I nuovi diktat dell'Europa all'Italia "paese di camerieri e artisti"

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I nuovi diktat dell'Europa all'Italia "paese di camerieri e artisti"

E l'Europa lancia il diktat della messa a bando europeo delle concessioni a partire da quelle degli stabilimenti balneari. Ben sapendo che l'Italia è un paese relativamente povero rispetto a Germania e Olanda e che non c'è alcuna possibilità di competere con quei sistemi paese. Hanno soldi a strafottere, basta guardare il NIIP (Fonte Eurostat) e si prenderanno tutto. Ovviamente questo sarà un danno rilevante per il sistema paese (lo dico per gli economari): primo perchè le catene straniere porteranno la residenza fiscale in Olanda senza remore (il piccolo italiano qui è e qui rimane, e paga tutto sull'unghia): quindi lo stato italiano guidato da torme di babbei quadagnerà cento in più dalle concessioni ma perderà mille di gettito generale a vantaggio della Regina d'Olanda che giustamente deve mangiare dai beni italiani. Senza contare il fatto che i profitti andranno all'estero impoverendo il sistema paese.
 
Fornisco comunque un suggerimento alle congreghe europee: chiedere la messa all'asta europea delle licenze commerciali nei centri di pregio storico. Una persona che ha un bar a Piazza della Signoria a Firenze, o nei mille luoghi italiani splendidi gode di un vantaggio competitivo rispetto agli altri e guadagna sui beni comuni (certamente europei) che sono di tutti. Quindi aste europee...del resto si sa, la Basilica di Padova l'abbiamo costruita con i fondi europei. O vogliamo parlare del bibitaro italiano che ha la licenza per piazzare il suo carretto fronte Fori Imperiali. O signori che impudenza, un pulciaro che pretende di campare, meglio una bella catena di Monaco di Baviera! Perchè deve avere il negozio o il carretto di fronte a tanta bellezza un italiano e non un tedesco?
 
L'antico progetto hitleriano prende quota: "Italia paese di camerieri e artisti"...artisti non so, ma saremo tutti camerieri di qualche catena tedesca o olandese. Ovviamente tutto questo grazie alla complicità della nostra classe dirigente badogliesca e cadorniana.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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