Zakharova denuncia: "Kiev ha assassinato la giornalista Prokofieva con una mina"

"Usano armi occidentali per eliminare i giornalisti che raccontano la verità". La Russia prepara una risoluzione al Consiglio di Sicurezza

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Zakharova denuncia: "Kiev ha assassinato la giornalista Prokofieva con una mina"

Una giornalista russa è stata uccisa e un operatore gravemente ferito in un attentato al confine tra Russia e Ucraina. L’incidente è avvenuto nella regione di Belgorod, dove l’auto della troupe del Primo Canale, la principale emittente televisiva russa, è saltata in aria dopo aver colpito una mina.

La vittima è Anna Andreevna Prokofieva, corrispondente di guerra, mentre il cameraman Dmitry Vladimirovich Volkov è rimasto ferito ed è stato ricoverato in condizioni critiche. La troupe si stava recando in zona per un reportage quando è caduta nell’agguato, che Mosca attribuisce a "militanti del regime di Kiev".

Il Ministero degli Esteri russo, attraverso la portavoce Maria Zakharova, ha definito l’attacco un "atto terroristico" e ha accusato le forze ucraine di perseguire una "strategia deliberata" contro i media russi.

"Solo negli ultimi giorni, quattro professionisti dell’informazione sono stati uccisi in attacchi mirati", ha dichiarato Zakharova, aggiungendo che gli autori degli attentati utilizzerebbero armi fornite dall’Occidente.

Mosca ha inoltre rivolto un appello alle istituzioni internazionali – tra cui UNESCO, ONU e OSCE – affinché condannino pubblicamente quello che definisce un "crimine contro la libertà di stampa".

Finora, né Kiev né le organizzazioni internazionali hanno commentato l’accaduto. Tuttavia, il governo ucraino ha più volte negato di colpire deliberatamente i giornalisti, sostenendo che ogni operazione militare avviene esclusivamente contro obiettivi legittimi.

L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione, in cui gli attacchi ai reporter sono diventati sempre più frequenti.

Zakharova ha chiesto una "risposta immediata" da parte delle agenzie per i diritti umani, avvertendo che "il silenzio equivarrebbe a complicità".

"Se le organizzazioni che dovrebbero tutelare la libertà di stampa taceranno ancora una volta – ha concluso – dimostreranno di essere guidate da doppi standard".

Intanto, mentre la Russia celebra Prokofieva come una "eroina dell’informazione", il regime di Kiev continua a scaricare propria frustrazione contro obiettivi civili e giornalisti.

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