Toti e quei reati "a fin di bene"
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di Antonio Di Siena
Dunque vediamo.
Pare che il buon Toti abbia manipolato i dati della sorveglianza epidemiologica durante la pandemia. In pratica qualcuno avrebbe gonfiato il numero dei contagi e dei malati per ottenere più vaccini dallo Stato a beneficio della regione Liguria e quindi dei cittadini liguri. Bene.
Se le cose stessero davvero così saremmo difronte a un reato privo di un guadagno economico ma, al contrario, ipoteticamente commesso “a fin di bene” (chissà, forse, vedremo). Ad ogni modo non è quest’ultimo aspetto che conta. Ciò che ritengo estremamente importante è riflettere su quanto segue: se un rappresentate delle istituzioni pubbliche, una delle massime cariche dello Stato, è pronto a delinquere anche senza un effettivo tornaconto personale (magari perché mosso dalla paura?), nel medesimo contesto cosa sarebbe disposto a fare un privato (o il dirigente di una fantomatica agenzia “indipendente”) che collabora gomito a gomito (spesso in palese conflitto di interesse) con chi quei vaccini produce e tramite i quali guadagna decine di miliardi? Rispondete con calma.