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The Independent: Negoziati segreti avevano quasi salvato Gheddafi
Dieci anni dopo le nefaste Primavere arabe emergono nuovi dettagli su uno degli obiettivi raggiunti dall'Occidente che ha strumentalizzato le proteste: L'eliminazione di Muhammar Gheddafi in Libia.
Infatti, un nuovo rapporto del quotidiano britannico, The Independent, ha rivelato il contenuto di negoziati segreti che avrebbero potuto salvare la vita del defunto leader libico, Muammar Gheddafi e, soprattutto evitare il caos e la distruzione che tuttora regna in Libia.
Il quotidiano britannico ha rivelato che i negoziati avrebbero portato il mondo più vicino alla risoluzione pacifica della crisi libica nel 2011, evidenziando che le due parti dei negoziati, governo e opposizione, avevano concordato una proposta in base alla quale Gheddafi, che governava la Libia da 42 anni, avrebbe rinunciato al potere e lasciato la politica, a condizione che le istituzioni della Jamaria libica continuassero il loro corso.
Tuttavia, il giornale ha aggiunto che i negoziati fallirono e il resto è storia nota: cattura ed esecuzione di Gheddafi da parte dei jihadisti vicino alla città costiera di Sirte.
L'ex ministro degli Esteri norvegese Jonas Store, che mediò l'accordo, nella sua rivelazione al giornale inglese, ha accusato Francia e Gran Bretagna di opporsi alla soluzione negoziata e ha ribadito in un passaggio essenziale: "Sentivo che non c'erano le intenzioni a Londra e Parigi su aperture per riflettere davvero sull'opzione diplomatica".
"Se nella comunità internazionale ci fosse stata la volontà di perseguire questa strada con una certa autorità e dedizione, credo che ci sarebbe stata un'apertura per ottenere un risultato meno drammatico ed evitare il collasso dello Stato libico", ha continuato.
Store, che ora è il leader del partito laburista di opposizione in Norvegia, ha indicato in un'intervista al giornale che l'allora segretario di Stato americano, Hillary Clinton, era desiderosa di negoziare, ma Francia e Gran Bretagna non erano interessate.
"Se ci fosse stata la volontà di farlo ... si sarebbe potuto immaginare una sorta di cessate il fuoco nella campagna militare per consentire ai diplomatici di entrare", ha spiegato Store.
"Ma l'operazione militare durava già da otto settimane, la dinamica sul campo stava cambiando e, francamente, la volontà di unirsi a un simile processo non c'era", ha sottolineato.
Store ha raccontato, inoltre, che due alti funzionari norvegesi erano nel palazzo presidenziale di Tripoli con Saif al-Islam quando la risoluzione delle Nazioni Unite fu emanata a New York, ed fu necessario farli attraversare di corsa il confine con la Tunisia dato l'immediato arrivo del primo aereo della NATO per gli attacchi.