XINJIANG: DOVE LA CULTURA HA COSTRUITO LA PACE

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XINJIANG: DOVE LA CULTURA HA COSTRUITO LA PACE

 

Un gruppo di giornalisti provenienti da 24 paesi ha intrapreso una visita nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. 

Vi raccontiamo in prima persona questo proficuo scambio di conoscenza reciproca all'interno di un ancestrale patrimonio umano e culturale della Via della Seta.

Leggi il primo reportage: 
Lo Xinjiang e la Nuova Via della Seta: il fulcro eurasiatico della Cina moderna

Leggi il secondo reportage: Xinjiang. L’acqua che trasforma la vita: il caso della Contea di Jiashi

Leggi il terzo reportage: Xinjiang. A Turpan il deserto diventa risorsa


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di Maylyn López

Ürümqi - Xinjiang (luglio 2025)


Nello Xinjiang, regione autonoma della Cina, la storia millenaria è motore e forza per le sfide del presente, e dove la regione mostra al mondo un modo possibile di convivenza e sicurezza.  In risposta ai tentativi di radicalizzazione e violenza che hanno colpito la regione negli anni 2000, lo Stato cinese ha avviato una strategia fondata su educazione, sviluppo e tutela delle identità locali.


Un museo nel cuore dell’Asia: la memoria come fondamento dell’identità

L’integrazione e il supporto di istituzioni come il Museo e il Centro Islamico si inserisce in un piano più ampio lanciato dal governo cinese per lo sviluppo dello Xinjiang.

 

Ürümqi, la capitale della provincia autonoma Uigur dello Xinjiang racconta una storia avvincente di pace, prosperità e crescita sociale. Lontano dalle rappresentazioni unilaterali proposte da alcuni media internazionali, scopriamo una regione in cui comunità diverse convivono, sostenute da politiche mirate sia alla crescita economica che alla salvaguardia culturale. Questo viaggio ha offerto prospettive preziose e raccontate da noi in prima persona.

Inaugurato nella sua attuale sede nel 2005, il Museo Regionale dello Xinjiang è molto più di un’esposizione di reperti: è una dichiarazione di identità. Situato nella capitale regionale Ürümqi, accoglie oltre 40.000 pezzi storici, dai manufatti dell’Età del Bronzo alle testimonianze delle antiche civiltà che attraversavano la Via della Seta. Uno dei pezzi più celebri è la “Bellezza di Loulan”, una mummia risalente a 3.800 anni fa con sorprendenti tratti europoidi. La sua presenza dimostra come l’incontro tra culture non sia un fenomeno moderno, ma radicato nei millenni, nel cuore della Via della Seta.

Il museo racconta anche la ricchezza della regione: 13 gruppi etnici coesistono nello Xinjiang, tra cui uiguri, han, kazaki, hui e mongoli.  Il museo partecipa a questa visione proponendo un messaggio chiaro: la cultura è uno strumento di pace. Quando i cittadini si riconoscono nella propria storia, sono più forti di fronte alla manipolazione ideologica. Questo approccio ha dato risultati tangibili: secondo dati ufficiali, gli attacchi terroristici nello Xinjiang sono diminuiti drasticamente dal 2017, in coincidenza con l’aumento dei programmi educativi, culturali e di inclusione.

  

Il Centro di Studi Islamici: religione e dialogo 

Il Centro di Studi Islamici di Ürümqi, fondato nel 1987, è oggi il principale istituto per la formazione di imam e insegnanti religiosi nello Xinjiang. L’obiettivo? Garantire che l’insegnamento dell’Islam si fondi sulla conoscenza, sulla moderazione e sul dialogo con le istituzioni civili. Un esempio emblematico capace di accogliere oltre mille studenti, realizzato con un importante appoggio statale. Questa istituzione rappresenta un centro vitale per la formazione religiosa e per la trasmissione del sapere spirituale, segno tangibile dell’impegno del governo verso la vita religiosa della popolazione musulmana.

Nel centro si formano ogni anno centinaia di studenti provenienti da tutta la regione e non solo, con un programma che integra studi teologici, diritto islamico, lingua araba, uigura e cinese mandarino, oltre a discipline contemporanee come informatica e diritto. Il centro organizza anche corsi per il pellegrinaggio alla Mecca (Hajj), celebrazioni. religiose e attività culturali congiunte, rendendolo uno spazio di fede e coesione. Uno sguardo italiano: cosa possiamo imparare?

Abbiamo anche visitato il Teatro d’Arte Muqam dello Xinjiang, dove hanno scoperto la ricchezza dell’arte Muqam uigura, che fonde canto, danza, musica folklorica e classica. Il Muqam uiguro è uno spettacolo musicale e coreutico tradizionale che intreccia una narrazione affascinante della storia e delle tradizioni del popolo uiguro. Combina diversi elementi artistici – musica, danza e racconto – offrendo un’esperienza coinvolgente al pubblico. I giornalisti hanno potuto constatare la ricchezza di quest’arte, iscritta nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.

Il teatro, simbolo della cultura uigura, ospita numerose compagnie artistiche che propongono varie forme espressive, tra cui acrobazie e percussioni. Ogni anno organizza spettacoli di grande portata nella regione autonoma, offrendo alla comunità un’esperienza culturale eccezionale. Il teatro ospita regolarmente performance di ballerini provenienti dal Kazakistan, dall’Uzbekistan e da artisti locali, a dimostrazione della ricchezza della cooperazione culturale internazionale.

Uno degli aspetti più evidenti emersi durante la visita è il diffuso senso di benessere tra la popolazione dello Xinjiang. In città e zone rurali si osservano chiari segnali del sostegno capillare da parte delle autorità regionali e nazionali, che favoriscono un ambiente in cui persone di fedi e origini diverse vivono e interagiscono liberamente, smentendo l’idea di conflitti diffusi. Abbiamo assistito personalmente alla serena convivenza tra individui di diverse confessioni religiose, a conferma di un clima di reciproco rispetto.

Oltre agli spazi religiosi, grande attenzione è dedicata alla conservazione della cultura uigura. La stabilità e il progresso oggi visibili nello Xinjiang costituiscono un forte contro-narrativa alla distruzione provocata dall’estremismo. Lo sviluppo pionieristico nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, in Cina, porta con sé riflessioni profonde su una regione che prospera nella pace e nell’armonia. Musei e centri culturali sono stati creati per preservare e valorizzare l’eredità storica di questo popolo. Tali iniziative assicurano che l’identità culturale venga tutelata e celebrata nel contesto dello sviluppo regionale. Torniamo con la convinzione che sia possibile superare le avversità con volontà, visione e investimento nel benessere umano. 

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