Il Venezuela rigetta la risposta insolente dell'UE
Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela ha condannato l'atteggiamento aggressivo e interventista dell'Unione Europea (UE) in questioni che, come le elezioni presidenziali del 28 luglio, sono di esclusiva competenza della nazione sudamericana e del suo popolo.
In una dichiarazione rilasciata dal Potere Elettorale, uno dei cinque riconosciuti dalla Costituzione venezuelana, il suo rettore, Elvis Amoroso, ha ripudiato “l'insolente comunicato dell'Unione Europea” sul programma di monitoraggio elettorale, che ha definito “un nuovo atto di ingerenza che cerca di interferire nelle decisioni del Consiglio Nazionale Elettorale venezuelano”.
Ha affermato che “nessun organismo straniero ha la competenza di decidere sul programma di monitoraggio elettorale”. Ha ricordato di aver revocato l'invito all'UE a partecipare a questo processo a causa del suo atteggiamento ostile e ha chiesto che l'UE elimini le sue misure restrittive unilaterali se vuole partecipare ai processi elettorali nella patria di Bolívar e Chávez.
Ha accusato l'UE di continuare a comportarsi come un attore schierato e aggressivo, interrompendo i processi elettorali, mantenendo “l'applicazione illegale e illegittima di misure coercitive, unilaterali e genocide, con l'unico obiettivo di causare danni alla popolazione venezuelana”.
Ha ribadito che fino a quando l'Unione Europea “non revocherà tutte le sanzioni coercitive, unilaterali e genocide imposte contro il popolo venezuelano, che colpiscono i bambini, le donne, gli anziani, i malati, gli studenti e gli imprenditori, la sua presenza non sarà gradita in nessun processo elettorale” nel Paese, “che ha deciso di essere libero per sempre per volontà assoluta del popolo”.
Poder Electoral repudia el insolente comunicado de la Unión Europea, en el que se emiten consideraciones que son de exclusivas competencias de los venezolanos, convirtiéndose en un nuevo acto injerencista que pretende interferir en las decisiones del CNE #EleccionPresidencial2024 pic.twitter.com/iv8gcY2wdb
— cneesvenezuela (@cneesvzla) May 29, 2024
Il CNE ha chiesto che “cessino l'ostilità, le pratiche neocoloniali, l'assedio e l'interventismo negli affari interni del Venezuela”.
Ha poi sottolineato che le elezioni del 28 luglio “avranno un ampio programma di monitoraggio e accompagnamento da parte di decine di prestigiose organizzazioni internazionali, oltre che di più di 250 personalità, per mostrare con orgoglio al mondo il nostro solido Sistema Elettorale, che è diventato una delle principali garanzie della democrazia venezuelana e un esempio per il mondo”.
Il giorno prima, in un comunicato, l'UE aveva espresso il suo disaccordo con la decisione sovrana del CNE di revocare l'invito a partecipare al monitoraggio delle elezioni. L'ha considerata “unilaterale” e ha azzardato che il popolo venezuelano dovrebbe essere in grado di eleggere il proprio presidente in quelle che ha definito “elezioni credibili, trasparenti e competitive, sostenute dall'osservazione internazionale”, con cui il blocco si è chiaramente unito al discorso aggressivo della destra globale per squalificare il processo elettorale venezuelano e generare un clima di violenza nel Paese, come evidenzia teleSUR.
Nell'annunciare di aver revocato l'invito all'UE per l'osservazione, il CNE ha spiegato che il blocco non solo mantiene una batteria di sanzioni che causano un danno considerevole alle famiglie venezuelane, ma che le ha ratificate il 13 maggio.
Il Potere Elettorale ha ritenuto che sarebbe immorale permettere all'UE di partecipare alle elezioni, conoscendo le sue pratiche neocoloniali e il suo interventismo contro il Venezuela.