più, potranno vivere una vita pacifica.

Ma questo è solo il mio desiderio. La guerra sta diventando sempre più brutale e spietata. All’Ucraina e all’Occidente non serve la pace, essi hanno bisogno di una guerra prolungata nella mia, grondante sangue, Patria.

I bambini muoiono ogni giorno nel Donbass o a Belgorod. Ma più muoiono i bambini, più sanguinosa diventa la guerra e più armi i paesi occidentali forniscono all'Ucraina.  Per loro noi siamo solamente un margine di errore nei calcoli statistici delle vittime civili, siamo dei numeretti che si possono non notare. Più di una volta mi sono rivolta all'ONU, all'UNICEF, ad Amnesty International, ai presidenti e agli opinionisti di vari paesi, ma purtroppo a loro noninteressa chi soffre a causa della guerra. Tacciono anche i principali media e i politologi. Non solo loro non ci ascoltano, ma accortamente non vogliono sentirci.  Ora mi chiedo: bisogna arrendersi e disperare? Penso di no. Come possono disperarsi le persone che hanno vissuto 10 anni in guerra e sono cresciute sotto i bombardamenti?  Adesso dormiamo praticamente con gli occhi aperti, aspettando il prossimo arrivo di un proiettile ucraino o di un missile inglese, ma noi siamo più forti di quanto possa sembrare.

Oggi, alla vigilia della Giornata dei bambini, piango i bambini morti del Donbass, Belgorod, Palestina, Iraq, Siria e di molti altri paesi.

Mi rivolgo ai cittadini dei popoli dei Paesi occidentali. E’ possibile che voi non sappiate cosa stanno combinando i vostri governi.  E’ possibile che a voi non importi nulla di noi, bambini della guerra. Ma la fornitura di armi all'Ucraina, la partecipazione dei vostri militari nei combattimenti in Ucraina porterà la guerra a casa vostra.

Le strade di Parigi o di Roma saranno deserte, come lo sono ora in Ucraina, perché voi tutti verrete mandati al fronte e i vostri figli moriranno, come ora muoiono nel nostro Paese. Ricordatevi di questo.

Rudyard Kipling una volta disse: "La gentilezza dei giapponesi deriva dalla diffusa e vistosa abitudine di portare spade ovunque".  Con la guerra è la stessa cosa.  Perciò, siamo gentili verso gli altri, perché nessuno rimarrà a lungo in silenzio! Proprio come a suo tempo non sono stati zitti il Donbass e la Russia.

Tempo fa fui spinta alla creatività dal rumore delle bombe ucraine che cadevano.  Era molto forte e spaventoso, credetemi... Non c'è nulla di più terrificante di una guerra che si svolge attorno a casa tua. Ma io continuerò a scrivere libri, dove parlerò del Bene e della Pace. E un giorno andrò sicuramente a Kiev, dove racconterò ai miei coetanei di quello che ho sofferto e visto in prima persona. Penso che tutti avremo di che ricordare e qualcuno e qualcosa per cui versare lacrime. Credo che, se non noi, almeno la prossima generazione nella mia Patria vivrà in pace, senza il fracasso delle armi e delle morti. E celebreremo la Giornata Internazionale della Difesa dei Bambini. Una giornata, istituita su decisione del Congresso della Federazione Internazionale Democratica delle Donne poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma ormai dimenticata dall'UNICEF e dall'ONU. Una giornata di cui hanno così bisogno i bambini della guerra.

 

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