Tunisia: la rivoluzione comincia adesso

Tunisia: la rivoluzione comincia adesso

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Riportiamo di seguito i passaggi salienti della conversazione avuta ieri sera in diretta streaming da Tunisi con Souheil Bayoudh, attivista e regista tunisino, di cui avevamo pubblicato pochi giorni fa la lettera aperta rivolta al Presidente Kaïs Saïed.

 

Nel frattempo le strade della Tunisia sono invase in questi giorni da gente festante che si raduna per dar vita a balli e ad espressioni di euforia, dimostrando di stare con la scelta del Presidente tunisino di sciogliere il Parlamento, applicando l’articolo 80 della Costituzione.

 

Ma l’Europa, e soprattutto la Turchia, si stanno già muovendo precipitosamente per permettere al partito islamista di Ennahdha di tornare a gestire le cose dello Stato e a svolgere la propria funzione di svendita del Paese.

 

Il link alla diretta trasmessa ieri sera:

https://www.facebook.com/exodusescapefromlibya/videos/965669337616053

 

Lasciami dire innanzi tutto che siamo stati profetici, perché avevamo fissato questa diretta alcuni giorni prima degli eventi di cui tutti stanno parlando in questi giorni.

 

Sì, hai ragione. E sai che c’è? La gente è euforica. E’ stato uno sfogo. Questi islamisti cui tutto era permesso hanno avuto una risposta.

 

Abbiamo pubblicato alcuni giorni fa questa tua lettera aperta al presidente Kaïs Saïed. Cosa ti ha spinto a scrivere questo appello al Presidente?

 

Quando arrivi ad una situazione in cui da anni ti fanno capire che sei un morto vivo, non puoi lavorare, viaggiare e vivere dignitosamente, allora ho pensato che lui avrebbe potuto capire, perché io sono pronto all’atto finale.

In Tunisia il potere è nelle mani di 200 famiglie oligarchiche feudali che hanno creato questa economia di rendita e non vogliono redistribuire le ricchezze. Controllano l’economia da decenni ma ora controllano anche il campo politico, giuridico e i media.

Ennahdha è il loro protettore, chiamato “Islam politico”, ma non ha nessuna differenza con l’Isis. Hanno la stessa ideologia e lo stesso scopo: creare un califfato internazionale.

 

Questa lettera mossa dalla disperazione alla fine è stata ascoltata dal Presidente.

 

Non è disperazione, è un’azione. Se non mi lasciano vivere, morirò almeno in dignità. Avevo consegnato personalmente al presidente Taboubi del nostro sindacato “UGTT”. L’avevo consegnata anche al presidente della Lega dei diritti umani, ma lui mi ha riso in faccia.

 

Chissà che non abbia ispirato la mossa di applicare l’articolo 80, quindi. Il titolo di questo evento è infatti “L’Islam politico e il collasso della Tunisia”. Ho vissuto in Turchia tanti anni, so bene come questo modello sia nato lì e sia stato poi esportato nei paesi del sud del Mediterraneo dopo le rivoluzioni arabe. Si pensava fossero spontanee, tu stesso eri in strada nei giorni della “rivoluzione”, ma poi si è capito che il disegno era portare la Fratellanza musulmana al potere. A dispetto della retorica europea, questo islam politico è stato in questi anni il miglior alleato della NATO e dell’Unione Europea. Qual è stato il ruolo di Ennahdha?

 

Queste famiglie di cui ti parlavo sono sempre state legate ai poteri colonialisti. Questo potere occulto oggi ha accettato gli islamisti, per cause geopolitiche. Ai tempi di Ben Ali si vendevano dall’esilio, Ghannouchi faceva la spia per il regime sudanese negli anni ’90. Ora stanno svendendo il paese con l’Aleca, un accordo economico tra Tunisia e Unione Europea, una nuova forma di colonialismo che permette ad ogni europeo di venire qua a fare quello che vuole senza essere mai punito da nessuna legge. Noi diventeremo spettatori nel nostro paese. Questi Islamisti sono in linea con l’ideologia neoliberista, la “cancel culture”, non credono nella cultura, nell’uomo. Sono delle bestie, creano una società di umanoidi ubbidienti.

