Terza guerra mondiale e geopolitica dello spazio: intervista a Sirio Zolea

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Terza guerra mondiale e geopolitica dello spazio: intervista a Sirio Zolea

 

di Giulia Bertotto per l'AntiDiplomatico


L’essere umano, nella sua permanenza sulla terra, ha valicato confini sempre più estesi e ogni volta inimmaginabili per la propria epoca; è così che ha avuto bisogno di nuovi strumenti materiali e cognitivi per esplorare questi spazi. Oggi le frontiere delle esplorazioni ma anche delle trincee, si fanno sempre più insondabili e si allontanano dal pianeta che ci ospita.

Abbiamo intervistato Sirio Zolea, ricercatore senior di Diritto comparato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Roma Tre. Insegna corsi in italiano e in inglese di diritto comparato dei dati e dell'Intelligenza Artificiale. Attualmente, il suo campo di ricerca principale è il diritto dello spazio extra-atmosferico, soprattutto in relazione allo sfruttamento delle risorse spaziali e all'uso dello spazio da parte di soggetti privati.

Secondo Wikipedia “Il diritto aerospaziale è l'insieme di norme del diritto internazionale, approvate dagli stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, che regolano il regime giuridico dello spazio, dei corpi celesti e di tutte le attività a essi collegate, inclusi il transito e lo stazionamento di veicoli e altri oggetti”. Il trattato internazionale più importante (il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, del 1967) ebbe l’adesione di quasi tutti i Paesi impegnati nelle missioni spaziali, ossia Usa, URSS e Cina, e ancora oggi è alla base del diritto aerospaziale. Negli anni successivi furono sottoscritti altri accordi, relativi a materie specifiche, ad esempio la salvaguardia degli astronauti e la responsabilità per eventuali danni provocati dalle missioni.



L’INTERVISTA A SIRIO ZOLEA



Dottor Zolea, cominciamo dall’inizio, che cos’è il diritto dello spazio extra-atmosferico?

Si tratta di una branca del diritto che ha come ossatura un insieme di trattati internazionali multilaterali, accettati da tutte le potenze spaziali, che li hanno sottoscritti. Ricordiamo il Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico (1967), che si è tentato poi di arricchire con un Trattato sulla Luna (1979), che ha però avuto un numero limitato di ratifiche. Questi documenti nascevano dal lavoro della Commissione delle Nazioni Unite sull'uso pacifico dello spazio extra-atmosferico, a cui partecipano ben 74 Paesi - non un singolo attore, per quanto importante - e che, dal 1958, si riunisce una volta l'anno. Questi trattati, però, sono oggi in parte obsoleti rispetto alle capacità tecnologiche nello spazio e alle novità poste dal ruolo sempre più autonomo di attori privati. Vediamo anche la presenza di accordi più circoscritti, per esempio ad un determinato ambito di attività o siglati solo tra alcuni stati. Gli USA sono dal 2020 a guida degli accordi Artemis, per l'esplorazione del cosmo e lo sfruttamento economico delle risorse spaziali, nel quadro di un programma spaziale che prevede entro pochi anni il ritorno umano sulla Luna, per impiantarvi stavolta insediamenti stabili.

Di quale porzione extra terrestre stiamo parlando?

Si può cercare di definire un limite di estensione esterno ed uno interno per applicare il diritto dello spazio. Per quanto concerne il limite interno il problema che si pone è quello del confine tra lo spazio aereo ed extra-atmosferico. Su questo vi è un dibattito ormai pluridecennale, tra studiosi e presso le Nazioni Unite: alcuni ritengono che si debba intendere il limite in senso funzionale, fin dove può spingersi un aeromobile e da dove serve un’astronave, altri vorrebbero porre un limite oggettivo intorno ai cento chilometri sulla linea del mare.

La questione resta aperta...

Per quanto riguarda invece il limite esterno dell’ambito di applicazione del diritto dello spazio, esso non è stato ancora definito, ma in pratica un limite è dato dallo stato delle tecnologie umane. Attualmente, ciò che è al di fuori del Sistema Solare è oltre la nostra portata scientifico-tecnologica di arrivarvi, ed è dunque al di fuori del campo di applicazione effettivo del diritto extra-atmosferico.


Oggi lo spazio è alla mercè anche di mega imprenditori, fino a qualche decennio fa questa era davvero fantascienza. Stiamo parlando di scopi civili e commerciali...

Sì, la regolamentazione dei privati nello spazio è un tema bruciante, cambia infatti in maniera radicale le problematiche giuridiche che si pongono come la responsabilità per danni o l’appropriazione di risorse spaziali, che richiedono una revisione urgente. Parliamo del celebre Elon Musk con Space X ma anche del milionario inglese Richard Branson con la sua Virgin Galactic, che offre soprattutto voli spaziali suborbitali commerciali. La tecnologia per l’esplorazione e la mercificazione dello spazio è in rapida crescita e il diritto dovrà trovare nuovi strumenti di regolamentazione e basi di accordo per far fronte a queste istanze.  Gli Stati devono normare i loro imprenditori privati in un quadro di regole comuni. Gli Stati Uniti in particolare intendono portare un modello di libero mercato anche nello spazio, si tratta della cultura americana, in fondo riferibile al mito archetipico della frontiera del Far West, in fondo niente che debba stupirci. L’approccio cinese si caratterizza per un’idea dello spazio come motore dei piani di sviluppo economico strategico del paese in cui i privati hanno un ruolo importante ma ancillare rispetto al ruolo pubblico. C’è poi l’Europa che ha una grande difficoltà a ristabilire un proprio modello autonomo, per esempio fondato sul partenariato pubblico-privato. Si sta facendo trascinare molto dal modello americano, anche per via del ruolo espansivo degli Artemis Accords.


