Il Brasile considera "gravi" le "menzogne" diffuse da Israele su Lula

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Il ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, ha definito "grave" il fatto che il governo israeliano abbia diffuso "menzogne" sul presidente del suo Paese, Luiz Inácio Lula da Silva. 

"Che il Ministero degli Esteri si rivolga in questo modo a un capo di Stato di un Paese amico, il Presidente Lula, è insolito e ripugnante. Che il ministero degli Esteri ricorra sistematicamente a dichiarazioni distorte e menzognere è offensivo e grave", ha dichiarato Vieira in una dichiarazione rilasciata da Itamaraty (ministero degli Esteri) a Bloomberg e Reuters, come riportato da Globo.

Lo stesso documento descrive la situazione come "una pagina vergognosa nella storia della diplomazia di Israele", che ha usato un "linguaggio scurrile e irresponsabile" per rivolgersi al leader brasiliano.

I commenti del ministro degli Esteri brasiliano si riferiscono a un post sui social media del suo omologo, Israel Katz, in cui esigeva da Lula delle scuse.

"Milioni di ebrei in tutto il mondo stanno aspettando le tue scuse, come osi paragonare Israele a Hitler", si legge nel testo.  

Allo stesso modo, un account collegato al governo israeliano ha affermato, in inglese, che Lula nega l'Olocausto. 

Il giorno prima, Lula aveva affermato che la situazione nella Striscia di Gaza è paragonabile all'Olocausto, perché si tratta di "una guerra di un esercito altamente preparato contro donne e bambini". 

Questo ha fatto sì che Tel Aviv lo dichiarasse persona non grata e ha scatenato una crisi diplomatica tra i due Paesi, che hanno già richiamato i rispettivi ambasciatori per consultazioni.

"Lula ha ragione"

Intanto dopo aver incassato il sostegno dei governi dell’America Latina e dei paesi dell’ALBA-TCP, anche il Comitato Popolare del Centro di San Paolo si schiera con il leader brasiliano lanciando la petizione “Lula ha ragione”. 

L'iniziativa fa riferimento alle parole del presidente che descrive l'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza come un "genocidio" e paragona la situazione dei palestinesi che vivono nel territorio con quella degli ebrei che affrontarono la politica di sterminio nazista in Germania negli anni '30 e '40.

La campagna ha creato un proprio sito web (www.lulatemrazao.com) per raccogliere firme a favore di quella che definisce "la storica dichiarazione del presidente Lula ad Addis Abeba, in Etiopia, che ha reso ancora più chiaro ed evidente il genocidio praticato dal governo Netanyahu contro il popolo palestinese”. 

"Confrontando le pratiche criminali del regime sionista con i metodi nazisti dell'Olocausto, ha mostrato al mondo, in modo molto chiaro, la dimensione della tragedia umanitaria in corso", si legge nel testo della petizione a favore del Presidente.

L’offensiva militare israeliana sulla Striscia di Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023, ha già prodotto più di 29.000 morti civili, tra cui 13.000 bambini, secondo le statistiche ufficiali delle entità che sostengono i rifugiati palestinesi. Si stima inoltre che siano circa 8.000 i corpi dispersi sotto le macerie, il che porterebbe il numero totale delle vittime a oltre 37.000. Questo numero rappresenta circa l'1,68% della popolazione del territorio palestinese, ovvero circa 2,3 milioni di persone.

Inoltre, il manifesto afferma che "lo Stato di Israele non può usurpare e mancare di rispetto alla memoria ebraica delle sofferenze nei campi di sterminio per attaccare, in modo simile, un altro popolo".

In conclusione, il testo evidenzia che “contro le parole del presidente Lula si levano le voci più reazionarie del pianeta e del nostro Paese, complici del genocidio comandato dal governo Netanyahu”.

"In solidarietà con il leader del popolo brasiliano, sottoscriviamo questo manifesto. Presidente Lula, al suo fianco ci sono i popoli del mondo, le forze democratiche e il meglio che l'umanità ha da offrire".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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