Il FMI bacchetta l’Europa: Troppo welfare

389
Il FMI bacchetta l’Europa: Troppo welfare

 

di Federico Giusti, ed Emiliano Gentili

Il Fondo monetario internazionale (FMI) si dimostra impietoso rispetto all’aumento del debito pubblico in Europa, assai duro verso il Vecchio Continente ma senza dubbio tenero verso gli Usa, il cui indebitamento risulta assai maggiore.

Si sa, ogni indicazione del FMI acquista una valenza politica e anche questa volta il richiamo ha un obiettivo ben preciso: ridimensionare il welfare europeo, giudicato la vera causa del problema. Se questa indicazione si tramutasse in scelte politiche non solo i cittadini comunitari subirebbero un danno incalcolabile, ma l’intero sistema sociale ne verrebbe distrutto e con esso i diritti all’istruzione, alla salute e alla vecchiaia.

Le conseguenze sarebbero invece positive per il settore privato e per le privatizzazioni in generale, che beneficerebbero dello smantellamento del welfare – ci riferiamo soprattutto a sanità e previdenza privata.

La nota pubblicata pochi giorni orsono dal FMI in estrema sintesi giudica troppo generoso il welfare europeo, che avrebbe un impatto negativo sulla tenuta dei conti pubblici. Pertanto si invoca una sostanziale riforma del fisco e del lavoro, accompagnata da una mega sforbiciata alle spese sociali.

Difficile spiegare loro che in molti paesi europei, primo tra tutti l’Italia, negli anni neoliberisti hanno distrutto un fisco equo e progressivo, basato su tante aliquote. Accrescere le entrate fiscali significherebbe fare i conti una volta per tutte con un sistema economico e imprenditoriale nel quale gli aiuti di Stato hanno salvato dal baratro interi settori – non più, capitalisticamente parlando, competitivi. L’obiettivo del FMI è politico: se tale non fosse, i richiami andrebbero in direzione del paese con il debito pubblico più grande in assoluto, ossia gli Usa.

Ironia della sorte, quanto scrive il Fondo coincide con le volontà degli Usa che ci stanno scaricando un corposo aumento della spesa militare per sostenere il quale la Ue ha già emesso nuovo debito attraverso il programma Safe. Il FMI sorvola su questo particolare e guarda solo alla proiezione, da qui al 2040, che vede raddoppiare il debito pubblico

"Se le riforme e il consolidamento a medio termine sono insufficienti, allora misure fiscali più radicali potrebbero includere una rivalutazione della portata dei servizi pubblici e di altre funzioni governative, con potenziali ripercussioni sul contratto sociale", si afferma nella nota del Fondo.

La Ue viene da lustri di contenimento della spesa pubblica, che hanno condotto interi Paesi a sacrificare la Pubblica Amministrazione. Ad esempio in Grecia, dove peraltro la svendita di intere parti del settore pubblico non è stata sufficiente, se oggi si va aumentando la settimana lavorativa e la giornata media di lavoro (mettendo a rischio anche altre norme comunitarie come quella che imporrebbe, in teoria, 11 ore di stacco tra un turno e l’altro). Poco, in Italia, si è parlato di quanto avviene in Grecia con il governo di destra, ma quelle controriforme del lavoro potrebbero rappresentare un esempio da seguire anche per Paesi capitalisticamente più forti.

Sottraendo risorse al welfare la Ue potrebbe indirizzare nuovi capitali ai settori strategici dell’economia – ad esempio quello militare – e alla Ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie. Ma operare per il riarmo è causa dell’aumento del debito e quindi le soluzioni prospettate sono parte stesse del problema. Probabilmente si è già aperta la caccia grossa ai capitali che potrebbero liberarsi dal depotenziamento del welfare.

Mario Draghi, con il suo libro sulla competitività, affermava che la via di uscita della Ue dalla crisi avrebbe previsto di investimenti comunitari direzionati da una unica cabina di regia, indirizzati ad alcuni capitoli strategici e non ad altri. Allo stesso tempo la richiesta era quella di accrescere gli investimenti, rivedendo le politiche di austerità fino ad oggi praticate per competere proprio con Usa e Cina.

Le indicazioni di Draghi hanno già avuto applicazione nei documenti strategici in materia di riarmo, pur incontrando alcune difficoltà strutturali – come la presenza di imprese produttrici di armi europee in progetti concorrenziali tra loro.

È pur vero che paesi come Italia, Francia e Spagna presentano un rapporto debito/PIL superiore al 100%. Di sicuro la Ue non potrà ignorare il richiamo del FMI e proverà magari ad abbassare ulteriormente tale indice.

Se un terzo o un quarto dei paesi europei dovesse tagliare la spesa netta di oltre un punto percentuale del PIL ci ritroveremmo alle prese con masse crescenti di disoccupati e di lavoratori sottopagati, che rappresenterebbero un costo, sociale ed economico decisamente grave.

Il FMI, tuttavia, punta il dito contro il modello europeo, giudicato insostenibile; e da qui la certezza che i governi si stiano muovendo verso privatizzazioni e processi speculativi attorno a sanità, pensioni e istruzione.

Solo pochi mesi fa BankItalia presentava Il rapporto della Fondazione per la sussidiarietà[1], avente al centro la riforma del welfare state italiano. Il rapporto analizzava i ritardi del nostro Paese nel campo della ricerca e dello sviluppo, la debolezza dell’industria, la precarietà del lavoro, e faceva intendere che il welfare dovesse ripensare l’insieme dei servizi offerti, cercando di muovere gradualmente verso il modello universalistico anglosassone – basato sull’erogazione di bonus e sussidi – e abbandonando quello mediterraneo, di tipo lavoristico – si pensi al Tfr, alla Naspi, ecc. Inutile dire che il primo modello, non essendo legato alla contrattazione sindacale, non garantisce alla popolazione alcun controllo sull’entità dei servizi offerti.

Il Rapporto di Bankitalia, inoltre, se letto oggi presenta anche dei contenuti “profetici”, almeno stando alle ultime rilevazioni dell’Istat:

Il sistema di welfare svolge un ruolo essenziale nel ridurre le diseguaglianze e contrastare la povertà. Se si considerano solo i proventi da lavoro e da proprietà, la distribuzione dei redditi tra le famiglie italiane risulta fortemente diseguale, con un indice di Gini superiore al 52 per cento[2].

Il sistema di welfare non è solo garanzia di equità sociale: potrebbe anche rivelarsi di aiuto per la ripresa economica del Paese. Ma perché questo sia possibile, a parere di Bankitaalia necessita di alcuni interventi strutturali, individuati però nella privatizzazione di interi settori. A tal fine, quindi, nel Rapporto si chiedono al contempo la sostenibilità dei conti pubblici e interventi sul sistema fiscale.

[1] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2025/20250220-panetta/index.html?dotcache=refresh

[2] https://www.istat.it/statistiche-per-temi/focus/congiuntura/analisi-internazionali/

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

"I nuovi mostri" - Roger Waters "I nuovi mostri" - Roger Waters

"I nuovi mostri" - Roger Waters

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina di Giuseppe Masala Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE   Una finestra aperta La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il "cessate il fuoco" è nudo di Paolo Desogus Il "cessate il fuoco" è nudo

Il "cessate il fuoco" è nudo

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo di Alessandro Mariani Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La sinistra, l'America, e l'Occidente di Giuseppe Giannini La sinistra, l'America, e l'Occidente

La sinistra, l'America, e l'Occidente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire di Michele Blanco La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

L'orrore e' il capitalismo di Giorgio Cremaschi L'orrore e' il capitalismo

L'orrore e' il capitalismo

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti