La Svezia potrebbe classificare alcuni dati delle indagini su Nord Stream
Alcuni paesi occidentali sembrano sostanzialmente disinteressati a fare pubblicamente piena luce sull’attacco terroristico che ha messo fuori uso i gasdotti Nord Stream.
A tal proposito, la Procura Generale svedese ha dichiarato a Sputnik che si riserva il diritto di classificare alcuni materiali dell'indagine sugli attacchi ai gasdotti Nord Stream 1 e 2.
"Se ci sarà un'incriminazione, alcune parti del materiale investigativo saranno probabilmente pubbliche. In genere, un procuratore in Svezia può anche decidere che alcune parti debbano rimanere riservate. Se un'indagine viene interrotta, nessun materiale sarà pubblico. Dopo tali decisioni, chiunque può richiedere il materiale attraverso il tribunale, la polizia o il pubblico ministero", indica il commento.
A metà giugno, il procuratore svedese Mats Ljungqvist, che conduce l'indagine, ha dichiarato che prevede di presentare le accuse contro i responsabili degli attacchi in autunno.
Il 26 settembre 2022, tre dei quattro gasdotti russi Nord Stream 1 e 2 sono stati sabotati con cariche esplosive sul fondo del Mar Baltico, vicino a un'isola danese e al largo della costa svedese, aree sotto il controllo dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).
L'8 febbraio, il giornalista statunitense Seymour Hersh, vincitore del premio Pulitzer, ha affermato che i sommozzatori militari statunitensi hanno piazzato cariche esplosive sotto i gasdotti russi durante le esercitazioni Baltops della NATO a metà del 2022, che sono state poi innescate dai norvegesi.
Allo stesso tempo, il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung sostiene, dopo aver condotto una propria indagine insieme ad altri media tedeschi ed europei, che lo yacht Andromeda, che sarebbe stato utilizzato per trasportare esplosivi per il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, è stato noleggiato dalla società Feeria Lwowa di Varsavia, fondata nel 2016 e registrata a nome di due ucraini, che ha ricevuto 2,8 milioni di euro sul proprio conto nel 2020.
Germania, Danimarca e Svezia si sono rifiutate di indagare sul sabotaggio insieme alla Russia o di condividere con essa i risultati delle loro indagini.
Una domanda sorge spontanea: chi e perché ha paura che tuttà la verità sugli attacchi venga a galla?