Gli israeliani applaudono i soldati accusati di aver violentato una prigioniera palestinese

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Gli israeliani applaudono i soldati accusati di aver violentato una prigioniera palestinese

 

Se ancora ci fosse bisogno di capire in quale abisso di violenza è precipatata la società israeliana dopo anni di manipolazione educativa e mediatica, istigazione e giustificazione della violenza nei confronti dei palestinesi, giunge a proposito l'ultimo episodio che ha riguardato l'accoglienza con applausi al processo per alcuni soldati accusati di aver violentato una prigioniera palestinese.

Secondo quanto riportato dal canale israeliano Channel 14, i sostenitori presenti in aula hanno gridato "Siamo tutti dell'Unità 100", riferendosi all'unità militare a cui appartengono i sospettati.

Le immagini condivise sui social media mostrano i due uomini, con i volti nascosti da cappelli, occhiali da sole e maschere, che si abbracciano mentre alcuni presenti nella sala applaudono.

L'udienza riguardava una disputa su chi avrebbe guidato le indagini sulla fuga di notizie di un video che mostrava la loro aggressione a un detenuto palestinese avvenuta l'anno scorso.

Il caso segue le rivelazioni del mese scorso che hanno coinvolto l'ex consigliere legale capo dell'esercito, Yifat Tomer-Yerushalmi, nella fuga di notizie del filmato al Canale 12, uno scandalo che ha suscitato scalpore in parte della società israeliana.

Politici, giornalisti e attivisti di destra accusarono a suo tempo Tomer-Yerushalmi di perseguitare i soldati israeliani e di danneggiare l'immagine di Israele a livello internazionale. Si dimise poco dopo le rivelazioni e fu successivamente arrestata dalla polizia israeliana.

Da allora è emersa una frattura tra il Ministro della Giustizia Yariv Levin e il Procuratore Generale Gali Baharav-Miara su chi dovrebbe guidare l'indagine sulla fuga di notizie. Levin ha cercato di nominare un proprio consulente legale, mentre Baharav-Miara insiste sul fatto che il caso debba rimanere sotto l'autorità della Procura di Stato.

Richiesta di archiviazione del caso

Sebbene inizialmente l'accusa militare avesse preso in considerazione l'accusa di stupro, alla fine queste furono eliminate dall'atto di accusa.

Il processo alle cinque guardie si sta svolgendo davanti a un tribunale militare.

Le guardie dell'Unità 100, di stanza nel famigerato campo di detenzione di Sde Teiman e accusate di abusi sistematici contro i detenuti palestinesi, hanno affermato che l'indagine nei loro confronti è una "campagna diffamatoria". 

"L'ingiustizia che ci è stata fatta è evidente al popolo di Israele", ha dichiarato martedì una guardia al canale israeliano Channel 7.

"Siamo venuti per servire il popolo e lo Stato con dedizione e ora, in questi giorni folli, ci ritroviamo diffamati da coloro che avrebbero dovuto proteggerci."

La scorsa settimana, in seguito alle indagini sulla fuga di notizie del video, uno degli avvocati dei sospettati ha dichiarato che il caso contro di loro avrebbe dovuto essere archiviato. 

"Chiediamo giustizia", ??ha ribadito ai giornalisti fuori dalla Corte Suprema di Gerusalemme.

"Il minimo che si possa fare è annullare immediatamente il processo e perseguire penalmente tutti coloro che vi hanno preso parte, che hanno chiuso un occhio o che hanno dato una mano a questa farsa."

Secondo il rapporto del Centro palestinese per i diritti umani, durante il genocidio israeliano a Gaza, i detenuti palestinesi trattenuti nelle strutture israeliane sono stati sottoposti a torture sistematiche.

I detenuti rilasciati hanno raccontato di stupri, aggressioni filmate, abusi sessuali con oggetti e cani e umiliazioni psicologiche da parte delle guardie israeliane.

Il mese scorso, decine di corpi palestinesi restituiti da Israele nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco mostravano segni di abusi e torture. Alcuni dei corpi provenivano da Sde Teiman.

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