La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

3228
La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

 

Il ministro degli esteri turco Hakan Fidan ha rilasciato un'intervista ad Al Jazeera titolata dall'emittente qatariota "Turkey's Syria Strategy Explained" (La strategia spiegata della Turchia in Siria).

Forse che gli stessi concetti ribaditi ora in lingua inglese possano essere più chiari.

Tra i principi ribaditi della politica turca in Siria: 1) integrità territoriale della Siria; 2) nessun legame della Turchia con HTS o supporto all'operazione; 3) Turchia, Russia e Iran erano tutte consapevoli della debolezza del regime e del pericolo HTS; 4) una volta cominciata l'operazione di HTS, la posizione della Turchia, poi accolta da Russia e Iran, è stata quella di evitare una guerra sanguinosa e dispendiosa per difendere lo Stato di Assad ormai compromesso; 5) se il nuovo governo siriano sarà in grado di rimuovere le formazioni curde vicine a PKK, non ci sarà altro motivo per cui la Turchia debba rimanere in Siria; 6) c'è una traiettoria di collisione tra la politica turca e quella americana sulle YPG in Siria, la speranza è che Trump ritiri il sostegno militare ai Curdi e la presenza militare americana in Siria, altrimenti non c'è possibilità di mediazione e gli Americani sono informati di questo; 7) la decisione di Nethanyahu di autorizzare gli insediamenti nel Golan e di estendere il controllo israeliano nel sud della Siria è una decisione suicida per Israele.

L'intervista integrale in Inglese sta a questo link:
https://www.youtube.com/watch?v=JQwaJOVb_5g

Di seguito alcuni passi salienti.

<<Non abbiamo abbattuto Assad, il popolo siriano l'ha fatto.

La storia della nostra regione ci insegna che non la dominazione, ma la cooperazione è necessaria.

Tutto è cominciato al tempo di Obama, ci aveva assicurato che il sostegno americano alle YPG sarebbe stato temporaneo. Invece è diventato un sostegno a lungo termine.

Non vogliamo alterare certi equilibri della regione, ma abbiamo detto all'amministrazione americana che i nostri interessi devono essere protetti.

Se la nuova amministrazione di Damasco si prenderà cura in modo adeguato di questa questione (smantellare le YPG), non ci sarà bisogno di un intervento militare turco in Siria.

Ci sono due ragioni che hanno motivato la presenza militare turca nel nord della Siria: una era prevenire una immigrazione di massa, 5 milioni di Siriani potevano vivere nelle zone controllate dall'esercito turco; e la seconda questione era la lotta al terrorismo. Quando queste due preoccupazioni saranno eliminate, non avremo più alcuna ragione per restare in Siria.

Abbiamo un dialogo franco e aperto con Russia e Iran, sono stati in Siria per tanto tempo, sapevano bene quanto Assad stesse andando nella direzione sbagliata, e quindi hanno dato retta ai nostri suggerimenti. 

- Eravate al corrente dell'operazione di HTS?
- No.
- Quindi vi siete trovati ad inseguire gli eventi?
- Sapevamo da tempo che l'HTS aveva queste intenzioni, la nostra considerazione è sempre stata, alla luce delle nostre due primarie preoccupazioni, migrazione e terrorismo, sapendo bene quanto il regime fosse debole, che un'azione di quel tipo avrebbe avuto qualche tipo di successo, ma non era chiaro il tipo di risposta militare che avrebbero dato Russia e Iran, magari provocando ingenti vittime civili. A quel punto, quando l'operazione è cominciata, ci siamo mossi diplomaticamente perché la vicenda si concludesse in modo morbido.

Non è cresciuta l'influenza turca in Siria, è cresciuta la nostra responsabilità nei confronti di un Paese vicino.

Vogliamo che il nuovo governo siriano garantisca l'integrità territoriale e la piena sovranità. Finché siamo tutti d'accordo su questi principi, non ci saranno problemi.

- Sei convinto che gli Stati Uniti stiano sostenendo un gruppo terrorista quando sostengono le YPG?
- Sì. Glielo abbiamo detto molte volte.
- Se questo sostegno continuerà, vi metterà in una traiettoria di collisione con la nuova amministrazione americana?
- Questo è esattamente ciò che abbiamo cercato di evitare in questi anni. Quando Trump era presidente aveva sostenuto un paio di volte di voler abbandonare questa politica. Purtroppo nessuno lo ha ascoltato. 

Dopo la dichiarazione di Netanyahu di disporre l'occupazione abitativa delle alture del Golan, abbiamo raggiunto una nuova dimensione. Penso che il suo governo non sia solo genocida, ma anche suicida, stanno minacciando il futuro non solo della regione ma anche il loro stesso futuro.

- Secondo gli Iraniani quello che è successo spezza l'Asse della Resistenza.
- Rispettiamo i nostri amici iraniani. Abbiamo avuto questa discussione con loro almeno un migliaio di volte. La loro presenza in Siria non ha impedito il grande genocidio a Gaza>>.

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Il topo da laboratorio del futuro dell'UE di Loretta Napoleoni Il topo da laboratorio del futuro dell'UE

Il topo da laboratorio del futuro dell'UE

Chi vince e chi perde la mortale partita europea di Giuseppe Masala Chi vince e chi perde la mortale partita europea

Chi vince e chi perde la mortale partita europea

Una piazza oceanica a Tripoli contro le Nazioni Unite di Michelangelo Severgnini Una piazza oceanica a Tripoli contro le Nazioni Unite

Una piazza oceanica a Tripoli contro le Nazioni Unite

Cina-UE: temi focali delle frequenti interazioni ad alto livello   Una finestra aperta Cina-UE: temi focali delle frequenti interazioni ad alto livello

Cina-UE: temi focali delle frequenti interazioni ad alto livello

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Maria Zhakarova commenta lo schiaffo di Brigitte a Macron di Marinella Mondaini Maria Zhakarova commenta lo schiaffo di Brigitte a Macron

Maria Zhakarova commenta lo schiaffo di Brigitte a Macron

Israele, il genocidio, e l'Occidente di Giuseppe Giannini Israele, il genocidio, e l'Occidente

Israele, il genocidio, e l'Occidente

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti