Pasolini, chiesta riapertura indagini. Grieco-Maccioni: “Siamo ottimisti. Ci sono tre Dna da verificare”
Nella conclusione dell’intervista che ci rilasciò lo scorso 23 dicembre, l’Avvocato Stefano Maccioni, facendo riferimento alla sua testardaggine, ipotizzò una nuova richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi intellettuali che l'Italia abbia mai avuto, avvenuta nella notte tra l’1 e 2 novembre del 1975:” Un’istanza del genere non escludo che la proponga anche dopo il centenario. Molti dopo il centenario si dimenticheranno della morte di Pasolini, io continuerò ad occuparmene, anche in altre forme.” Maccioni, poco dopo, ha promosso una raccolta firme per la riapertura delle indagini, stimolata soprattutto dall’ultima relazione della commissione parlamentare antimafia, secondo la quale, dietro l’omicidio di Pasolini ci sarebbe il furto delle bobine del film Salò o le 120 giornate di Sodoma e fra gli esecutori la Banda della Magliana.
Questa mattina, presso la Procura della Repubblica di Roma, è stata depositata la richiesta di riapertura delle indagini sull’omicidio di Pasolini. L’atto è stato redatto da Maccioni a nome di David Grieco, regista, giornalista, scrittore, amico e allievo di Pasolini e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti.
Abbiamo chiesto a Grieco e Maccioni i particolari di questa istanza, giunta alle conclusioni della celebrazione del centenario della nascita di Pasolini e, soprattutto, quali prospettive può avere per l’effettiva riapertura delle indagini.
Tra l’altro, a sostenere la richiesta di riapertura delle indagini, dovrebbe esserci anche l’Ordine nazionale dei Giornalisti che si riunirà a breve per decidere in merito. È doveroso e giusto ricordare che Pasolini era iscritto all’ordine dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, ed era fiero di questo tesserino che portava sempre con lui, anche quella maledetta notte all’idroscalo.
David, regista del film sull’assassinio di Pasolini, La Macchinazione, e dell’omonimo libro in cui si parla del furto delle bobine di Salò dietro, e non solo, la morte del Poeta, ha così raccontato quanto successo questa mattina: “Siamo andati al Palazzo di Giustizia, abbiamo deposito il fascicolo, con tutto il materiale possibile e immaginabile, ci sono dozzine di indizi, soprattutto ci sono i tre DNA degli assassini di Pasolini che non si sa a chi appartengono. Siamo andato io, Stefano Maccioni e Giovanni Giovannetti. Ci siano andati anche a nome di più di ottocento persone che hanno firmato una petizione affinché le indagini venissero riaperte.”
In merito alle prospettive di questa istanza, è interessante e incoraggiante il commento di David, dal momento che in 47 anni di ricerca della verità ha dovuto affrontare molte delusioni: “Siamo molto ottimisti, perché dopo il centenario è stato avvicinato da tanta gente, l’esigenza della verità sulla morte di Pasolini oggi è una necessità per tanti, mentre per tanti anni è rimasta per pochi. Tempo una o due settimane, il Procuratore di Roma deciderà se accogliere questa richiesta. Ripeto, ci sono tutti gli elementi per raccoglierla, anche alla luce delle deposizioni di Abbatino alla commissione antimafia, che ammesso di essere stato tra coloro che avevano rubato le pellicole del film Salò, che in pratica riapre a questione perché ci sono due cose evidenti che ormai sono quasi date per scontato dalla gente: il fatto che Pasolini conoscesse già Pelosi e che quindi non aveva nessun motivo per andare all’idroscalo e fare trenta chilometri per avere un rapporto sessuale con questo ragazzo. L’altra cosa riguarda il motivo per il quale Pasolini si è recato andato all’idroscalo: riprendersi le pizze di Salò. Se ripartiamo da questi elementi abbastanza chiari per molti italiani possiamo andare avanti e vedere dove arriviamo.”
All’avvocato Maccioni abbiamo chiesto da quali basi giuridiche è basata questa istanza e con quali differenze rispetto alla precedente richiesta fatta da lui nel 2009: “Le basi partono dalla precedente indagine terminata acquisendo vari elementi molto importanti tra le altre cose. Uno di questi erano gli esami scientifici fatti dal RIS, i tre DNA che sono elementi inconfutabili che ci possono dire che all’idroscalo di Ostia c’erano almeno quelle tre persone identificate con quelle tracce. Ripartiamo, quindi, dall’indagine del 2015 e a queste si sommano tutti gli altri elementi raccolti dal 2015 in poi dal sottoscritto con l’aiuto di altre persone, tra le quali appunto David Grieco e Giovanni Giovannetti.”
C’è un altro elemento forte dell’istanza secondo il legale: “Le dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino, ex fondatore della Banda della Magliana, il quale in commissione antimafia ha dichiarato che il furto delle pizze di Salò venne commissionato. Da qui si spiega anche il fatto sul perché venga attratto Pasolini per riconsegna di quelle bobine all’idroscalo di Ostia. Non si tratta quindi di un omicidio a sfondo sessuale ma di qualcosa di ben diverso che secondo noi deve essere esplorato dalla magistratura.”
La nuova istanza, inoltre, come quella precedente si basa e si rafforza sul movente dell’omicidio, particolare sul quale Maccioni ha sempre puntato molto. “Ormai il movente dell’omicidio è qualcosa di diverso, lo possiamo dire con certezza, di Pelosi che reagisce alla tentata violenza sessuale di Pasolini. Pasolini si reca all’idroscalo per recuperare queste bobine e poi accade l’imprevedibile. Quindi, era stato preordinato il furto delle pizze a fine di estorsione o era stato preordinato anche l’omicidio? Questo è quello che dobbiamo chiarire.”
Sulle prospettive di accoglimento dell’istanza anche Maccioni è ottimista: “Io penso che il Procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi è una persona molto seria, scrupolosa. Esaminerà la nostra istanza, speriamo che non si faccia “disincentivare” dal fatto che sono passati quasi cinquant’anni, perché ci sono ancora buone possibilità di arrivare alla verità e all’identificazione dei responsabili”.
In Cile, di recente, sulla morte di Pablo Neruda, dopo anni di richieste di indagini, non solo sono state accolte ma sono arrivate alla conclusione, stabilendo che il Poeta è morto avvelenato pochi giorni dopo il golpe del Generale Augusto Pinochet che rovesciò il Presidente Salvador Allende. Tali fatti avvennero tra l’11 e il 23 settembre del 1973.
È necessario rimuovere quel marchio di infamia che grava su Pasolini da 47 anni. E, soprattutto, come dice David Grieco in Passione Pasolini: "è necessario rendere giustizia a Pasolini e riportarlo in un Paese normale."