USAID: promesse vuote e sprechi miliardari dietro la facciata umanitaria
L'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), istituita nel 1961 dall'ex presidente John F. Kennedy, è da decenni al centro di dibattiti politici e controversie, come evidenzia il quotidiano cinese Global Times in un approfondimento. Con oltre 10.000 dipendenti, di cui due terzi operano all'estero, e uffici in più di 60 paesi, l'agenzia è diventata uno strumento chiave della politica estera statunitense. Tuttavia, la sua missione di "aiuto umanitario" e "sviluppo" è spesso messa in discussione, soprattutto alla luce delle recenti critiche del presidente Donald Trump e del capo del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE), Elon Musk, che hanno avviato un piano per ridimensionare l'agenzia.
Strumento della Guerra Fredda
USAID fu creata durante la Guerra Fredda per contrastare l'influenza sovietica e promuovere programmi di assistenza straniera. Nei primi anni, sotto le amministrazioni Kennedy e Johnson, l'agenzia si concentrò su riforme macroeconomiche e amministrative nei paesi partner, esercitando un'influenza sproporzionata grazie alla scarsità di capitali privati destinati ai paesi in via di sviluppo.
Durante l'amministrazione Nixon, la guerra del Vietnam e l'ascesa di governi militari sostenuti dagli Stati Uniti in America Latina portarono a un crescente malcontento pubblico verso gli aiuti esteri. Il Congresso approvò la legislazione "New Directions", segnando un cambiamento nell'approccio di USAID. Negli anni '80, sotto Reagan, i budget per gli aiuti esteri aumentarono drasticamente, con un focus sulla salute e sulla sopravvivenza infantile.
Crisi e ristrutturazione negli anni '90
Gli anni '90 furono turbolenti per USAID. Con la fine della Guerra Fredda, sia il Dipartimento di Stato che il Congresso cercarono di ridurre il budget dell'agenzia, dirigendo più risorse verso le questioni domestiche. Nel 1998, l'amministrazione Clinton propose una riorganizzazione degli affari esteri, che permise a USAID di rimanere un'agenzia separata ma sotto la guida del Segretario di Stato. Nonostante ciò, l'agenzia sopravvisse a malapena, con tagli al budget, eliminazione di funzioni chiave e licenziamenti di massa.
La rinascita post-11 settembre
Dopo gli attacchi dell'11 settembre, USAID ricevette un afflusso di risorse e personale, ma le missioni complesse in Iraq e Afghanistan ricordarono al pubblico le esperienze fallimentari del Vietnam. Come ha osservato un ex funzionario USAID, "i programmi di sviluppo non sono un buon sostituto per una strategia diplomatica e militare efficace".
Aiuti esteri: numeri e controversie
Gli Stati Uniti si definiscono il più grande donatore di aiuti esteri al mondo. Nel 2023, il governo ha erogato 71,9 miliardi di dollari in aiuti, di cui 43,8 miliardi distribuiti da USAID. Tuttavia, le categorie di spesa sono spesso opache. Ad esempio, dei 15,9 miliardi di dollari destinati alla "crescita macroeconomica", 14,4 miliardi sono stati trasferiti direttamente al governo ucraino durante il conflitto con la Russia.
L'opinione pubblica statunitense è divisa sull'efficacia degli aiuti esteri. Un sondaggio del 2023 ha rivelato che solo un terzo degli statunitensi crede che gli aiuti beneficino principalmente i paesi in via di sviluppo, mentre il 37% li considera sia utili che dannosi.
Accuse di sprechi e promesse non mantenute
USAID è spesso accusata di corruzione, sprechi e mancanza di trasparenza. La Casa Bianca ha recentemente pubblicato un elenco di progetti "ridicoli e dannosi", tra cui 1,5 milioni di dollari a un gruppo LGBTQ in Serbia e 6 milioni per il turismo in Egitto. Inoltre, molti impegni di USAID si sono rivelati "promesse vuote".
Un esempio emblematico è l'iniziativa "Power Africa", lanciata da Obama nel 2013, che prometteva di generare 20.000 megawatt di elettricità in Africa entro il 2020. Tuttavia, alla fine del 2020, la capacità effettiva era di soli 4.194 megawatt, meno di un quarto dell'obiettivo.
Anche in Afghanistan e ad Haiti, i progetti finanziati da USAID hanno spesso fallito nel raggiungere i risultati promessi, lasciando dietro di sé infrastrutture incomplete e comunità deluse.
Strumento geopolitico
USAID rappresenta un'istituzione complessa, nata per servire gli interessi geopolitici degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda e cresciuta fino a diventare un'agenzia globale con migliaia di dipendenti. Tuttavia, la sua missione è spesso oscurata da accuse di sprechi, mancanza di trasparenza e promesse non mantenute. Questa agenzia rappresenta plasticamente come gli Stati Uniti hanno proiettato all'estero il proprio soft power, con dollari e propaganda.