Mattarella, il 25 aprile e Azov

Mattarella, il 25 aprile e Azov

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Mentre è chiaramente in Germania che si gioca la partita decisiva con la possibile sfiducia a Scholz e un nuovo governo più guerrafondaio, in Italia lasciano davvero interdetti le parole pronunciate oggi da Sergio Mattarella. 
 
Il presidente della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza antifascista, Sergio Mattarella, incontrando le associazioni combattentistiche d'arma al Quirinale, sdogana definitivamente la manipolazione semantica che caratterizzerà il 25 aprile 2022.
 
Nonostante l'assillante propaganda mediatica di guerra, il popolo italiano non è d'accordo ad inviare armi in stragrande maggioranza, non vuole l'incremento delle spese militari, non è disposto a subire le disastrose conseguenze delle sanzioni alla Russia, che porteranno alla definitiva distruzione delle aziende italiane. Insomma la classe politica e mediatica peggiore della storia repubblicana non rappresenta in nessun modo oggi il popolo italiano.
 
Se il presidente della Repubblica fino ad oggi aveva assunto un atteggiamento più accorto e in linea con il volere della popolazione, da oggi i parametri sono totalmente cambiati. Chiaramente, un Parlamento vero bivacco, un premier inadeguato che colleziona boomerang come il "condizionatore o pace" hanno costretto Mattarella alla discesa in campo che servirà ad imporre lo status di co-belligeranza attuale, che potrebbe anche trasformarsi in qualcosa di ancora peggio. 
 
Cosa ha detto Mattarella precisamente? Riportiamo le sue parole.
 
"Forse serviranno sacrifici per l'Ucraina, ma saranno comunque inferiori ai rischi di subire questa aggressività bellica".
 
Il nostro Presidente della Repubblica, capo delle forze armate, sta dicendo che l'Italia sarà invasa dalla Russia? O i sacrifici che Mattarella richiede al popolo italiano è per salvare i battaglioni neo-nazisti inglobati nel regime di Kiev che dal 2014 massacrano la popolazione civile nell'est dell'Ucraina? 
 
Ma Mattarella non si limita a questo monito. Va oltre, paragonando in vista del 25 aprile, celebrazione della resistenza partigiana al nazifascismo, la volontà dell'Ucraina di continuare a combattere fino all'ultimo ucraino, per difendere un regime fantoccio, imposto dagli USA, che dal 2014 bombarda, uccide, discrimina, tortura, senza soluzione di continuità, il Donbass antinazista russofono.
 
E lo fa nascondendo chiaramente le svastiche e le insegne banderiane. «Ci si dimentica dei valori del 25 aprile e della Resistenza. L'attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha giustificazione alcuna» ha detto Mattarella. "Il 25 aprile ci ricorda anche «un popolo in armi per affermare il proprio diritto alla pace dopo la guerra voluta dal regime fascista». Fu «un'esperienza terribile; che sembra dimenticata, in queste settimane, da chi manifesta disinteresse per le sorti e la libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era faticosamente costruita, negli ultimi decenni, la convivenza pacifica tra i popoli».
 
Nessun accenno ad una soluzione politica e diplomatica.
 
Nessuna memoria di otto anni di guerra in Donbass.
 
Neppure una parola per il popolo palestinese da 74 anni occupato, ucciso e torturato anche in questi giorni di Pasqua.
 
Nessuna condanna dei crimini perpetrati dai nazisti ucraini contro i soldati russi e la popolazione civile, legata ai pali, usata come scudo umano.
 
Quindi, di conseguenza, I sacrifici che gli italiani dovranno subire, spiega il presidente della Repubblica, sono inferiori ai rischi della guerra. «L'incendio appiccato alle regole della comunità internazionale è devastante; e destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini. La solidarietà, che va praticata nei confronti dell'Ucraina, deve essere ferma e coesa. È possibile che questo comporti alcuni sacrifici. Ma questi avrebbero portata di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito»
 
Fermata come? Inviando armi? Armando sempre di più i civili, i mercenari, i neonazisti? Rinunciando al gas russo e chiudendo tutte le nostre aziende già versate da due anni di gestione scellerata della Pandemia?
 
Ma poi arriva la chicca finale, la linea rossa oltrepassata. I neonazisti ucraini in parallelo neanche troppo velato con i partigiani antifascisti.
 
«Il convinto e incondizionato rifiuto di ogni sopraffazione totalitaria, unitamente alla consapevolezza dell'importanza della democrazia, all'affermazione coraggiosa e intransigente del rispetto della dignità umana, al rifiuto di ogni razzismo, alla fedeltà ai propri ideali, sono i valori - ha aggiunto il presidente Mattarella nel suo discorso - che ci sono stati affidati dalla Liberazione; e che avvertiamo di dover trasmettere ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai giovani europei perché si scongiuri l'inescusabile atrocità della guerra». «I valori che ci sono stati affidati dalla Liberazione» devono essere trasmessi alle nuove generazioni. «È un compito che ben conoscono le Associazioni che voi rappresentate quello di creare un collegamento tra le generazioni, per dare continuità a quei valori, perché il ricordo e l'esempio non vengano cancellati dal trascorrere del tempo o da improvvisate ricostruzioni che sovrappongono pregiudizi ai fatti. Lottare contro la sopraffazione, in aperta violazione del diritto internazionale , scongiurare ulteriori morti e sofferenze di un popolo aggredito, è una causa comune che ci interpella e ci vede impegnati. Riflettere sul valore dei diritti dell'uomo, primo fra tutti quello di poter vivere in pace, è il forte messaggio che ci consegna la Resistenza».
 
Intanto nella Mariupol liberata i cittadini hanno iniziato a parlare e, per buona pace dei filo Azov italiani, denunciare quello che i neo-nazisti ucraini hanno compiuto a livello di crimini e atrocità. Vecchi veterani di guerra che hanno sconfitto il nazismo potranno tornare a festeggiare il 9 maggio, Giorno della liberazione, per buona pace dei filo Azov italiani. 
 
L'Europa sta sdoganando il fascismo, quello vero, e le conseguenze saranno enormi e devastanti. Fermiamo questa deriva. Se volete festeggiare veramente il 25 aprile degnamente lasciatevi ispirare da questo cartello apparso nelle strade di Roma.
 
 
 

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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