Piazza San Pietro chiusa agli anticastristi: “il Papa si deve vergognare, è un comunista”

Piazza San Pietro chiusa agli anticastristi: “il Papa si deve vergognare, è un comunista”

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La passata settimana un gruppo di anticastristi è arrivato a Roma, ed era capeggiato dallo youtuber cubano, residente a Miami, Alex Otaola. Il loro intento era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica europea con la partecipazione all’angelus domenicale di Papa Francesco. A loro si è aggiunto un folto gruppo di cubani e cubane residenti in Italia.

Nella giornata di sabato hanno tenuto un presidio a Piazza Venezia, ma la domenica mattina non gli è stato permesso di entrare con le loro bandiere e i loro cartelli in Piazza San Pietro, obbligandoli a sostare su via della Conciliazione, accesso principale alla piazza. L’ulteriore delusione l’hanno avuta quando, finito l’angelus, si sono resi conto che Papa Francesco non aveva pronunciato una sola parola contro “la repressiva dittatura” cubana e nemmeno aveva citato la loro presenza tra le centinaia di fedeli.

Quanto è accaduto ha provocato una reazione incontrollata in tutta la comunità anticastrista sparsa per il mondo e, dai network di Miami alle testate giornalistiche cubane di opposizione, si è scatenata una serie di commenti contro il Vaticano e Papa Francesco che, se dovessi citarli tutti, non basterebbe l’itero articolo.

Quelli che seguiranno sono solo una goccia in un mare, e li ho presi tra i commenti lasciati ad un video pubblicato da «CubaNet».

Tra i tanti ho scelto il video di “CubaNet”[1] che, come loro stessi si presentano, fu “fondata nel 1994 come giornale digitale dedicato a promuovere l’informazione alternativa a Cuba”, anche se si sono dimenticati di aggiungere che è una delle tante testate giornalistiche online finanziate da Washington per propagandare la peggior propaganda contro Cuba.

Il motivo di averlo scelto è stato per la “legittimazione” che le ha dato la ‘Direttrice di Amnesty International per le Americhe’, Erika Guevara-Rosas, rilasciando una breve intervista alla presentatrice del programma in solidarietà al “popolo cubano” per l’oppressione del proprio governo.

Sul fatto che un’organizzazione come Amnesty International ritenga “credibile” e “legittimi” con la sua presenza una testata come “CubaNet”, lascia alquanto esterefatti (non escludo, in altra occasione, di scriverci due righe).

Il video, dal quale ho ripreso le varie frasi ingiuriose rivolte a Papa Francesco, scritte nei commenti, ha per titolo “Il Papa tradisce i cubani?

Avverto che le cose scritte potrebbero causare molto fastidio a chi è credente:

Il Papa non rappresenta la chiesa, lui è il Demonio - Abbiamo Satana vestito da Papa, così la gente smette di andare in chiesa - Non ho tradito i cubani come un Giuda ha tradito Gesù - E cosa si aspettavano dal diavolo sulla terra? - Niente di nuovo, è un Papa comunista – Il Papa è un corrotto, si dovrebbe vergognare tutta la chiesa, sono diavoli – Quando la merda si spande, nessuno la può pulire”.

A inizio articolo ho scritto che il gruppo di anticastristi cubani era guidato dallo youtuber Alex Otaola, il quale, avendo il sostegno finanziario delle associazioni anticastriste della Florida e quello politico di alcuni senatori del Congresso Usa, porta avanti un seguitissimo canale su YouTube per screditare il governo cubano.

A livello mediatico, insieme a Yotuel Romero (Patria y Vida), è uno dei personaggi più in vista della svariata galassia dell’opposizione cubana, tutta unita per un cambio radicale del sistema politico/costituzionale dell’Isola, sapendo bene che, col referendum approvato dal popolo cubano nel febbraio del 2019, questo non è possibile, perché la nuova Costituzione, votata a favore dall’86,8% degli aventi diritto, all’articolo 4, dichiara: “Il sistema socialista sancito da questa Costituzione è irrevocabile”.

La Costituzione non esclude però di poter contestare le decisioni del governo, di poter manifestare pubblicamente, di dissentire da decisioni politiche o amministrativa, ma qualsiasi cosa si contesti non può valicare i dettami costituzionali (come in ogni Paese al mondo), i quali sanciscono che “Cuba è uno Stato socialista di diritto e giustizia sociale, democratico, indipendente e sovrano”. Questo è il motivo per cui non sono consentite manifestazioni che incitano al sovvertimento dello Stato socialista.

