Un vero sessantottino... con l'aggravante del ritardo di mezzo secolo

Un vero sessantottino... con l'aggravante del ritardo di mezzo secolo

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Di Maio è un vero sessantottino, con l'aggravante del ritardo di mezzo secolo, e dunque della piena consapevolezza di cosa significhi esserlo.
 
Come i sessantottini, ha usato il bisogno di giustizia della gente e il sogno della rivoluzione, ossia di un cambiamento profondo che portasse al bene comune, per affermarsi, come mai avrebbe potuto fare con le sue scarse capacità. Procedura molto liberista: si ignorano le regole per non essere sottoposti alle loro verifiche, ma le si riafferma non appena arrivino la notorietà, il denaro e il potere, in modo da legittimare la propria nuova posizione.
 
Opportunismo? Molto peggio: perché per fare i suoi interessi Di Maio ha bruciato la fiducia nella politica di milioni di italiani. Capisco che non fosse pronto a fare il martire (il coraggio uno non se lo può dare, diceva don Abbondio, geniale rappresentazione letteraria di un tipo di carattere diffuso in Italia), ma almeno un po' di dignità poteva mostrarla dimettendosi dal governo e dal Parlamento e ritirandosi a vita privata; invece, come Renzi, il suo unico scopo era, fin dal principio evidentemente, il successo personale. Leggo che il suo nuovo gruppo si chiamerà "Insieme per il futuro": roba da americani riempirsi la bocca di ciò che non esiste e che dunque è indimostrabile, oltre a non richiedere neppure un minimo di competenza.
 
Non rimpiango di avergli dato credito; l'unica volta che l'ho incontrato mi aveva fatto una buona impressione e non riesco, nonostante tutto, a dare ragione a quelli che pregiudizialmente lo disprezzavano in quanto bibitaro. Ma ora lo considero un rinnegato, un traditore, da sbattere in fondo all'inferno, nel nono cerchio, ma soprattutto da contrastare, sconfiggere; quale che sia il partito che lo accoglierà (o lo ha già accolto?), sarà per me il partito contro cui combattere. Cosa difficile, lo so, perché sicuramente si tratterà di un partito di gomma, aggregazione di arrivisti, trasformisti e conformisti, in sostanza dei personaggi che da decenni stanno immiserendo il nostro paese.

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

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