Invece di bandire un numero, smettiamo di armare i nazisti in Ucraina

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di Agata Iacono


L'Italia arma i seguaci di Bandera in Ucraina, ritenuto responsabile del massacro di centinaia di uomini, donne e bambini ebrei durante l’occupazione tedesca in piena Seconda Guerra Mondiale, nell’ambito della cosiddetta “spinta verso l’est” del Reich.

Però, in compenso, vieta il numero 88.
 
Cosa è successo?

Dal prossimo campionato di calcio, sarà vietato giocare con la maglia numero 88. La decisione è stata presa dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi su richiesta della coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemismo Milena Santerini.

Ma di quali crimini si è macchiato il numero 88?

La grave colpa del numero 88, (i caciocavalli nella smorfia napoletana), è quella di essere formato da due 8.

All'ottava posizione, infatti, dell'alfabeto italiano troviamo la H di hotel.

Che però è anche la H di Hitler.

Quindi 88 potrebbe essere letto anche come HH, sigla che ricorda il saluto nazista «Heil Hitler».

Un "codice segreto pericolosissimo" negli stadi, per cui nessun calciatore potrà più indossare la maglia 88.

Però le TV di stato intervistano allegramente "eroi" con simboli nazisti, i pseudo analisti regimental ci spiegano che quei simboli ostentati non sono nazisti ma hanno "origini ancestrali", il saluto romano o hitleriano viene sdoganato cantando bellaciao con i "partigiani ucraini", il battaglione Azov ha letto Kant...

Vuoldire che negli stadi, così come in tutte le visite ufficiali di Zelensky e a Zelensky, non resterà che gridare  “Slava Ukraini”, che di antisemita ha "solo" l'innegabile genesi storica.

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