 

Qui in Europa si è raccontato che la rivoluzione aveva portato democrazia, pluralità, libertà di espressione. Ma poi di fatto l’obiettivo era aprire la Tunisia ai capitali europei. La rivoluzione doveva consentire all’economia tunisina di prosperare, ma com’è stato possibile che i capitali europei siano andati di pari passo con l’ideologia islamista? Come è possibile la prossimità tra islam politico e la cooperazione allo sviluppo europea, quella che investe soldi per i progetti in ambito sociale, per la tutela del territorio? Come è stata possibile questa alleanza e dove ha portato?

 

10 miliardi di euro in questi anni non sono serviti a niente. L’obiettivo era la lotta contro l’immigrazione, ma dopo aver investito questi fondi l’immigrazione è più che raddoppiata. Ma chi ha preso i soldi? Come li hanno spesi? Non si sa niente. Gli Italiani in prima fila gestiscono le Ong in Tunisia e fanno il contrario di quello che dicono. E’ tutto occulto, stanno rovinando la Tunisia e generazioni di tunisini. Uno di questi siti si chiama “Tunisia in red”. Sono responsabili dei servizi televisivi sull’immigrazione trasmessi anche in Europa. Questa è una manomissione del militantismo tunisino. Noi non abbiamo diritto di militare, militano loro per noi. E’ stranissima questa simpatia di queste persone verso l’Islam politico. I fondi dalle Ong vengono distribuiti alla cosiddetta società civile, ma l’80% di questi fondi finiscono ai tentacoli della piovra islamica che hanno migliaia di associazioni. 

 

Il 25 luglio è la Giornata della Repubblica in Tunisia. Per questa occasione è nato il Movimento 25 luglio. Il presidente ha applicato l’articolo 80, ha sciolto il parlamento. E’ in corso anche un’emergenza di Coronavirus. Come si mescolano queste due emergenze?

 

E’ una cosa strana. Dal discorso del presidente in poi è scomparso il Coronavirus. E’ scomparso l’allarmismo nei media. I comunicati del ministero della sanità non ci sono più. Questo perché l’emergenza era uno strumento della Fratellanza musulmana per reprimere il dissenso e preservare il loro ruolo di non distribuire la ricchezza ma di mantenere il controllo della situazione. Per esempio, l’olio di oliva è diventato molto caro in Tunisia, nonostante noi siamo produttori. Da 4/5 anni si vende olio di semi importato. C’è un traffico mafioso. All’improvviso l’olio è tornato, anche il fosfato. Gli Islamisti sono dietro ad una grande macchina di impoverimento, disinformazione e panico generale. Il grande settore è l’immigrazione clandestina: qui i cittadini sono soffocati, ma se emigri poi dall’estero manderai soldi alla famiglia. E’ cinico. Se non parti finisci come me. Io stavo bene, ma adesso me l’hanno detto dei ministri: “tu sei intelligente, vattene sennò soffrirai”, me lo dicevano amichevolmente. O sei con gli islamisti, quindi un potenziale terrorista, o sei protetto dalle famiglie oligarchiche o te ne devi andare. Sennò muori.

 

Sui giornali in Italia si parla di Tunisia temendo un aumento dell’immigrazione. Ma questa mossa politica del Presidente a me pare un tentativo coraggioso per cambiare il modello e uscire da questa morsa e cambiare le cose.

 

I comunicati della maledetta e satanica Germania sono ambigui sull’applicazione dell’articolo 80. E’ la nostra Costituzione che lo prevede. Se il Presidente avverte un pericolo estremo può ricorrervi. In tutte le costituzioni esiste un articolo simile. Dalla Germania dicono: “Il Presidente ha applicato la costituzione. Non è un golpe, però chiediamo che il parlamento torni alla normalità”. Così gli Islamisti ribattono: “Vedi, l’UE e la Germania sono con noi”. Stanno provando a  polarizzare la gente e spingere verso la guerra civile. Creare il problema per dare la soluzione che però è un’occupazione. Il gioco è sempre più squallido., Questo Ben Ali non lo permetteva. I neoliberal in Europa sono pro-Islamisti.

 

Qui qualcuno ha parlato di golpe, riprendendo le dichiarazioni di Erdogan. Ennahdha sa che l’UE è pronta a sostenerli. Bizzarro sventolare lo spauracchio della fuga dei Tunisini perché al contrario proprio le politiche UE hanno favorito l’immigrazione, che proprio in questi mesi ha raggiunto cifre senza precedenti negli ultimi anni. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Lampedusa.

