Mondiale per club: business e impatto economico
Quando si osservano le cifre legate al mondiale per club, l’attenzione si sposta inevitabilmente dai risultati sportivi del gioco calcio al peso che questo torneo esercita sull’economia reale. Le stime elaborate da OpenEconomics, in collaborazione con la FIFA e con il Segretariato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, parlano chiaro. Il torneo del 2025 potrebbe contribuire con oltre 9,6 miliardi di dollari al prodotto interno lordo statunitense. Si tratta di un evento che, per portata logistica, movimentazione di persone e sviluppo di attività collegate, assume un peso strutturale sul territorio che lo ospita.
Investimenti, ritorni e metodo di calcolo
Le previsioni si basano su analisi sviluppate secondo il metodo del ritorno sociale sugli investimenti (SROI), che incrocia l’effetto economico diretto con il valore generato in termini di servizi sociali, lavoro e infrastrutture. L’effetto complessivo calcolato per il mondiale per club raggiunge i 21,1 miliardi di dollari sul PIL globale. Di questi, 17,1 miliardi vengono attribuiti direttamente alla crescita economica e 3,36 miliardi sono associati allo sviluppo di servizi collettivi, supporto occupazionale e inclusione territoriale negli Stati Uniti.
Questo tipo di valutazione consente di cogliere la portata economica del torneo al di là del dato sportivo. L’analisi riguarda 11 città statunitensi che ospiteranno le partite: Atlanta, Charlotte, Cincinnati, Los Angeles, Miami, Nashville, New Jersey, Orlando, Philadelphia, Seattle e Washington. In queste aree, la previsione di affluenza tocca 3,7 milioni di persone, tra spettatori locali e visitatori internazionali.
Strutture, occupazione e filiere attivate
La previsione più concreta riguarda i 105mila posti di lavoro generati dall’organizzazione e dall’indotto collegato al mondiale per club. Si tratta di occupazione distribuita tra cantieri infrastrutturali, servizi alberghieri, trasporti, ristorazione, eventi collaterali e sicurezza. A queste attività si aggiungono i lavori nel comparto media e nelle tecnologie di supporto al torneo, che necessitano di figure altamente specializzate e spesso provenienti da mercati globali.
Le 11 città coinvolte riceveranno un contributo diretto da un milione di dollari ciascuna da parte della FIFA, con l’obiettivo dichiarato di realizzare piccoli impianti sportivi nei quartieri urbani meno serviti. Questi mini campi, come specificato dal presidente Gianni Infantino, rappresentano una misura concreta per ampliare l’accesso al calcio tra i più giovani e colmare un divario infrastrutturale a tema gioco calcio che in Nord America resta evidente. La distribuzione uniforme di questi interventi consente di garantire un effetto duraturo, con ricadute anche sui programmi sportivi scolastici e sulla formazione degli allenatori di base.
Il dato aggregato tra mondiale per club e Coppa del Mondo 2026
La portata del mondiale per club si inserisce in un contesto più ampio. Tra il torneo riservato ai club e quello delle nazionali previsto nel 2026, gli Stati Uniti si preparano a gestire una mole di 6,5 milioni di presenze complessive, considerando anche Canada e Messico. Per la Coppa del Mondo 2026 si stimano 40,9 miliardi di PIL globale, di cui 17,2 miliardi riconducibili direttamente al territorio statunitense.
La differenza rispetto ad altri grandi eventi sportivi consiste nella doppia esposizione nel biennio 2025-2026. Questo comporta un’accelerazione in fase di progettazione e sviluppo delle strutture, ma anche una prolungata visibilità internazionale, con effetti diretti sulle catene alberghiere, le compagnie aeree, i servizi di comunicazione e il mercato immobiliare.
