I 2 "missili russi" sul territorio polacco: il casus belli è servito

I 2 "missili russi" sul territorio polacco: il casus belli è servito

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Due presunti missili russi sono caduti in territorio polacco (e dunque in territorio Nato) causando peraltro due morti, questo è quanto affermato dalle autorità polacche.

Ora, a mio modestissimo avviso la possibilità che due missili cadano a decine e decine di km di distanza dal bersaglio è davvero impossibile. Molto improbabile che capiti ad uno, difficilissimo che capiti a due e impossibile che entrambi cadano sullo stesso punto (nel senso che se due missili "impazziscono" perchè dovrebbero farlo puntando sullo stesso punto?). Molto più probabile l'ipotesi o che i russi l'hanno fatto apposta (ma non si capisce il motivo) o che siano gli stessi polacchi ad essersi autobombardati incolpando i russi).

Come si può capire l'attacco al territorio Nato è chiaro motivo per "invocare l'articolo 5 del trattato Nato" e credo che i polacchi non aspettassero altro. O comunque nell'ipotesi minimale non aspettano altro per entrare in Ucraina creando una zona cuscinetto a difesa del loro territorio.

Questo strano attacco missilistico in territorio polacco avviene dopo che oggi la Russia ha tirato una bordata di oltre 100 missili sulle ultime centrali elettriche ucraine segnando di fatto il collasso del sistema elettrico e conseguentemente del paese. L'unico modo per evitare la sconfitta (al netto dei deliri alla cocaina di Zalensky) è l'entrata della Nato o di una coalizione di volenterosi occidentali o al minimo della Polonia. Altrimenti nei prossimi mesi saremo invasi da uno tzunami di profughi ucraini.

La Nato una sconfitta non può permettersela, e infatti, è arrivato il casus belli.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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