"Gli interessi della maggioranza globale". Cresce l'attesa per il vertice Brics di Kazan
Mancano ormai meno di due settimane al XVI vertice BRICS, che si terrà nella città russa di Kazan. Si tratta del primo vertice che vedrà la presenza come membri a pieno titolo dei paesi che erano stati invitati a entrare nel gruppo durante il vertice di Johannesburg del 2023, e, con l’eccezione dell’Argentina, il cui ingresso è stato impedito dal fantoccio statunitense Javier Milei, parteciperanno a questo nuovo incontro. Ma Brasile, Russia, Cina, Sudafrica, Iran, UAE, Arabia Saudita, Egitto ed Etiopia non saranno gli unici partecipanti del vertice.
Come dichiarato dall’ex diplomatico Yuri Ushakov nel maggio di quest’anno, i BRICS rappresentano ormai gli interessi della maggioranza globale[1], di tutti quei paesi che non hanno potuto godere dei frutti della globalizzazione a guida statunitense ma che anzi hanno conosciuto proprio a causa del Washington consensus stagnazione economica, crisi sociali e gravi perdite di indipendenza nazionale. La crescente attenzione che i paesi del Sud del Mondo hanno per i BRICS è proprio un segnale di questa fondamentale comunanza di interessi. I BRICS, il cui acronimo venne inventato nei circoli economici occidentali con una funzione al limite tra descrittiva e canzonatoria, sono ormai una realtà globale che rappresenta un’alternativa materiale agli organismi espressione della volontà statunitense, una realtà globale che gode di riconoscimento e apprezzamento.
Decine sono i paesi che hanno espresso, più o meno formalmente, la volontà di unirsi ai BRICS, e sono numerose le delegazioni, contenenti anche Capi di Stato, che saranno presenti dal 22 al 24 ottobre a Kazan. Tra i paesi che hanno fatto richiesta d’ingresso e di cui è stata confermata la partecipazione troviamo: Palestina, Siria, Bahrein, Bielorussia, Azerbaijan, Armenia, Venezuela, Cuba, Bolivia, Mongolia, Afghanistan, Turchia, Guinea-Bissau, Thailandia, Vietnam, Malaysia e Indonesia. Diversi paesi, tra cui la Turchia, parteciperanno rappresentati dal proprio Presidente. Altrettanto numerosa è la schiera dei paesi che potrebbero partecipare in qualità di osservatori, come Kazakhstan, Messico, Congo, Algeria, Pakistan, Zimbabwe, Tunisia, Honduras, Nicaragua, Senegal, Nigeria, Bangladesh e Gabon. Saranno presenti inoltre, tra gli oltre 20.000 ospiti, il Segretario Generale della Nazioni Unite Antonio Guterres e la presidentessa della Nuova Banca per lo Sviluppo, Dilma Rousseff.
Questa grande partecipazione riflette un grande interesse, ma non è indice di una simmetrica espansione del gruppo BRICS: Anzi, ad oggi non vi è nemmeno la certezza che il vertice di Kazan porterà a nuovi ingressi. Essendo un’organizzazione multilaterale e paritaria, non esiste all’interno dei BRICS un egemone che possa imporre alcunché. Ogni progetto comune, compresi quelli connessi all’espansione del gruppo, dovranno necessariamente essere frutto di un consenso raggiunto da attori diversi desiderosi di mantenere un prezioso e delicato equilibrio. In particolare, pare che l’India abbia posto il “veto” sull’ingresso di numerosi paesi, dal Pakistan all’Algeria, probabilmente motivato anche dalle tensioni interne al paese con la comunità musulmana oltre che dalla mai risolta situazione di confine con Islamabad.
Ciononostante, i BRICS hanno in programma forme d’espansione “pratica” che vanno al di là della partecipazione ufficiale al gruppo. Salute, sicurezza, finanza e commercio sono stati al centro degli ultimi dibattiti interni. Con la “svolta di San Pietroburgo”[2] i BRICS hanno mostrato la volontà di estendere il proprio campo d’attività oltre alla semplice cooperazione economica, affrontando il tema della sicurezza e della lotta ai regimi sanzionatori unilaterali imposti da “certi paesi”. Ciò si collega strettamente alla creazione di un sistema di pagamenti alternativo allo SWIFT, progetto annunciato recentemente da Putin, oltre che alla promozione del commercio bilaterale in valuta nazionale. Iniziative del genere non sarebbero limitate ai membri formali del gruppo. Uno status particolare, detto “paese partner” potrebbe essere concesso ai paesi più vicini all’ingresso ma non ancora inseriti ufficialmente. La formula del “paese partner” potrebbe portare a una nuova espansione del gruppo e a forme più strette di collaborazione per proposte congiunte di riforma del sistema di “governance” globale.
Il vertice di Kazan saprà dare ampie risposte su quanto la spinta all’allargamento e alla cooperazione sarà profonda e articolata.
[1] https://brics-russia2024.ru/en/interview/yuriy-ushakov-briks-na-dele-vyrazhaet-interesy-mirovogo-bolshinstva/
[2] https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-brics_la_svolta_di_san_pietroburgo/5694_56618/