Sponsorizzazioni, diritti televisivi e introiti indiretti
I grandi eventi calcistici non si esauriscono nel dato infrastrutturale. Le entrate derivate dai diritti televisivi costituiscono una parte rilevante del bilancio complessivo. Per il mondiale per club, la vendita dei pacchetti media coinvolge broadcaster distribuiti su tutti i continenti. A questo si aggiungono le sponsorizzazioni ufficiali, spesso gestite su scala multilivello, che comprendono sia accordi globali che contratti locali con aziende delle città ospitanti.
Una parte del ritorno economico arriva anche da attività parallele come festival, fiere sportive e tornei giovanili organizzati in contemporanea all’evento principale. Molti marchi sfruttano l’indotto per posizionarsi in contesti strategici, organizzando eventi temporanei o attivando esperienze dirette con i tifosi. Questo fenomeno genera un’ulteriore spinta nei settori del food&beverage, dei gadget e dei servizi digitali legati all’entertainment sportivo.
Le modifiche alla mobilità urbana
L’organizzazione del mondiale per club prevede una trasformazione temporanea della mobilità urbana nelle 11 città coinvolte. In molte di queste, sono già in corso lavori di adeguamento di metropolitane, reti stradali, hub di interscambio. Si tratta di interventi che restano operativi anche dopo il torneo, migliorando i collegamenti tra le periferie e i centri cittadini.
Le autorità locali hanno già pianificato campagne di assunzione temporanea, programmi di volontariato e sessioni formative per gestire l’accoglienza nei centri sportivi e negli spazi pubblici. Questo tipo di organizzazione richiede una pianificazione anticipata e un coordinamento stretto tra enti pubblici e operatori privati, spesso con il supporto tecnico di agenzie esterne.
Cosa ci guadagna il calcio statunitense?
Uno dei dati più rilevanti riguarda la volontà della FIFA di potenziare l’infrastruttura calcistica negli Stati Uniti attraverso iniziative locali permanenti. I campi in erba sintetica donati alle città ospitanti rientrano in un progetto più ampio, che punta a strutturare il calcio giovanile e a favorire la formazione tecnica nei centri urbani. Questo intervento si collega a una visione di lungo periodo: consolidare l’interesse verso il calcio in un mercato sportivo storicamente dominato da altre discipline.
Inoltre, i dati sull’occupazione e sui benefici sociali stimati (3,36 miliardi di dollari negli USA solo per il mondiale per club) confermano l’efficacia di un evento sportivo come leva per attivare risorse altrimenti difficilmente mobilitabili. Gli effetti toccano non solo il turismo e i trasporti, ma anche l’educazione, la salute pubblica e l’integrazione sociale.
Il punto di osservazione europeo
Le squadre europee si trovano a gestire un calendario fitto e trasferte impegnative per partecipare al mondiale per club. All’interno di questa cornice, l’Inter e la Juventus, coinvolte nell’edizione 2025, si proiettano verso scenari internazionali in espansione come Stati Uniti e America Latina, dove il calcio europeo continua a guadagnare terreno. La presenza in un ambiente mediatico così ampio rafforza la posizione dei club nei rapporti con gli sponsor e consente di valorizzare in modo più mirato i propri asset digitali.
Un banco di prova globale per i modelli di sviluppo sportivo
Il mondiale per club del 2025 si conferma uno snodo operativo per valutare la capacità del sistema sportivo globale di generare valore sostenibile. Gli effetti previsti in termini di occupazione, produzione interna e benefici collettivi mostrano una dimensione che va ben oltre lo spettacolo calcistico.
Il dato da osservare con attenzione sarà la tenuta delle strutture organizzative, la qualità dei servizi offerti ai tifosi e la distribuzione equa delle risorse nei territori coinvolti. In questo senso, il mondiale per club può diventare un modello replicabile, ma richiede governance, trasparenza e un monitoraggio costante degli effetti economici e sociali. La riuscita di un evento sportivo di questa portata si misura nella qualità organizzativa, nella continuità delle azioni intraprese e nella capacità di generare effetti duraturi e verificabili nel tempo.