Quel pacifismo renitente – Né-Né e O-O - contro il Prof. Orsini

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Incalzato dai giornalisti TV (Berlignuer, Formigli e compagnia cantante), i quali non credono alle proprie orecchie, il pacifista cristiano Orsini si astiene e non sceglie.


- Dunque, ci dica professore, tra Putin e Zelenski, tra la Russia e l’Ucraina, tra l’aggressore e l’aggredito, tra A e B, lei con chi sta?


A proposito di questa Polemica tra due sistemi veritativi, Foucault dice che i primi (i giornalisti) articolano un sistema greco-ebraico, il sistema della legge, in cui il soggetto interviene solo come elemento che caratterizza l’azione, la quale è l’unità di base, il granello su cui verte la legge. Dal momento che la legge è un principio di suddivisione tra il bene e il male, tra il buono e il cattivo, un principio di suddivisione basato su elementi caratteristici dell’azione, è un sistema ripetitivo. La ripetibilità è inscritta nel funzionamento stesso della legge. Solo il virtuale (il possibile) si ripete. 


L’intero apparato del Broadcasting televisivo va a nozze con questa virtualità (potenza), che attualizza nelle sue elucubrazioni sulla guerra, sul covid, sulla scienza, e via discorrendo. 

- Se questa è la legge delle cose, dice Berlinguer, tu che fai?

Orsini scuote la testa, e ricusa questo sistema veritativo greco-ebraico. Propone lo schema cristiano, lo schema della salvezza. 

- Ci sono delle persone che rischiano di morire, io le voglio salvare. 

Questo schema della salvezza, dice Foucault, consiste, al contrario dell’altro schema, nel far dipendere la suddivisione non dalle azioni, ma dai soggetti. È la qualità del soggetto a determinare la qualità dell’azione. Lo si vede bene nello stoicismo, dice Foucault, in cui si ammette che, dal momento in cui qualcuno ha raggiunto la perfezione della saggezza, non può più fare del male, non perché ha interiorizzato la legge e ubbidisce alla legge al punto che trasgredirla non gli viene nemmeno in mente; essa non entra nel campo delle azioni possibili. La sua azione è necessariamente buona, perché lui è saggio.

Indurita – incarognita – dalla legge, Berlinguer non percepisce nemmeno la ragione del cuore cristiano che anima la politica di Orsini. 

Leggermente, anche Di Cesare, quando richiama l’Europa alle sue responsabilità, quando chiama l’Europa alla non-azione, introduce di soppiatto lo schema veritativo ebraico-greco.

Per non parlare del no-Global Casarin, prete scalzo pacifista, che chiama – pretestualmente - il mondo alle sue responsabilità.
- Se avete coraggio, venite con me a Kiev, formiamo una no fly-zone umana, mettiamoci alla prova, sperimentiamo sul campo il nostro pacifismo.

Chiamata del mondo alla prova della legge o di un diritto umanitario.

Rimane il cristiano Orsini, incompreso, patetico, col suo sistema veritativo che non viene capito, che viene rifiutato con violenza dai teorici del’O-O: o con Putin o con  Zelenski, o con A o con B. 

La conoscenza del cuore, dice Foucault, è irreversibile. Al contrario, il soggetto a cui si riferisce la legge è un soggetto della volontà (della volontà di potenza), un soggetto che può volere di nuovo, ogni volta, tanto il bene quanto il male. Tra i due sistemi, quello della legge, che ammette la ripetibilità, e quello del cuore, che è irreversibile, non c’è nessuna integrazione possibile (forse - aggiungo io).

Sta di fatto che il sistema della legge, in quanto è virtuale (potenza) può attualizzarsi in azioni diverse – può essere applicato indistintamente alla guerra ucraina, al covid in Italia, alle discussioni sulla rava e la fava. Per questo in generale in TV (e in senso esteso, su ogni schermo: pc, telefono, etc.) sulla stessa scena sfilano politici, comici, scienziati, preti, e tutti passano da un ruolo all’altro, tutti sono intercambiabili, in tutti loro a ripetersi è la legge dell’alternanza del bene e del male, dell’amico e del nemico.

Le ragioni del cuore, non essendo iterabili, non permettono questo scambio di posizioni. Non permettono a un politico o a un professore di commentare la guerra e di esibirsi a ballando con le stelle. 
Orsini non è un Parresista, forse non è nemmeno un cristiano, e visto l’andazzo e il congedo dalla vita vissuta, non passerà molto per vederlo cooptato nello zoo televisivo di amico-nemico.

Leo Essen

Leo Essen

Ha studiato all’università di Bologna con Gianfranco Bonola e Manlio Iofrida. È autore di Come si ruba una tesi di laurea (K Inc, 1997) e Quattro racconti al dottor Cacciatutto (Emir, 2000). È tra i fondatori delle riviste Il Gigio e Da Panico. Scrive su Contropiano e L’Antidiplomatico.

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