Mondo multipolare, de-dollarizzazione e le occasioni d'oro per un'Italia sovrana

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Mentre prosegue inarrestabile il processo globale di dedollarizzazione, l'Italia guidata da una classe politica di pavidi, di servi e di incapaci si sta suicidando per Bruxelles su mandato di Washington.


Il contesto internazionale attuale rappresenterebbe per l’Italia un’occasione d’oro per iniziare il percorso di recupero della sovranità. Cioè del recupero del diritto di autodeterminazione del popolo italiano.

Non è possibile, non è serio infatti immaginare un percorso di recupero della sovranità senza immaginare contemporaneamente il ruolo dell’Italia – attuale e futuro - nello scacchiere internazionale.

L’Italia da un punto di vista di politica estera non solo potrebbe fare molto di più, ma dovrebbe fare molto meglio.

Tutti i Paesi, Italia compresa, vivono in un ambiente di potenze che tentano di usare questa potenza per i loro fini o che domani potrebbero minacciare il nostro riacquisito diritto all’autodeterminazione. Diritto che oggi non abbiamo proprio perché osteggiato da entità sovranazionali (USA e UE germanocentrica su tutte). Con la complicità ovviamente delle numerose quinte colonne interne.

Per perseguire e ottenere una società più giusta e in grado di autodeterminarsi, cioè scevra da ingerenze, dirette e indirette, estere, l’Italia deve intessere e stringere rapporti con quei Paesi la cui vicinanza (geografica, storica, culturale, economica) renderebbe tale processo più facilmente raggiungibile. I Paesi del Mediterraneo innanzitutto. I più omogenei rispetto al nostro. I Paesi latini, anche extra-europei. E I BRICS. Che rappresentano appunto l’antitesi del mondo unipolare a stelle e strisce perseguito dagli Stati Uniti (e dai suoi vassalli).

Quella in corso è una guerra tra USA e Russia/Cina (più in generale BRICS). Tra chi vuole cioè ancora un mondo unipolare e chi multipolare. I Paesi europei sono le vittime sacrificali.
Vale la pena ricordare che i BRICS rappresentano circa un terzo delle terre emerse, il 25% del PIL mondiale e il 43% della popolazione mondiale.
 
Quella che viene ipocritamente chiamata “comunità internazionale" (USA, Canada, Europa, Australia, Nuova Zelanda e Israele) rappresenta meno del 25% delle terre emerse, quasi il 50% del PIL mondiale e appena l'11% della popolazione mondiale.

Per tutelare i propri interessi e acquisire maggiore autonomia decisionale, l’Italia deve quindi inserirsi nelle dinamiche del nascente mondo multipolare.

L’Italia deve innanzitutto porsi come interlocutore diplomaticamente super partes nella guerra in corso in Ucraina.

Non dovrebbe armare una parte e sanzionare contemporaneamente l’altra. Non solo non contribuendo così al cessate il fuoco, ma danneggiando gravemente i propri interessi.

Vale la pena ricordare che liberarsi dalle catene attuali (americane, unioniste, ecc.) non vuol dire sostituirle con nuove catene.

E che tra essere russofobi o filorussi, sinofobi o filocinesi, anti-atlantisti o atlantisti, esiste anche l'essere semplicemente filoitaliani.

Mettere cioè al primo posto gli interessi dell'Italia mantenendo rapporti politici e commerciali, ma mai di sudditanza, con gli altri Paesi.

L’alternativa a essere una colonia americana o tedesca non è diventare la colonia di qualcun altro. Ma smettere finalmente di esserlo.

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