USA, Senato boccia la proposta di legge per sanzionare la CPI
Dal momento che sono emerse “preoccupazioni” sul fatto che la legge per sanzionare la Corte penale internazionale (CPI) avrebbe potuto essere utilizzata contro aziende e interessi statunitensi, ieri al Senato i democratici hanno bocciato un disegno di legge promosso dai repubblicani.
Il capogruppo al Senato dei democratici, oggi in minoranza, Chuck Schumer ha spiegato in aula, prima del voto, che "il disegno di legge sulla CPI è un disegno che sostengo ampiamente e che vorrei vedere trasformato in legge", tuttavia, per quanto io mi opponga al pregiudizio della CPI contro Israele, per quanto io voglia vedere questa istituzione drasticamente riformata e rimodellata, il disegno di legge che abbiamo di fronte è mal redatto e profondamente problematico”.
I repubblicani del Senato non sono riusciti a ottenere i 60 voti necessari per far avanzare la proposta di legge, con un conteggio finale di 54 a 45.
Secondo The Hill, i senatori dell'opposizione avrebbero cercato di "negoziare un compromesso bipartisan sulla proposta di legge per proteggere gli alleati dell'America e le aziende statunitensi che stipulano contratti con la corte dall'essere travolte dalle sanzioni". All'inizio di questo mese, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha votato 247-155 per approvare la proposta di legge che sanziona i funzionari della CPI in risposta all'emissione da parte della corte di un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per il genocidio dei palestinesi a Gaza sponsorizzato dagli Stati Uniti.
La legge propone sanzioni per qualsiasi straniero che aiuti la CPI nei suoi tentativi di indagare, detenere o perseguire un cittadino statunitense o un cittadino di un paese alleato che non riconosce l'autorità della corte.
I mandati di arresto della CPI accusano Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant di aver commesso crimini di guerra contro i palestinesi, tra cui l'uso della fame come arma a Gaza.
Tel Aviv e Washington hanno risposto sostenendo che la CPI non ha giurisdizione per processare i leader israeliani perché, in teoria, potrebbero essere processati in un tribunale israeliano.
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