Eri in piazza domenica, cos’hai visto? Qual era l’atmosfera che si respirava?

 

Il potere islamista, come detto, è una declinazione del potere neoliberal globalista neofeudale. Tende a creare una nuova società post-umana, condizionata dai virus, dal non spostamento, dalla non vita. La risposta deve essere l’uomo post-politico che non crede che il politico e l’economico siano suoi amici in cerca del bene collettivo. La rivoluzione tunisina è stata post-politica. Ora l’hanno usurpata. In piazza ho sentito slogan che non erano frutto del linguaggio politico. Sono venuti esponenti dei partiti anti-Ennahdha, ma li hanno cacciati. I manifestanti scandivano parolacce contro Ennahdha. Era il popolo a parlare con il suo linguaggio semplice. C’era l’euforia della gente della strada. 

L’orizzonte post-politico è per me la risposta. Riprendiamo la nostra “Res publica”, bisogna tornare a badare all’interesse generale e collettivo. 

 

Qual è lo scenario che vedi ora? Come pensi che la situazione evolverà? Come pensi che il Presidente uscirà da questa situazione?

 

Il coprifuoco c’è sempre stato da quando è apparso il Coronavirus, lui ha solo aggiunto 2 ore in più a notte. Non è più un coprifuoco sanitario, ma di sicurezza, per un mese. La gente è euforica, sta con lui. Rifiuta il dialogo nazionale, perché è stata sempre una mossa di salvataggio per non far crollare gli Islamisti. Noi tutti rifiutiamo il dialogo nazionale. Tutte le forze internazionali, UE e Stati Uniti insieme alla Turchia, non vogliono che lui faccia quel che sta facendo. Ci sono forti pressioni perché non restituisca il diritto di vivere ai Tunisini, sono contro le forze patriottiche e contro la sovranità tunisina per far tornare questi demoni islamisti e il loro sporco lavoro di distruggere lo stato e svendere il paese. 

 

Possiamo dire che, essendo stato eletto direttamente dal popolo, Saïed rappresenti il popolo mentre il parlamento oggi è diventato il luogo dove questi poteri occulti si manifestano con i loro maneggi?

 

Sì, hai usato le parole giuste. La gente pensa che sia l’ultima chance. Quando il Presidente passeggiava per le strade la gente lo acclama gridando di scegliere il parlamento. Se lui cede questa volta alle pressioni della malefica Germania e dell’UE io personalmente sono pronto a morire. Siamo pronti a diventare un’altra cuba o un altro Venezuela con tutti gli embargo che vogliono, ma non di cadere nelle mani dell’UE che ci sta occupando attraverso gli islamisti. 

 

Nella lettera avevi annunciato uno sciopero della fame che immagino sia rimandato attendendo lo sviluppo degli eventi.

 

Avevo annunciato lo sciopero della fame ma la Lega dei diritti umani non mi ha concesso protezione e assistenza. La danno ai terroristi islamici ma non a me. Non mi hanno dato la possibilità di militare, di avere il diritto di morire in dignità. La Lega tunisina dei diritti umani, che ha ottenuto il Premio Nobel nel 2015 insieme al “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino”. Loro sono il primo nemico della Tunisia e delle persone oneste patriottiche vittime di questa congiura. Loro hanno rimesso in sella Ennahdha all’epoca ed è per questo che la gente non crede più nel dialogo nazionale.

 

Del resto ricordiamo che in Europa i primi sostenitori della Fratellanza musulmana sono Amnesty International e Human Rights Watch.

 

Esatto, i difensori dei diritti dell’uomo sono i primi sponsor del neoliberismo insieme a tutta la galassia legata a Soros. Sono loro i primi sostenitori degli Islamisti.

 

Mi piacerebbe che in Italia ci fosse un dibattito aperto su queste questioni e che fossero di dominio pubblico. Purtroppo non è così. Noi nel proprio piccolo ci proviamo. Grazie per averci restituito una fotografia impietosa a noi che siamo cittadini di questa disgraziata UE.

 

Patria o muerte.

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Ora dalle sponde siciliane anima il progetto "Exodus" in contatto con centinaia di persone in Libia. Di prossima uscita il film "L'Urlo"

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