Hamas "soddisfatta" della nuova proposta di cessate il fuoco degli Stati Uniti
Hamas sarebbe “soddisfatta” delle “garanzie” per porre fine alla guerra, incluse nell’ultima proposta di cessate il fuoco in discussione. Lo ha rivelato una fonte a conoscenza della questione al quotidiano saudita Asharq al-Awsat.
Secondo il media saudita, la proposta include la garanzia da parte dei mediatori che i combattimenti non riprenderanno finché i negoziati saranno in corso, si aggiunge, inoltre, che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncerà l'accordo una volta che Israele e Hamas lo avranno ufficialmente approvato.
Una fonte vicina ad Hamas ha dichiarato ad Asharq al-Awsat che la proposta è quasi identica a quella avanzata dall'inviato statunitense Steve Witkoff all'inizio di quest'anno, che prevede il rilascio della metà dei prigionieri ancora in vita a Gaza in cambio di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi, nonché un periodo di tregua di 60 giorni.
Secondo quanto riferito, Hamas fornirà la sua risposta ufficiale alla proposta venerdì.
Il quotidiano libanese Al-Akhbar ha riferito, invece, che la proposta prevede il ritiro delle truppe israeliane nelle posizioni che occupavano prima del crollo dell'ultimo cessate il fuoco a marzo.
All'epoca, le forze israeliane si erano ritirate dal corridoio di Netzarim, nella Gaza centrale, ma erano rimaste di stanza lungo il corridoio di Filadelfia, al confine tra Gaza e l'Egitto.
Nell’articolo si precisa, tra l’altro, che gli aiuti umanitari attraverso il meccanismo delle Nazioni Unite saranno ripristinati per "garantire un approvvigionamento ininterrotto". Non si fa menzione della Fondazione Umanitaria per Gaza (GHF) israelo-statunitense, che ha contribuito a deportare ulteriormente la popolazione di Gaza causando la morte di oltre 500 richiedenti aiuti dalla fine di maggio.
Inoltre, la nuova proposta include l'impegno a proseguire i colloqui sul futuro generale del cessate il fuoco, anche se non si raggiungesse un accordo sulla fine della guerra prima dell'inizio del periodo di tregua.
Un funzionario della difesa israeliano e una fonte vicina ad Hamas hanno dichiarato giovedì al New York Times (NYT) che Hamas non terrà cerimonie durante il rilascio dei prigionieri.
Le cerimonie di liberazione solitamente celebrate dalla resistenza nelle precedenti tornate erano fonte di grande frustrazione per Tel Aviv.
Inoltre, alti funzionari di Hamas all'estero hanno ricevuto l'ordine di consegnare le proprie armi personali come gesto simbolico legato alla richiesta israeliana di disarmo della resistenza. Nell’articolo si citano i leader di Hamas Khalil al-Hayya, Zaher Jabarin di stanza a Istanbul e il capo del Consiglio della Shura del movimento palestinese, Muhammad Ismail Darwish.
La direttiva sarebbe arrivata da mediatori del Qatar.
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