Se Il Corriere della Sera parla apertamente di una possibile "guerra in Europa"...

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Se Il Corriere della Sera parla apertamente di una possibile "guerra in Europa"...

Davvero molto interessante che il Corriere della Sera oggi abbia deciso di informare la buona borghesia milanese che potrebbe presto arrivare la guerra in Europa.

L'articolo è di Ian Bremmer uno studioso americano di relazioni internazionali ed è molto cronachistico come impostazione e pieno di banalità che tanto fanno comodo ad occidente, come per esempio la cazzata che gli ucraini odiano i russi.

Forse questo è vero per i galiziani di Leopoli ma tutti gli altri direi proprio di no, anzi, sfiderei chiunque compreso un russo a riconoscere un russo di Mosca da un ucraino di Karkhov. L'etnia è quella: sono entrambi russofoni e di cultura russa oltre ad avere mille anni di storia comune. Anzi, il Rus, è nato come Rus di Kiev prima che di Mosca, ma tant'è. Certo agli americani e agli occidentali conviene credere che gli ucraini odino i russi (e dunque se stessi), questo perchè  hanno speso cifre colossali, tramite le loro Ong, per creare un'etnia ucraina visceralmente antirussa, questo anche imponendo una "lingua ucraina" (il dialetto galiziano).

Fatto sta che è molto emblematico che su un giornale come quello si dia la notizia di una possibile guerra. E' emblematico oltretutto che un simile articolo esca a pochi giorni dai decisivi incontri tra occidentali e russi che dovrebbero dare una risposta sulle "garanzie di sicurezza" che la Russia vorrebbe da Usa e Nato. Segno, non che ci voglia Metternich per capirlo, che i vertici andranno malissimo al netto delle frasi di circostanza. Già si sapeva questo, ora inoltre si è aggiunto il tentativo di rovesciamento del potere in senso filo occidentale del Kazakhstan con kazaki, russi e serbi (si, anche gli slavi del sud) che accusano apertamente gli occidentali di aver fomentato la rivolta.  Che i rapporti tra Russia e Usa-Nato-UE volgano al peggio è evidente, c'è solo da capire se e quando parleranno le armi.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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