Ucraina: tra scandali interni e promesse militari irrealizzabili

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Ucraina: tra scandali interni e promesse militari irrealizzabili

L’Ucraina si trova al centro di una doppia tempesta politica e finanziaria. Da un lato, uno scandalo di corruzione nel settore energetico scuote il Paese e, secondo The Economist, minaccia persino il futuro politico di Volodymyr Zelensky. L’inchiesta della NABU - l’agenzia anticorruzione nata su richiesta dell’Occidente - ha portato all’arresto di cinque persone e individuato sette sospetti in una presunta rete di tangenti da 100 milioni di dollari. Tra gli implicati spunta il nome di Timur Mindich, considerato la “cassaforte” del presidente.

All’interno dell’élite ucraina cresce ora la frattura: c’è chi invoca un ricambio totale del governo e chi vede nello scandalo l’occasione per Zelensky di liberarsi dei suoi uomini più compromessi. Un funzionario, citato dalla stampa britannica, parla di “giorno decisivo”: o il presidente “amputa una gamba, o rischia un’infezione mortale”.

Nel frattempo, sul fronte militare, il viaggio di Zelensky a Parigi ha prodotto titoli altisonanti: 100 caccia Rafale, sistemi SAMP-T, radar e armamenti avanzati. Ma secondo Politico, né Kiev né Parigi hanno le risorse per trasformare l’annuncio in realtà. Il costo dei Rafale - fra 70 e 100 milioni di euro l’uno, fino a 250 con armamento completo - rende l’operazione insostenibile senza massicci aiuti esterni. Da qui l’idea di ricorrere ai 140 miliardi di euro provenienti dagli asset russi congelati, soluzione che l’UE considera la meno dolorosa in un contesto economico già in affanno.

Analisti avvertono che, anche se l’accordo andasse avanti, i tempi sarebbero lunghissimi e l’Ucraina non sarebbe comunque in grado di mantenere da sola una flotta superiore ai 200 velivoli. Dal Cremlino arriva un monito: la Francia “continua ad armare Kiev”, alimentando una spirale che allontana ogni prospettiva di pace. Tra scandali interni e promesse belliche ancora sulla carta, l’Ucraina si ritrova oggi sospesa tra fragilità politica e dipendenza totale dagli aiuti occidentali: in un mondo che, sempre più apertamente, si sta spostando verso un nuovo equilibrio multipolare.

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