La mediazione della Russia ferma gli scontri tra Armenia e Azerbaigian

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Armenia e Azerbaigian hanno interrotto le ostilità nella zona di confine dopo un colloquio tra i capi dei ministeri della Difesa dei due Paesi con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.

L’intervento della Russia è stato quindi decisivo per riportare a più miti ragioni i due paesi contendenti. 

"A seguito di conversazioni telefoniche, le parti azera e armena hanno adottato misure per stabilizzare la situazione. Al momento, gli scontri nella zona del monte Kilisali sono cessati, la situazione è tornata alla normalità ed è sotto controllo”, ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca. 

Shoigu ha invitato i suoi colleghi dell'Armenia e dell'Azerbaigian Suren Papikyan e Zakir Hasanov ad evitare di esacerbare ulterioriormente gli animi e provocare un’ulteriore escalation. 

La normalizzazione della situazione è stata confermata da Yerevan. Come riportato sul sito web del Ministero della Difesa dell'Armenia, "secondo l'accordo raggiunto con la mediazione della parte russa, dalle 18:30 (17:30 ora di Mosca) l’incendio nel settore orientale è stato domato”. 

L’Armenia ha inoltre reso noto che a seguito degli scontri un soldato a contratto, il soldato semplice Meruzhan Harutyunyan, nato nel 1991, è stato ucciso e altri 12 militari sono stati catturati.

Il primo ministro Nikol Pashinyan, riferisce Ria Novosti, durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Armenia, ha affermato che adesso la situazione al confine "è relativamente calma, ma la situazione generale rimane estremamente tesa". Ha definito quanto accaduto come "aggressione diretta contro il territorio sovrano dell'Armenia".

A sua volta, il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev in una conversazione telefonica con il capo del Consiglio Europeo Charles Michel ha affermato che Baku ha risposto adeguatamente alle azioni di Yerevan . Il presidente azero ha sottolineato che "l'intera responsabilità della situazione attuale è della leadership politico-militare dell'Armenia".

Adesso grazie all’intervento di Mosca si è giunti a un cessate il fuoco ma i rapporti tra le due repubbliche restano tesi, soprattutto a causa della situazione intorno al Nagorno-Karabakh. 

Lo scorso autunno, un altro confronto militare si è concluso con un accordo vantaggioso per l'Azerbaigian: l'Armenia ha restituito le regioni di Kelbajar, Lachin e Aghdam. 

Le forze di pace russe sono di stanza nella regione.

Alla fine di luglio, sono riprese le schermaglie al confine e sono stati segnalati morti e feriti. Armenia e Azerbaigian si sono accusate a vicenda di aver violato il cessate il fuoco, ma in seguito, attraverso la mediazione delle forze di pace russe, hanno raggiunto l’accordo per un armistizio. 

Tuttavia, i bombardamenti continuano.

La Russia si conferma come l’unica forza che può tenere sotto controllo la regione ed evitare che vengano appiccati ulteriori incendi in un quadrante geopolitico molto caldo. Come hanno ricordato oggi i presidenti di Russia e Iran, Putin e Raisi, le potenze responsabili della zona lavorano affinché nel Caucaso non divampino le fiamme.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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