Habermas, il PD e la teoria critica come servizio al potere
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di Vincenzo Costa
C'è questa credenza che Habermas sia di "sinistra". Può essere vero, nella misura in cui sinistra significa una versione del liberalismo. E Habermas è un liberale, del tutto dentro a quella tradizione.
È un po' come il pd. Il pd ha vissuto di un lascito, quello dei partiti socialisti e del partito popolare. Ma nè Gramsci nè Sturzo c'entravano col pd. Poi lentamente le persone hanno cominciato a realizzare che il pd era un partito liberale, con interessi di classe specifici, che non c'entravano con gli interessi delle classi popolari, e sono migrate.
Lo stesso con Habermas. Quando ero ragazzo Agazzi, prima di spararsi, ce lo vendeva come il tentativo di portare il marxismo all'altezza dei tempi. Ma per quanto scemi e giovani capivamo che "l'etica del discorso" non aveva nulla a che fare con il marxismo.
Ne' c'entrava con la teoria critica di Adorno, Marcuse, Korkheimer.
Era una prospettiva liberale, dissolutiva del politico. La sua idea di sfera pubblica era il salotto borghese, non le fabbriche, le campagne, il mondo del lavoro, che semplicemente svaniscono nel suo pensiero, ridotti ad agire strumentale.
Io non sono affatto stupito dalle uscite politiche di habermas. Aveva già preso posizione a favore della guerra e dell'esportazione della democrazia.
In Habermas non c'è traccia di socialismo. Al contrario. È la più potente, raffinata e subdola difesa di una società di classe. Il suo ideale non è una società libera, ma una società di chiàcchierini.
È un mondo finito il suo. Poi il pover'uomo si chiede perché le masse si spostano a destra. Non può darsi una risposta, perché il suo mondo della vita è fatto di perditempo, non di gente che lavora, pena. Lo sfruttamento svanisce.
Chi cerca lì strumenti per il futuro non troverà niente.
Ma è anche inutile perdere tempo a criticare quelle posizioni.
Habermas ha reso funzionale la teoria critica al dominio: con lui la teoria critica serve a legittimare il Potere neoliberale, a eternizzare un sistema che sta cadendo a pezzi.
Ha mantenuto un nome nobile, teoria critica, trasformandola nell'ideologia neoliberale. La storia culturale degli ultimi trent'anni è una storia di equivoci.
È venuto il momento di dissiparli.