Nonostante questo, il signor Otaola, dal suo canale YouTube, tutti i giorni promuove qualsiasi tipo di iniziativa che abbia il fine di andare contro la Costituzione di uno Stato sovrano e indipendente, con l’intento di sovvertirne il sistema politico-istituzionale. E il motivo di questa sua iniziativa a Roma, ma in particolar modo in Vaticano, era propedeutico al tal fine.

Tutta la comunità anticastrista si sta organizzando in queste settimane per una nuova iniziativa di manifestazioni nell’Isola, da svolgersi il 15 novembre (stesso giorno di riapertura al turismo nell’Isola dopo la pandemia) cercando di replicare quello che è accaduto l’11 luglio. Per questo hanno bisogno di una campagna mediatica preparatoria all’evento, perché già sanno che le autorità cubane non glielo permetteranno.

Per quanto riguarda lo Stato della Florida, tutti media già hanno dato il loro enorme contributo a diffondere la notizia, ma in Europa se ne sta parlando poco o nulla. E quale occasione migliore dell’angelus, in Piazza San Pietro, ripreso da tante Tv internazionali, per poter parlare delle loro iniziative contro governo cubano?

L’esuberante youtuber è rimasto molto male, ed era arrabbiatissimo che il Papa non li abbia presi minimamente in considerazione, con le Forze dell’ordine che gli hanno precluso anche l’accesso nella piazza. Ma non si è perso d’animo, e subito dopo, con un ristretto gruppo di oppositori cubani, sono stati ricevuti da un rappresentate della chiesa (lo dico perché indossava il classico abito talare) il quale spiega di conoscere bene le procedure preparatorie per i discorsi che il Papa pronuncia all’angelus domenicale.

Oltre a lui era presente anche una cubana che, dalla conversazione, sembra molto vicina al Vaticano perché, in coppia con “l’uomo di chiesa” dispensava consigli su come procedere per riuscire, in futuro, fare ascoltare le loro richieste al Papa.

Tutti gli astanti erano delusi dall’accaduto e disposti a impegnarsi per promuovere la loro “giusta causa contro la dittatura cubana”. Insieme si sono messi a discutere del perché Papa Francesco non gli abbia dato un minimo d’importanza, nemmeno una piccola frase per la loro presenza tra la folla.

Di quest’incontro c’è un video dove, tra le altre cose, Alex Otaola afferma che bisogna convincere i sacerdoti cubani a scrivere una lettera a Papa Francesco, nella quale “si esige che il Papa corregga questa sua posizione e, come minimo, faccia un’orazione pubblica con la presenza del “popolo cubano” in Piazza San Pietro, per far sì che Dio perdoni questo atto [di non averli considerati, n.d.t.] perché realmente è stata una vergogna; una vergogna per la religione cattolica [...] e non si può giustificare”.

So che quello da me tradotto sembra tanto inverosimile da non crederlo, ma queste parole vengono dette nel primo minuto del video, basta farlo partire e si possono ascoltare[2].

Oltre a convincere i sacerdoti cubani, la riunione si conclude con la richiesta da parte di Otaola di muovere le giuste persone all’interno del Parlamento Europeo, cercando di far pressione sull’Alto rappresentate agli Esteri dell’Unione Europea, Josep Borrel, in modo da inasprire qualsiasi rapporto economico e politico con Cuba.

La cubana, la quale ho accennato sembra abbia rapporti in Vaticano, gli ha fatto presente che questo è già stato fatto, e sono riusciti nell’intento (infatti il Parlamento Europeo, di recente, ha votato una ‘proposta di risoluzione’ contro Cuba). Senza dubbio, le assicura la cubana, continueranno a fare pressione sui loro politici europei di riferimento, che sono soprattutto nel Gruppo Popolare.

Ma oltre ai politici, non può mancare il coinvolgimento delle varie Organizzazioni umanitarie.

E allora sarà forse un caso che, il giorno dopo di questa riunione, “CubaNet” invita la Direttrice di Amnesty International per le Americhe, Erika Guevara-Rosas, in una trasmissione dove si parla dei cubani in Vaticano e di quanto sia repressivo il governo dell’Isola?

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[1] video di “CubaNet” con i commenti https://www.youtube.com/watch?v=UJiY-tfSsYA

[2] Video della riunione dopo il divieto di far presenziare gli anticastristi in Piazza San Pietro: https://www.youtube.com/watch?v=28epRyX6zcc

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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