Il ministro della coesione sociale

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Il ministro della coesione sociale

 

di Federico Giusti

Intervenuto in un convegno nell'Ateneo di Padova, il Ministro Crosetto ha scelto la lectio magistralis sulla sicurezza per comunicare l'operato del Governo e rassicurare il mondo accademico sulla bontà delle politiche fino ad oggi intraprese.  

Nulla di nuovo all'orizzonte, dichiarazioni quindi non nuove rispetto ad altri interventi pubblici in occasione di convegni e iniziative, questa volta tuttavia la puntualizzazione sulla nozione di sicurezza e sulla necessità della coesione sociale e della fiducia nelle istituzioni meritano attenzione.

Il rapporto del Centro Studi Confindustria di giugno 2025 ( I dazi colpiscono fiducia ed export. L’ennesima guerra rincara l’energia, peggiorando le attese | Confindustria) mostra un paese alle prese, come del resto l'intero vecchio continente, con una economia debole e una crescita irrisoria, incertezza dominata dal ricorso strutturale alla guerra che genera rincaro dei prezzi energetici e costi in aumento per aziende e famiglie. E aggiungiamo le politiche monetarie degli Usa che si ripercuotono negativamente soprattutto sull’euro zona.

Citiamo l’incipit del rapporto redatto in queste ultime ore giusto a ricordare che la vulgata ufficiale del Governo, improntata a sarcasmo contro ogni lettura critica, è ben diversa dalle note redatte dai centri economici che contano

Un altro shock. Lo scenario, già complesso, è aggravato dall’aumento del prezzo del petrolio a causa del conflitto Israele-Iran. L’industria italiana ha tenuto a inizio 2° trimestre e gli indicatori sono migliorati per i servizi. Ma i dazi sull’export e l’incertezza stanno deteriorando la fiducia, brutto segnale per i consumi e gli investimenti. Positivo, invece, è il proseguire del taglio dei tassi nell’Eurozona

Crosetto, o chi per lui, conosce i dati economici e sa come l'indice di fiducia stia scendendo mese dopo mese, sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, dei consumatori verso l’economia, dei lavoratori riguardo le imprese. E poi le continue giravolte di Trump in materia di dazi non sono di aiuto per le economie europee alle prese con ascensori sociali fermi e un malessere sociale diffuso che cova sotto la cenere.

E il Ministro sa bene che un aumento delle spese militari avrà impatti anche sul welfare, per questo il suo discorso è rivolto alla coesione sociale, alla capacità di adattamento ai nuovi scenari geo politici della Nato, al principio di mutua difesa che fa presagire il sostegno italiano a un eventuale intervento Usa nella guerra contro l'Iran

Ma per amor del vero le dichiarazioni di Crosetto non parlano di guerra nè di partecipazione italica, si evitano come al solito gli argomenti scomodi, ad esempio il ruolo delle basi Usa e Nato sul nostro territorio ma fuori da ogni giurisdizione nazionale. E quelle basi sono avamposti di guerra, potenziate, collegate alle infrastrutture negli ultimi anni proprio per rendere efficace e tempestivo l'apporto della logistica di guerra ai conflitti.

Cosa significherà poi parlare con il sud del mondo? Depredare quei paesi delle risorse del sottosuolo e intervenire militarmente quando decideranno di non sottostare ai ricatti occidentali? Merita di essere letta la nota dell'ufficio stampa sul sito ministeriale

Siamo passati da un mondo in cui contavano i valori a un mondo in cui conta il valore economico. Siamo passati dall'epoca delle grandi democrazie, delle conquiste sociali, all'epoca delle grandi potenze e non ce ne siamo accorti. In questo cambiamento noi abbiamo un dovere: che è quello di presidiare le conquiste di migliaia di anni che ci hanno portato a codificare un diritto internazionale.

Oggi il potere si misura con nuovi strumenti: chi guida la tecnologia guida il mondo. La sicurezza passa dal controllo delle risorse strategiche, dalle catene di approvvigionamento.

Siamo nel cuore di una rivoluzione: il Digital Order, che sta riscrivendo gli equilibri globali, i modelli di sviluppo, perfino la nostra idea di sovranità.

L’Europa non può permettersi di restare alla finestra.

Servono visione, volontà e investimenti concreti in ricerca e innovazione.

Le minacce oggi hanno nuove forme.

L’intelligenza artificiale e il quantum computing sono sempre più strumenti di potere. Proprio per questo servono menti preparate, risorse e visione. Preservare il nostro patrimonio di idee, conoscenza, cultura, valori, identità è oggi - più che mai - una missione di sicurezza nazionale".

Il Ministro della Difesa all'Università di Padova per convegno "La ricerca di nuove sicurezze: La difesa nazionale e la pace, fra incertezze UE ed egemonia USA"

Parole scisse dalla realtà, il diritto internazionale è ridotto a carta straccia, ogni decisione Onu sul genocidio palestinese fermata dal veto Usa, le grandi democrazie elogiate hanno fatto ricorso strutturale a guerra e colonialismo, le conquiste sbandierate sono spesso i furti ai danni dei popoli oppressi. E ancora una volta sullo sfondo delle dichiarazioni Ufficiali la Bussola europea, il controllo delle risorse strategiche per il quale bisogna essere pronti a scatenare una guerra presentandola come difesa degli interessi occidentali e della cosiddetta sicurezza nazionale. 

E per sicurezza si intende implicitamente anche quell'insieme di norme securitarie e repressive che ha preso corpo con il pacchetto sicurezza, all'indomani dello sciopero dei metalmeccanici e alcuni blocchi stradali sono annunciate denunce e inchieste avvalendosi delle aggravanti del Codice penale previste per questa tipologia di reati.

Una nozione di sicurezza a tutto tondo con cui presto ciascuno di noi farà i conti.

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