Giovanni Bazoli (presidente emerito Intesa San Paolo) parla di prestito "non forzoso". Ma c'è un problema
di Giuseppe Masala
Notevole l'intervista di Bazoli al Corriere della Sera. Parla di prestito "non forzoso" perchè gli italiani la ricchezza ce l'hanno per far fronte alle emissioni che lo stato necessità per salvare il sistema-paese. Vero.
C'è solo un problema. Se non c'è controllo dei capitali nessuno può obbligare gli italiani a sottoscrivere le emissioni dello Stato. Perchè chiunque può trasferire i propri risparmi in qualsiasi paese della zona-euro. Dunque è necessario farlo forzoso questo prestito. Ovvero obbligare i residenti a sottoscriverlo. Per farlo non forzoso non ci si può appellare all'amor di patria ma bisogna chiudere i capitali (segregazione) e a quel punto per forza verrà sottoscritto senza obbligare ma semplicemente perchè non c'è scelta.
Dunque siamo di fronte ad un trilemma: se non è forzoso devi chiudere le frontiere, mentre se è forzoso non hai bisogno di chiuderle. Ma pretendere di farlo non forzoso tenendo le frontiere aperte non è possibile.
Ovviamente questo Bazoli lo sa. Ma non ha il coraggio di dirlo perchè chiudere la libera circolazione dei capitali nell'area euro sa bene cosa significa.
PS Comunque un primo passo è fatto: Bazoli ammette che tutto il debito è sostenibile fino a quando il sistema genera risparmi sufficienti. E le cazzate del trattato di Maastricht non hanno fondamento scientifico. E ci hanno esposto ad un danno enorme con la più grande fuga di capitali della storia (400mld di euro italiani allocati all'estero, tralascio di dire spesso a tassi negativi regalando soldi agli altri. Oltre che capacità di concedere credito alle banche straniere per gli stranieri).