J. Stiglitz: "le politiche democratiche assicurano il fallimento e la fine dell'euro"

“Ovviamente, tutti i divorzi sono costosi; ma continuare a tirare avanti alla meno peggio potrebbe essere ancora più costoso. Come abbiamo già visto questa estate nel Regno Unito, se i leader non possono o non vogliono prendere decisioni difficili, sono gli elettori europei a prendere le decisioni per loro – ed i leader potrebbero non essere soddisfatti dei risultati”.

3034
J. Stiglitz: "le politiche democratiche assicurano il fallimento e la fine dell'euro"


Dopo aver definito la situazione di alcuni paesi dell'Unione europea peggiore a livello economico di quella nella fase della Grande Depressione, nel suo ultimo articolo per the Project Syndicate il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz scrive come, a discapito delle tesi più disparate che si leggono, la responsabilità maggiore ha un chiaro indiziato: l'euro. 

Scrive il Premio Nobel: “La struttura della zona euro ha imposto un tipo di rigidità particolare associato con il gold standard. La moneta unica ha portato via il meccanismo più importante per le regolazioni tra i suoi membri – il tasso di cambio – e la zona euro ha circoscritto le politiche monetarie e fiscali.
In risposta agli shock asimmetrici e alle divergenze in termini di produttività, si dovrebbero favorire aggiustamenti del tasso di cambio reale (al netto dell’inflazione), il che significa che i prezzi nella periferia della zona euro dovrebbero scendere rispetto alla Germania ed al Nord Europa. Ma, con la Germania irremovibile sull’inflazione – i suoi prezzi sono rimasti fermi – l’aggiustamento potrebbe essere realizzato solo attraverso una deflazione che risulterebbe disastrosa altrove. In genere, questo ha significato dolorosa disoccupazione ed indebolimento dei sindacati; i paesi più poveri della zona euro, e soprattutto i lavoratori al loro interno, hanno sostenuto il peso degli oneri di regolazione. Così il piano per stimolare la convergenza tra i paesi della zona euro è fallito miseramente, con disparità tra e all’interno dei paesi in crescita”.


Sull'insontenibilità di lungo periodo dell'euro Stiglitz non ha alcun dubbio. “le politiche democratiche ne assicurano il fallimento. Solo cambiando le regole e le istituzioni della zona euro si può fare in modo che funzioni. Ciò richiederebbe sette modifiche:
• abbandonare i criteri di convergenza, che impongono che il deficit sia inferiore al 3% del PIL;
• sostituire l’austerità con una strategia di crescita, sostenuta da un fondo di solidarietà per la stabilizzazione;
• smantellare un sistema soggetto a crisi in cui i paesi devono assumere prestiti con una valuta non sotto il loro controllo, basandosi invece su Eurobond o qualche meccanismo simile;
• ripartire in modo migliore gli oneri durante la regolazione, con i paesi che presentano surplus delle partite correnti che si impegnano ad incrementare i salari e ad aumentare la spesa fiscale, garantendo in tal modo che i loro prezzi aumentino più velocemente di quelli dei paesi con disavanzi correnti;
• cambiare il mandato della Banca Centrale Europea, che si concentra solo sull’inflazione, a differenza della Federal Reserve, che prende in considerazione anche occupazione, crescita, stabilità;
• stabilire un sistema comune di garanzie dei depositi, tali da impedire fughe di denaro dai paesi a scarso rendimento, e promuovere altri elementi di “unione bancaria”;
• incoraggiare, piuttosto che proibire, politiche industriali volte a garantire che i paesi ritardatari della zona euro possano raggiungere quelli leader.

E poi conclude: “Ovviamente, tutti i divorzi sono costosi; ma continuare a tirare avanti alla meno peggio potrebbe essere ancora più costoso. Come abbiamo già visto questa estate nel Regno Unito, se i leader non possono o non vogliono prendere decisioni difficili, sono gli elettori europei a prendere le decisioni per loro – ed i leader potrebbero non essere soddisfatti dei risultati”.


All'interno della zona euro l'Italia è destinata a perenne deflazione salariale, ridiscussione di diritti acquisiti, deindustrializzazione e migrazione forzata di manodopera a basso costo nel nord dell'Europa. Per quanto tempo ancora saremo disposti ad accettare tutto questo?
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La Nuova Era dell'Economia Globale  di Giuseppe Masala La Nuova Era dell'Economia Globale

La Nuova Era dell'Economia Globale

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti