Il Governo Meloni e il Memorandum sulla Via della Seta
Il Sole 24 ore ci informa che il Governo Meloni, alla fine, dovrebbe abbondare il Memorandum sulla Via della Seta dopo un incontro tra la Premier e lo Speaker americano alla Camera.
Uscire da un processo storico, che coinvolge miliardi di persone, è quanto di piu' antistorico che questo Paese possa fare. A parità di potere d'acquisto (PPA), quel che conta di piu', l'economia cinese supera quella Usa e il futuro, programmato nei decenni scorsi, è radioso, a parte il problema demografico che avranno in futuro.
La presenza di colossi pubblici, un'economia che dipende dall'estero per il solo 17% (la piu' bassa dei paesi sviluppati), un forte mercato interno fortissimo, una pluridecennale reflazione salariale che non si arresta, un'istruzione universalistica, decine e decine di milioni di alloggi popolari, reti metropolitane e ferroviarie all'avanguardia, prima in tech al mondo, 31% del valore aggiunto industriale mondiale. E potrei continuare. Ma non è questo il punto. Il punto, e perciò è antistorico, è che l'Italia si taglia fuori dall'Asia, dal Medio Oriente, dal sud del mediterraneo, tutti paesi che hanno forti intrecci economico-finanziari con la Cina. Per Pil, i Brics hanno superato il G7 (che Salerno Aletta vede come il nuovo Comecon), 19 paesi hanno fatto richiesta di adesione, l'Arabia Saudita che ritraccia i suoi interessi dagli Usa alla Cina (e ho detto tutto).
Certo, i prodotti italiani sono richiesti, ma non si può vivere solo di scarpe, stracci eleganti, arredi o ceramica.
Dov'è la tecnologia? I nostri laureati scientifici e non solo dove trovano lavoro? Sono produzioni che richiedono, e si attuano, bassi salari, manca la reflazione salariale da noi da 50 anni, siamo condannati alla denatalità e non possiamo sempre fare i camerieri per gente depressa del Nord Europa. Che fine fanno i nostri porti, che fine fa il Sud senza dialogo mediterraneo? Oggi gli ordini industriali tedeschi sono crollati del 10.7%. Noi ancora andiamo avanti, ma fino a quando? E, soprattutto, a che prezzo?