Che tipo di corpi artificiali, veicoli e altri oggetti di origine umana si muovono nel campo oltre l’atmosfera? Secondo Sky tg 24 su 4.550 satelliti che orbitano intorno alla Terra, 2.900 sono americani. Di questi, 150 sono militari. Russia e Cina possono contare rispettivamente su 125 e 129 satelliti militari, cifre raddoppiate in pochi anni[1].

Ci sono diversi oggetti spaziali con diverse funzioni: di tipo scientifico ed esplorativo, altri nel prossimo futuro saranno volti allo sfruttamento di risorse, sicuramente già oggi ce n’è con obiettivi di spionaggio. L’utilizzo di satelliti-spia non è contrario a quanto indicato dai Trattati internazionali, che proibiscono però di mettere in orbita armi di distruzione di massa. Contro i satelliti militari avversari, varie potenze sono dotate di armi anti-satellite. Alcune sono armi posizionate a Terra. Secondo gli USA, la Russia starebbe progettando o avrebbe già posto in orbita un simile strumento piazzato su un satellite. Si tratta di un’accusa fatta da avversari geopolitici e che la Russia ha negato, quindi non possiamo attribuirvi un valore oggettivo. Di certo, Russia, Cina, Usa e India possiedono armi anti satellite.

Come si inserisce l’Italia in questo scenario, sia dal punto di vista militare sia esplorativo di carattere scientifico?

L’economia spaziale italiana è piuttosto fiorente con un tessuto di piccole imprese all’avanguardia, e grandi imprese come Leonardo, Thales Alenia Space e Avio, al centro di un sistema di partenariato tra pubblico e privato. Nei consessi europei l’Italia dovrebbe cercare di farsi maggiormente portatrice degli aspetti virtuosi del proprio modello. Il nostro paese è carente per quanto riguarda il diritto dello spazio, perché da sempre manca di una sua legge. La presentazione di un disegno di legge è però annunciata come imminente.

Un vero Guerre Stellari mentre noi ce ne stiamo qui a guardare un genocidio sui social…Israele possiede questo tipo di armamenti?

Non mi risulta nello specifico, ma Israele riesce a mantenere molto riserbo sulle sue capacità militari, com’è stato anche per il suo programma nucleare.

In che modo la politica terrestre influenza e condiziona i confini e i rapporti tra le aree siderali? Come si esercita il controllo dello spazio?

Sicuramente la influenza molto e questo lo abbiamo visto fin dai suoi esordi con la corsa verso la Luna. Un conflitto nello spazio, che oggi alcune grandi potenze sarebbero tecnicamente in grado di realizzare, avrebbe esiti davvero tragici, forse un olocausto per gran parte della popolazione mondiale. La buona notizia è che un compromesso pacifico e collaborativo per l’esplorazione e lo sfruttamento nello spazio è stato cercato da più parti, come testimoniano i trattati degli anni ’60 e ’70, e ancora viene cercato. Lo riprova anche il fatto che la Stazione Spaziale Internazionale in questo momento continua a funzionare grazie all’impegno di astronauti russi e occidentali che lavorano insieme, malgrado il momento di fortissima e preoccupante tensione geopolitica. Questo è invece più difficile tra Stati Uniti e Cina perché nella legislazione americana ci sono delle clausole che impediscono agli enti americani di cooperare con quelli cinesi. Questo ha portato i cinesi a costruire una loro base intorno alla terra distinta dalla Stazione Spaziale Internazionale. 

Noi umani ci immaginiamo sempre sotto le stelle, ma esse sono anche sopra di noi, dimentichiamo che le stelle ci circondano… quindi dal punto di vista umano anche lo spazio è diviso in due blocchi di influenza? (Tuttavia intessuto di relazioni molto più complesse?)

Direi che la geopolitica dello spazio oggi risente di quella terrestre, con l’evoluzione verso un mondo multipolare. Vi è un accordo tra Russia e Cina per una base lunare, per esempio, sostanzialmente in alternativa agli Artemis Accords, ma chissà che non vi potranno essere anche lì degli spazi di cooperazione. A proposito di un’evoluzione del quadro giuridico internazionale sugli usi militari dello spazio, in questi mesi è in corso un dibattito nelle sedi delle Nazioni Unite. Recentemente c’è stato anche un braccio di ferro tra Usa e Russia su una possibile estensione delle convenzioni di diritto internazionale contro la militarizzazione dello spazio. Si è arrivati per ora ad un nulla di fatto, ma credo sia positivo che ci sia un dibattito, auspico risultati ragionevoli e maturi. Che la guerra avvenga sulla Terra o al di fuori, è sempre l’autocontrollo umano, la propria vigilanza su sé stesso, la capacità di coltivare diplomaticamente relazioni di pace che contano e che faranno la differenza.

[1] https://tg24.sky.it/mondo/2022/08/10/spazio-satelliti-militari-stati-uniti-russia-cina

Giulia Bertotto

Giulia Bertotto

Giulia Bertotto, giornalista per diverse testate online, è laureata in Filosofia a La Sapienza di Roma e ha un master in Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale, ha scritto due raccolte poetiche, un saggio, e partecipato alla stesura di diversi volumi con altri autori. Svolge e stravolge interviste, recensioni di film e libri, cronache da eventi e proteste. Articoli per sopportare il mondo, versi e rime per evaderlo.

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